di Bartolo Scandizzo
Quanto tempo è passato, speriamo non invano, da quando le aree interne hanno affidato il loro destino nelle mani di chi li ha illusi che bastasse una strada, un opificio, piste da sci, un’idea geniale … per allontanare nel tempo lungo il declino.
Oggi siamo al punto di non ritorno e ancora c’è chi spera che in insediamento produttivo (non si sa di che cosa) possa ribaltare il destino segnato da anni.
Prendiamo Campora, un piccolo borgo incastonato tra le gole di un torrente Torno che sta a riposo per 8 mesi all’anno senza portare acqua al Calore che scorre nella valle sottostante. In inverno il fiume ridiventa tumultuoso e brontolone.
Dal tempo dei tempi si racconta che nelle sue case c’erano più fucili che abitanti a testimonianza che la caccia era una tradizione di lungo corso. Oggi, che l’attività venatoria è vietata nell’area compresa nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni, le doppiette “tacciono” per non incorrere negli strali della legge e ricompaiono nel tradizionale “Tiro al prosciutto”. La competizione è una gara di tiro di precisione che si svolge due volte all’anno, a Pasquetta e il primo sabato dopo il 25 aprile, che consiste nel tiro assegno su un prosciutto vero come bersaglio posto dalla parte opposta di un vallone scavalcato da un ponte sotto il quale scorre il torrente …
Campora, negli ultimi anni, si è trovato al centro del “biliardo” grazie al fatto che Marcello Feola, ex assessore provinciale di origini camporesi, ha riversato attenzioni particolari per il suo paese d’origine (chi non lo farebbe?).
È stata sistemata la viabilità, sono stati realizzati lavori in strade e piazze nel paese e anche le strade rurali sono state sistemate.
Sulla “Retara” un luogo dove s’incrociano le strade provenienti da Campora, Stio e Moio-Pellare, è stata realizzata una rotatoria immensa. Il cartello indica che da quel punto ha inizio la strada de Parco che avrebbe dovuto collegare, per vie brevi, Vallo della Lucania al Vallo di Diano.
Infine, ecco sorgere un’infrastruttura imponente a lato del campo sportivo degna di miglior destino. Si tratta di un’opera imponente finanziata con 2 milioni di euro.
Tutto questo fa il pari con tutti gli altri finanziamenti finalizzati a rifare piazze, vie, fontane, scuole, ex conventi, palazzi storici …
Come non dimenticare, poi, le decine di milioni di euro pubblico affidati ai privati “padroni” dei Gal (Gruppi di Azione Locali): anch’essi impegnati con lo scopo di arrestare la desertificazione demografica.
Insomma, tutta tattica (interventi a pioggia come flebo che mantengono in stato vegetativo il malato) e nessuna strategia.
Nuova programmazione, nuovi progetto per le aree interne. Grandi propositi e proclami per spingere i piccoli comuni, ancora una volta, a sottoscrivere accordi di rete con propositi di alto profilo.
Peccato che a manovrare il il vapore saranno chiamati gli stessi regolatori (sindaci vecchi e nuovi) che hanno già ampiamente fallito.
Purtroppo, il loro obiettivo primario pare essere più l’accaparramento delle risorse che il loro impiego per convincere giovani coppie a venirsi a stabilire nei piccoli borghi cimentano.