di Leonida Primicerio
La composizione ed organizzazione della D.D.A. di Salerno, nel periodo di riferimento, ha visto impegnati, oltre al Procuratore Distrettuale Antimafia, cinque sostituti ed un Procuratore aggiunto. L’analisi del fenomeno criminale consente di rilevare chiaramente che spesso su medesime parti dello stesso territorio sono state costituite molteplici associazioni criminali tra di loro indipendenti, dedite per lo più al traffico di stupefacenti, ma anche ad attività tipiche dei sodalizi di tipo mafioso, quali estorsioni, usura, detenzione di armi e reati della stessa natura, gruppi che annoverano tra le loro fila non solo pregiudicati già appartenuti in passato ad
associazioni analoghe, ma anche numerose persone costituenti le nuove leve di queste attività criminali sempre più in larga espansione. Il fenomeno appare il risultato dell’avvenuto ricambio generazionale dei quadri criminali attivi sia nel capoluogo sia nelle aree della provincia tradizionalmente interessate dalla presenza di criminalità in forma organizzata e va a sostituire le originarie e storiche organizzazioni criminali della Nuova Camorra Organizzata operante negli anni ’80 e della Nuova Famiglia operante negli anni ’90. Tuttavia, tali aggregazioni, seppur connotate da una circoscritta ed “indigena”operatività, presentano una spiccata pericolosità, palesata da manifestazioni allarmanti di violenza, spesso finalizzata alla pubblica affermazione di nuove
fisionomie criminali e all’esercizio di una forza d’intimidazione atta a sostenere attività collaterali al traffico di stupefacenti essenzialmente con condotte estorsive. I gruppi dediti alla distribuzione degli stupefacenti nel capoluogo sono ancora dipendenti dai tradizionali canali di approvvigionamento controllati dalle organizzazioni criminali napoletane (si confermano, in particolare, i canali di rifornimento dai territori di Portici, Castellammare e dall’area di Secondigliano). In Salerno città, ove resta egemone il clan D’Agostino, coesistono e convivono le associazioni facenti capo a Noschese Antonio, a De Simone Moreno ad Abbate Antonio, a La Mura Mario, a Maisto Luigi e Marigliano Ciro, già a loro vota legati al clan Panella – D’Agostino, a Ferraiolo Marco, a Corsino Ugo ed ai fratelli Stellato. Trattasi di aggregazioni in cui al fianco di
giovani leve (Vincenzo Villacaro e Vincenzo D’Andrea allo stato entrambi detenuti per l’omicidio di Donato Stellato) sono stati osservati vecchi pregiudicati che hanno reclutato numerosi nuovi adepti, anche giovanissimi. Tali aggregazioni hanno assunto caratteristiche di particolare pericolosità sociale, palesata dai fatti omicidiari perpetrati negli ultimi anni e da manifestazioni allarmanti di violenza, spesso finalizzata alla pubblica affermazione del loro predominio nel settore dello spaccio delle sostanze stupefacenti ma anche con interessi in altri mercati criminali, quali il gioco clandestino ed il settore dei videopoker. A tali strategiche finalità criminali ha assunto strategico rilievo il controllo degli esercizi commerciali che gestiscono l’aggregazione giovanile, tra cui, principalmente, le discoteche (non a caso oggetto di significative richieste di natura estorsiva e teatro di eclatanti esibizioni intimidatorie). Nel contesto della osservazione di tale fenomeno si è rilevato che le organizzazioni napoletane si pongono come canale diretto e privilegiato, soprattutto per il narcotraffico e il riciclaggio di proventi delittuosi. Per il centro cittadino (Salerno città), si segnala la collaborazione di De Simone Ciro. Le dichiarazioni di tale collaboratore costituiscono un importantissimo patrimonio informativo in ordine alle articolazioni criminali organizzate nella città di Salerno e non solo. Esse hanno fornito la trama ricostruttiva di tutti i maggiori fatti delittuosi (anche quelli di sangue) verificatisi nella città di Salerno a partire dal 2005 (ed anche per gli anni precedenti). Si è avuta la conferma che, sebbene i capi siano detenuti, nella città di Salerno è sempre il clan D’Agostino che detiene il controllo criminale, tramite giovani leve come Villacaro Vincenzo, D’Andrea Vincenzo (entrambi, appunto, al momento detenuti per l’omicidio di Sellato Donato), e tramite vecchie leve, ora libere, come Marigliano Ciro e Maisto Luigi che hanno arruolato attorno a sé un bel numero di persone, anche giovanissimi. Le attività delittuose privilegiate sono, come sempre, quelle estorsive ad operatori commerciali, il traffico di stupefacenti – che si nutre del collegamento, per gli approvvigionamenti, con la criminalità napoletana – le attività truffaldine (truffe alle società assicuratrici per falsi sinistri stradali), l’usura su vasta scala, con l’intervento di soggetti insospettabili, ed un vasto fenomeno di riciclaggio.
A luglio del 2013, dopo che il G.i.p. in sede aveva adottato misure cautelari custodiali nei confronti di Siano Udalrico (noto commerciante del capoluogo) e di Ridosso Salvatore e Loreto Alfonso (quest’ultimo figlio del collaboratore di giustizi a Loreto Pasquale) per una estorsione tentata con l’aggravante del metodo mafioso posta in essere, nel febbraio del 2012, in danno di un
commerciante di Napoli, è stata formulata richiesta di giudizio immediato. La vicenda merita di essere segnalata per l’allarmante collegamento emerso fra un importante rappresentante del commercio salernitano con esponenti gravitanti nell’orbita della criminalità organizzata di Scafati.
Nell’anno in corso tutti gli imputati sono stati condannati ex articolo 444 c.p. con sentenza di recente confermata dalla Suprema Corte di Cassazione. Il cennato fenomeno di riaggregazione criminale in forme strutturate caratterizzate da vincoli associativi si registra essenzialmente anche in altre aree del distretto tradizionalmente caratterizzate dalla presenza di gruppi camorristici, a cominciare dai territori a sud del capoluogo, soprattutto le zone di Battipaglia, Eboli, Campagna e della Valle del Sele. Anche qui (per tutte il territorio di Montecorvino – Bellizzi – Battipaglia e della Piana del Sele), accanto al già segnalato fenomeno del rientro in campo di ex appartenenti a consorterie criminali, si conferma l’attivismo di criminali di giovane età. In Battipaglia, Bellizzi, Eboli e Piana del Sele, operano le associazioni facenti capo a Magliano Pierpaolo, collegato al noto capo clan (detenuto) Giffoni Biagio, a De Maio Sabino, collegato all’ergastolano Pecoraro Francesco, a De Feo Antonio e Capo Giuseppe, a Petolicchio Biagio, collegati al disciolto clan De Feo, a Del Volo Maurizio e Del Volo Massimo, a Esposito Massimo, a Gambone Giovanni e Ferullo Leopoldo. Occorre qui segnalare che nel Comune di Battipaglia sono state rilevate gravi ingerenze della criminalità organizzata, riconducibili ancora al clan diretto da Giffoni Biagio, che hanno sposto l’Ente a pressanti condizionamenti tali da compromettere il buon andamento e l’imparzialità dell’attività comunale con grave pregiudizio agli interessi della collettività. Per tali motivi con decreto del 7 aprile 2014 il Presidente della Repubblica ha disposto lo scioglimento
del Consiglio Comunale di Battipaglia. In tale contesto vanno segnalate anche le indagini di cui al procedimento a carico di Madonna Nicola ed altri che vede il coinvolgimento di imprenditori vicini al clan dei casalesi, aggiudicatari, tramite prestanome, di un appalto di rilevante valore presso il
Comune di Battipaglia. Le indagini hanno consentito di accertare una forma di trasferimento fraudolento di beni al fine di eludere le disposizioni in materia di misure di prevenzione patrimoniali (ovvero di agevolare la commissione di uno dei delitti di cui agli artt. 648, 648 bis e 648 ter c.p.), mediante un fittizio fitto del ramo di azienda della impresa EMINI S.p.a.,
afferente l’appalto dei lavori per il completamento della Casa Comunale di Battipaglia, in favore della impresa GUIDA IMPIANTI S.r.l., rappresentata da Guida Attilio, benché di fatto i lavori venissero eseguiti da Madonna Nicola, tramite sua impresa, suoi mezzi e maestranze. Mediante tale condotta fraudolenta veniva operato il trasferimento anche delle conseguenti utilità
(consistite nella liquidazione degli stati avanzamento lavori connessi all’appalto in questione). Nel maggio del 2013 sono state eseguite misure cautelari personali e reali a carico di più perso
ne anche per fatti corruttivi. Le indagini svolte in tale contesto territoriale hanno anche disvelato come in tale zona sia stato costituito, a partire dal 2010, un “sistema” di traffico di Direzione Nazionale Antimafia – Relazione Annuale 2014 (periodo 01/07/2013 – 30/06/2014 Pagina 701 stupefacenti e di gestione di altre attività illecite seguendo lo schema criminale tipico delle aree napoletane (della zona di Scampia) con cui gli affiliati si sono collegati per approvvigionarsi di vasti quantitativi di droga (cocaina, hashish e marjuana) il cui traffico avevano completamente monopolizzato con metodi camorristici nei comuni in cui hanno operato, facendo convergere attorno ad essi un vero e proprio esercito di distributori sul territorio di stupefacenti, il cui ricavato serviva anche a ristorare le famiglie dei capi clan di riferimento detenuti (Giffoni Biagio, Noschese
Bruno ed altri). In particolare in Capaccio e zone limitrofe è stata accertata l’operatività di un’associazione criminale dedita all’usura ed alle estorsioni, diretta dal noto storico capo clan della N.C.O. Marandino Giovanni, nonché di un’altra dedita al traffico di stupefacenti facente capo a Leo Costantino. Inoltre, nel territorio di Eboli è stata accertata l’operatività di un’associazione criminale dedita al traffico di stupefacenti e allo sfruttamento della prostituzione di donne rumene, composta da cittadini extracomunitari e diretta da Janani Jauad e Morchid Jamal, nonché l’esistenza di un’altra associazione, composta sempre da cittadini stranieri, di cui alcuni di origine
rumena e da cittadini italiani, dedita per lo più all’intermediazione illegale del mercato del lavoro nei cui confronti nello scorso mese di giugno e stato eseguito il sequestro preventivo di un intero camping sito appunto sul litorale di Eboli.
Nell’Agro sarnese – nocerino è stata accertata l’esistenza di alcune associazioni criminali dedite al traffico di stupefacenti ed a reati contro la persona ed il patrimonio con modalità tipiche delle associazioni di tipo mafioso. In particolare, nel territorio di Scafati operano i sodalizi facenti capo
a Nappo Vincenzo, a Laierno Enrico, attiva anche in Pagani con disponibilità di armi e dedita a rapine, a Matrone Francesco (attualmente detenuto dopo una lunga latitanza), a Borriello Massimo, Borriello Rosanna e Maisano Gennaro anch’essi collegati a Matrone Francesco.
In Pagani opera, invece, quella facente capo a Fezza Tommaso, D’Auria Petrosino Antonio, D’Auria Petrosino Michele, Fezza Francesco nonché Cascella Alfonso e D’Elia Mario operante prevalentemente nel settore del traffico di stupefacenti anche nel territorio dei
Comuni di Nocera e Cava dé Tirreni, quella riconducibile a Desiderio Pietro operante anche in Nocera Inferiore, quella facente capo ai fratelli Contaldo dedita alle scommesse on-line clandestine e al trasferimento fraudolente di beni, alla famiglia Albano collegata a clan camorristici di Boscoreale (NA), a Sorrentino Francesco.
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Nel settembre 2013 il G.i.p. presso il Tribunale di Salerno ha accolto la richiesta di misura cautelare per i delitti di usura aggravata e tentata estorsione posti in essere fino agli inizi del 2013 dai coniugi Principale Attilio e Perfetto Luciana in danno di una coppia di commercianti della città di Angri. La vicenda va inquadrata nell’ambito più esteso delle attività usurarie poste in essere da altri componenti della famiglia Principale (Matteo cl. 83, Gianluca, Andreina) e da persone a loro vicine, fra i quali va segnalato il nominativo di Vitolo Domenico, tutti, a loro volta, gravitanti nell’orbita del clan Iannaco-Sorrentino-Greco. Per i fatti di usura è stata contestata l’aggravante mafiosa dell’agevolazione, mentre per i delitti di estorsione (contestati ai soli Principale Attilio e Perfetto Luciana) è stata contestata l’aggravante mafiosa dell’avvalimento. Attualmente è in corso il dibattimento presso il Tribunale di Nocera Inferiore. La vicenda merita di essere segnalata dal momento che i tentativi di estorsione risultano posti in essere (e sono stati oggettivamente
riscontrati) nel tempo in cui il Principale -collaboratore di giustizia- si trovava nel sito riservato a lui attribuito nell’ambito del programma di protezione cui risulta sottoposto. In Sarno invece è stata accertata l’esistenza di un’articolata organizzazione criminale di tipo mafioso dedita anche al traffico di stupefacenti facente capo a Serino Aniello ed ai suoi familiari.
E’ stata accertata anche l’operatività in Sarno e zone limitrofe di un’altra importante associazione finalizzata al traffico di stupefacenti facente capo a Mancuso Gaetano che si rifornisce di “hashish e marijuana” da soggetti di nazionalità marocchina. Analoghe associazioni finalizzate al traffico di stupefacenti sono state individuate nel territorio di Fisciano facente capo a De Martino Pierpaolo, in costiera amalfitana composta da 34 persone ed in territorio di Agropoli facente capo a Stabi
le Luigi e Stabile Rocco. Perdura la minaccia costituita da strategie di riciclaggio e di interposizione
fraudolenta di apparenti imprenditori che operano con finalità di reimpiego di proventi di origine delittuosa ed hanno di mira l’acquisizione diretta o il controllo indiretto di esercizi commerciali e imprese inserite nel circuito turistico – alberghiero. A tal fine, meritano particolare menzione le indagini svolte nel periodo considerato per i reati concernenti il riciclaggio in danaro e beni provenienti da attività illecite riconducibili a pregiudicati appartenenti alle passate e presenti associazioni criminali tipo mafiosi che hanno portato ad accertare la sussistenza di ingenti capitali beni immobili e di numerose attività commerciali riconducibili a pregiudicati appartenenti e/o appartenuti alle associazioni predette. Al riguardo si segnalano, in particolare, i procedimenti
a carico di Busillo Giancarlo più altri, che hanno operato nel territorio del Direzione Nazionale Antimafia – Relazione Annuale 2014 (periodo 01/07/2013 – 30/06/2014 Pagina 703
Comune di Campagna ed in Romania, a carico di Toriello Francesco più altri, operanti in Battipaglia, a carico del clan Cuccaro, operante nell’area napoletana ed anche in agro di Camerota, a carico di Ragosta Fedele più altri, operanti nell’area napoletana ma anche in agro del Comune di Vietri Sul Mare, a carico di D’Errico Salvatore più altri, operanti nella zona di Battipaglia, a carico di Bartiromo Gerardo più altri, operanti in Cava dè Tirreni, a carico di Fabbrocino Francescantonio, operante in Pontecagnano. Va anche segnalata la intensa attività della D.D.A. di Salerno in tema di
misure di prevenzione ed, in particolare, la richiesta di misura di prevenzione patrimoniale avanzata nei confronti degli eredi (residenti nel territorio del distretto di Salerno) del defunto Cirillo Giuseppe, capocosca della ’ndrangheta calabrese nella Piana di Sibari, con conseguente confisca di un cospicuo patrimonio dagli stessi accumulato reinvestendo i proventi delle attività illecite svolte in vita dal loro dante causa, confisca cui ha fatto seguito ulteriore procedura a carico di Cirillo Luigi Giuseppe – figlio del defunto Cirillo Giuseppe -raggiunto da un nuovo procedimento di sequestro per equivalente per aver egli messo in atto condotte distrattive con riguardo ad
una delle attività confiscate affidate al custode/amministratore giudiziario, la richiesta di misura di prevenzione patrimoniale avanzata nei confronti di Meluzio Antonio e Meluzio Angelo, soggetti entrambi condannati definitivamente per associazione di stampo camorristico, e la richiesta di
misura di prevenzione personale e patrimoniale nei confronti di Arpaia Vladimiro, soggetto legato ai clan camorristici dell’area metropolitana di Salerno, latitante dal 2007 ed attualmente imputato per estorsione aggravata dall’avvalimento mafioso, con conseguente confisca di un immobile di cospicuo valore (un capannone ubicato nella zona industriale di Pontecagnano) acquistato con i proventi delle attività svolte ed intestato ad una prestanome. Meritano, inoltre, menzione anche i procedimenti per i reati 256 e 270 D. L.vo n. 152/06 a carico di Meluzio Morgan e Toriello Francesco titolari della “SELE AMBIENTE s.r.l.” aventi collegamenti con associazioni criminali
pugliesi (oggetto di recente di provvedimenti cautelari personali e reali da parte della D.D.A. di Bari) operanti nel settore del ciclo dei rifiuti; a carico degli amministratori delle società denominate HIDRO PRODUCTION con sede in Capaccio e SEVEN GROUP con sede in Marcianise e di altre numerose persone operanti in Capaccio; a carico di Palmieri Tommaso + 43 operanti in Polla, in Battipaglia ed in altri Comuni del salernitano tramite una rete organizzativa capillare che ha coinvolto in attività illecite anche pubblici ufficiali di alcuni Comuni interessati dallo maltimento dei rifiuti solidi urbani effettuate dalle aziende gestite dal Palmieri e da altri indagati.
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Da ultimo, vanno segnalate le impegnative indagini condotte dalla D.D.A. di Salerno nel procedimento di eccezionale rilevanza che tratta dell’omicidio commesso in danno del Sindaco di Pollica (SA), Angelo Vassallo, in relazione al quale uno degli indagati è stato arrestato in Bogotà a seguito della internazionalizzazione di ordinanza custodiale, richiesta ed ottenuta in altro procedimento, e, dopo il recente espletamento per rogatoria dell’interrogatorio del predetto indagato, si è in attesa della richiesta estradizione.