di Massimiliano De Paola
L’incertezza: una spaghettata tra amici, un
pacchetto di sigarette nel fuoco e lo stato impietoso in cui versa il fiume Tanagro. La speranza: il Vallo di Diano è Area Pilota nella Strategia delle Aree Interne.
Poco più di una settimana fa alcuni amici mi hanno invitato ad una cena all’aperto nei pressi del fiume Tanagro per una spaghettata e due chiacchiere genuine. Una sorta di picnic d’inverno. Ognuno ha portato qualcosa, chi gli spaghetti, chi il capocollo, chi il prosciutto, chi il caciocavallo, chi sottoli e sottaceti. Tutta roba buona, tutto genuino come le nostre chiacchiere. C’è chi ha portato il vino, chi ha portato il condimento, chi i piatti – le posate – i bicchieri – i tovaglioli – le pentole. C’è chi si è offerto di cucinare e chi ha messo a nostra disposizione tavoli e sedie, una luce soffusa, una sorta di barbecue e la legna da ardere.
Abbiamo acceso il fuoco con le foglie che abbiamo trovato lì vicino e con qualche rametto secco. Mentre aspettavamo che arrivassero gli altri amici, abbiamo messo l’acqua in padella per farla bollire prima di calare gli spaghetti. In un’altra pentola abbiamo messo a friggere un po’ d’olio extravergine di oliva col peperoncino.
Dopo cena il freddo si è cominciato a sentire ed io e due miei cari amici ci siamo allontanati dalla tavola e ci siamo riavvicinati al fuoco, lo abbiamo attizzato un po’ e abbiamo ripreso un ragionamento che ci stava molto a cuore. Parlavamo della plastica che si brucia in giro come se niente fosse, dell’ignoranza che ancora esiste nei nostri piccoli paesi in ambito ambientale, delle cattive abitudini civiche di alcuni abitanti del nostro comprensorio. E, proprio mentre disquisivamo sulla necessità di fare cultura e sensibilizzare le persone sui danni causati da queste cattive abitudini civiche, si è avvicinato un signore (che non conoscevamo prima di quella sera) e che era venuto insieme ad altri nostri amici a quella cena. Ci ha chiesto “Posso buttare questo pacchetto di sigarette vuoto nel fuoco?” e lo ha fatto, senza neanche darci il tempo di pensare a una risposta. Come se dalla sua domanda fosse implicito un nostro “Si” di risposta. Il pacchetto di sigarette era ancora con la plastica attorno. Questo è solo un aneddoto, ma il problema è di carattere culturale ed è molto più ampio e di difficile soluzione.
Dopo questa piccola parentesi, sempre stretti vicino al fuoco, tra un rametto e l’atro che si bruciacchiavano, abbiamo ripreso il nostro discorso originario. Ora, al centro dell’attenzione era finito il “povero” fiume Tanagro. Scarichi di oleifici e caseifici si riversano nel fiume tra l’indifferenza generale lungo tutto il tratto che collega il Vallo di Diano al Tanagro. Ogni tanto i notiziari ne parlano. Mi fa paura questa indifferenza generale ormai diffusa! Mentre penso all’idea del Parco Fluviale del Tanagro da poter sfruttare a livello turistico per creare anche occasioni di lavoro per i giovani, mi vengono in mente immagini che ho visto di recente. Fare rafting o canoa e buttarsi nelle acque del fiume è bellissimo, l’ho fatto anch’io qualche anno fa e da ragazzino lo facevo spesso, ma ora è diverso, è tutto diverso. Pescare e nuotare nel fiume è fantastico. Il problema è che il fiume Tanagro da un pezzo non è più tutelato adeguatamente e di conseguenza non lo siamo noi che in questo territorio ci abitiamo. Chi ci dovrebbe tutelare? I Comuni? Le Comunità Montane? Il Parco Nazionale? La Forestale? Chi? Noi cittadini non lo sappiamo!
Nei giorni scorsi ha avuto grandissimo riscontro l’appello di Gimi Luisi a cittadini ed Istituzioni per difendere l’ambiente e la natura del Vallo di Diano dall’inquinamento causato in particolare dalla pratica diffusa dell’abbandono selvaggio di rifiuti. Il video su you tube ha raggiunto la quota record di oltre 2mila click. Tante sono state le pagine dei social network con commenti favorevoli all’iniziativa di denuncia di Gimi che condannano quella minoranza di cittadini che persevera con questo tipo di comportamento dannoso per ambiente e salute.
“Diventiamo tutti Vigili Ambientali del nostro territorio” propone Garofalo, Assessore all’Ambiente del Comune di Sala Consilina, che evidenzia anche la necessità di un coordinamento comprensoriale e di una campagna di sensibilizzazione. L’Assessore, rispondendo all’appello di Gimi, chiede la collaborazione di tutti per denunciare e segnalare chi compie reati ambientali.
E’ stato di parola il sindaco Paolo Imparato del Comune di Padula che ha fatto effettuare una prima bonifica dei luoghi oggetto dell’appello dei giorni scorsi di Gimi Luisi. Davvero un bell’esempio di collaborazione tra cittadini e Istituzioni. Sul posto il personale specializzato si è occupato della rimozione in particolare dei resti suini gettati da ignoti in un torrente.
Ma ora tutti si domandano che senso abbia questa ipocrisia valdianese, che da un lato dichiara “NO” al Petrolio, alla Centrale Elettrica di Terna e alle Antenne Telefoniche, e dall’altro lato invece si rende protagonista del suo inquinamento, che produce danni ancora più gravi quotidianamente.
Intanto è di pochi giorni fa la notizia che il Vallo di Diano è Area Pilota nella Strategia delle Aree Interne. Questa si che è una buona notizia! Lo Stato Italiano investirà sullo sviluppo del Vallo di Diano e le azioni di sviluppo progettate e realizzate nel Vallo di Diano diventeranno esempi da seguire per le altre Aree Interne Italiane. Tanta roba! Questa si che potrebbe essere la risposta definitiva al “NO al Petrolio”, queste potrebbero essere le cartucce da sparare verso chi vuol venire da noi a trivellare! In senso figurato, ovviamente!
A Roma, presso il Ministero dell’Economia, la delegazione della Comunità Montana Vallo di Diano guidata dal Presidente Raffaele Accetta, ha ricevuto il via libera e l’ufficializzazione. Era nell’aria da due anni, ora è diventato ufficiale: il Vallo di Diano è “Area Pilota” nella Strategia delle Aree Interne avviata dallo Stato per promuovere lo sviluppo dei territori a rischio abbandono. E’ stata la Coordinatrice del Comitato Tecnico delle Aree Interne Sabrina Lucatelli a comunicarlo alla delegazione del Vallo di Diano guidata da Raffaele Accetta e accompagnata anche dal neo Presidente del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano ed Alburni Tommaso Pellegrino.
Erano presenti anche i delegati degli altri Ministeri interessati, visto che le linee guida del Piano di Sviluppo delle Aree Interne prevedono in particolare interventi in tre settori: scuola, salute e mobilità. Il Vallo di Diano è la seconda area interna della Campania ad essere indicata come Area Pilota, dopo quella Avellinese, ed è la prima in assoluto della “fase due”, dopo che lo scorso anno la Strategia di Sviluppo era partita con 680 milioni di finanziamenti per le prime 23 Aree individuate nelle Regioni di tutta Italia. Il Vallo di Diano ha dimostrato di aver recepito in modo ottimale le indicazioni del responsabile del Progetto Aree Interne, il dirigente generale del Ministero dell’Economia Fabrizio Barca, che a Giugno 2014 era stato in visita a Padula proprio per questo motivo.
Grazie al successo ottenuto dalla Comunità Montana, le azioni di Sviluppo del Vallo di Diano avranno una corsia privilegiata per accedere a finanziamenti nazionali e regionali (CIPE e POR). Allo stesso tempo la Strategia di Sviluppo elaborata dall’ente montano valdianese si fonda sulla risorsa “Ambiente”, una scelta strategica fondamentale per scongiurare il pericolo Petrolio ed il nuovo assalto delle compagnie petrolifere al Vallo di Diano.