di Bartolo Scandizzo
A proposito di Roccadaspide, vale la pena fare un bilancio dell’azione amministrativa di Girolamo Auricchio capo indiscusso del paese negli ultimi dieci anni. Questo sia per dargli atto di quanto realizzato sia per ricordare a lui e a noi cittadini di cosa rimane da fare. Si tratta dell’eredità di un uomo che ha fatto la storia della città dell’aspide ch ha avuto ambizioni di porsi come punto di riferimento per l’intera Valle del Calore.
Cominciamo dal fiore all’occhiello che Auricchio ostenta in ogni circostanza: l’ospedale. Ne ha fatto una ragione di vita, politica e personale. L’ha fortemente voluto e perfino quando fu aperto e inaugurato, pur non essendo sindaco, fu protagonista quasi indiscusso. Infatti, sia Ettore Liguori sia Alfonso Andria, suoi referenti politici di allora, ai vertici della regione e della provincia, lo incoronarono artefice dell’evento.
Da allora ad oggi è stato un susseguirsi di alti e bassi che sarebbe interessante raccontare in un libro perché in parallelo si potrebbe dare conto della storia politica di Roccadaspide degli ultimi 15 anni, proprio perché la vita politica di Auricchio si intreccia con quella dell’intera comunità. Negli ultimi anni ha cambiato i suoi referenti politici passando alla “corte” di Caldoro sempre per garantirsi appoggio sulla questione dell’ospedale.
È giusto riconoscere che se l’ospedale è ancora aperto buona parte del merito lo si deve alla sua caparbia ed inesauribile azione di pungolo sia nei confronti della regione sia nello spronare la popolazione e i sindaci della Valle del Calore a non desistere nel chiedere il rispetto del territorio.
Oggi, sarebbe necessario rivolgere altrettanta determinazione nello spronare tutti i portatori d’interesse a farne una struttura d’avanguardia sia per quel che riguarda il decoro sia per la funzionalità.
Altro successo di “Girolamo” sono stati i risultati relativi alla raccolta differenziata della spazzatura. Oggi il paese è uno dei primi nelle classifiche di efficienze ed efficacia. Come pare sia stato bravo a tenere sotto controllo il bilancio comunale. Altre sono stati i successi del nostro sindaco (il rifacimento della piazza XX settembre, la conquista di sportelli di vari enti pubblici, la ristrutturazione di edifici scolastici, piazze, fontane …) ma, mio giudizio, sono stati questi i punti salienti e incontestabili per poter chiedere e ottenere la fiducia degli elettori.
Auricchio è stato anche consigliere al parco Nazionale del Cilento, Diano e Alburni negli ultimi 5 anni. Lui non ha mai nascosto la sua poca considerazione nei confronti dell’istituzione parco ed anche nei confronti delle tematiche ambientaliste in generale.
Il suo maggior insuccesso è stata la mancata messa a reddito dell’insediamento rurale di “Pietra cupa” acquistato dal parco dagli eredi Bamonte per circa 80 milioni delle vecchie lire, ristrutturate arredate di tutto punto con un investimento di 1.200.000 € circa, e lasciate marcire per e deperire a causa della sua “cocciutaggine” di voler realizzare prima un parcheggio, a mio parere inutile ma che poteva essere realizzato anche con la struttura aperta. Oggi l’ente parco gli ha finanziato il parcheggio con altri 300.000 € ma intanto quattro anni di abbandono hanno reso inutilizzabile la struttura e inutile il parcheggio stesso. Serviranno alte risorse per ristrutturarlo prima di metterlo a reddito.
Un’altra promessa mancata è stata la mancata realizzazione della zona Pip (Piano Insediamento Produttivi) a Fonte. All’inizio del 2000, Fonte era pervasa da un’eccitazione imprenditoriale per la gran parte autoctona che voleva investire per crescere. In più di un’occasione Auricchio e la sua amministrazione ha promesso di dare una risposta coerente e strutturata per garantire che gli insediamenti venissero realizzati in un quadro ordinato di spazi e servizi. Lo spesso progettista, l’ing. Renato Carrozza, ha presentato in più di un’occasione le varie ipotesi progettuali. Purtroppo, dopo una decina d’anni siamo ancora all’anno zero!
C’è da dire che anche nelle altre contrade non si è visto un piano coordinato con l’incentivazione di interventi che stimolassero la messa in rete delle innumerevoli attività agricoli e agrituristiche che pure sono nate e in molti casi prosperano. C’è da apprezzare invece la ristrutturazione degli edifici scolastici.
Per finire, non si può non sottolineare il grande problema del centro storico del capoluogo. Infatti, lo stato di abbandono in cui versa, nonostante gli interventi (pure utili) fatti in alcune vie. Lo spopolamento alimentato con la costruzione di molte palazzine nella zona alta ne ha fatto un “buco nero” che nemmeno in occasione delle “notti o festa dell’aspide” si è riusciti a rivitalizzare.
Girolamo Auricchio si accinge a “guidare” l’ennesima campagna elettorale per garantire alla sua compagine di proseguire in lavoro da lui impostato da dieci anni e più. Non sarà lui al timone, per cui, almeno formalmente, dovrà cedere il passo ad altri che lui stesso ha già individuato.
L’augurio è quello che chi dovrà raccogliere un’eredità importante, sappia guardare avanti e non guardare il futuro del paese dal “buco della serratura” di ciò che è stata la storia politico-amministrativa di Girolamo Aurucchio.