“Aprite le porte della giustizia, entreremo a rendere grazie al Signore”. Con queste parole il vescovo Ciro Miniero ha aperto l’Anno Santo nella diocesi di Vallo della Lucania.
Sabato 12 dicembre anche la diocesi del Cilento è entrata ufficialmente nel Giubileo Straordinario della Misericordia. Il momento iniziale è stato l’apertura della Porta Santa rappresentata per la prima volta dal portone principale della Cattedrale di San Pantaleone. Prima ancora, nel Santuario di Santa Maria delle Grazie si è dato l’annuncio del Giubileo con la lettura di parte della Bolla di indizione – Misericordiae Vultus – e del brano del Vangelo di Luca nel quale la parabola della “pecora smarrita” esalta la misericordia divina. “In comunione con la Chiesa universale, questa celebrazione inaugura solennemente l’Anno Santo per la nostra Chiesa diocesana, preludio per una profonda esperienza di grazia e di riconciliazione”, spiegava Miniero.
Il vescovo, insieme al clero e a numerosi fedeli giunti da varie parti della diocesi, si è poi incamminato in processione per raggiungere la Cattedrale, dove la folla aveva già riempito la piazza. Qui, fermo davanti alla Porta chiusa, ha proclamato l’antifona tratta dal Salmo 118: “Aprite le porte della giustizia, entreremo a rendere grazie al Signore”. Poi ha spinto la Porta aprendola e ha guidato l’ingresso processionale nella Cattedrale per la celebrazione liturgica, aprendo simbolicamente il Giubileo nella nostra Chiesa particolare.
Sabato 19 il rito si è ripetuto alla Madonna del Granato a Capaccio, antico centro diocesi.
Come stabilito dal papa, in ogni diocesi si apre una Porta Santa, per accentuare il bisogno diffuso di Misericordia nella chiesa cristiana e per ciascuno dei credenti. È la prima volta che accade questo “decentramento” della grazia giubilare, segno perfetto della “Chiesa dell’umiltà” sognata da papa Francesco.
Oltre alla Madonna del Granato a Capaccio tra qualche mese quella del Santuario della Vergine Maria del Sacro Monte di Novi verrà aperta dal vescovo, segno di comunione con l’intero territorio della diocesi.