di Oscar Nicodemo
“Prosegue la collaborazione con Gigi D’Alessio per la valorizzazione e il rilancio dell’immagine della nostra meravigliosa Regione e delle sue eccellenze. L’amore che Gigi ha da sempre dimostrato per Napoli e per la Campania fanno di lui un naturale ambasciatore della nostra buona terra.”
Così scrive sui social Vincenzo De Luca, al governo della Campania. Chacun à son goût, dicono i francesi, ma è anche vero che all’estetica del dubbio gusto bisognerebbe porre un limite se,questa, addirittura viene utilizzata per promuovere valori assoluti di bellezza, storia e cultura, come quelli che può offrire una straordinaria regione come la Campania. Gigi D’Alessio, eccellenza tra le eccellenze? Quale assonanza si può scorgere tra una colonna dorica di Paestum, i faraglioni di Capri, o lo scorcio del Vesuvio e il ritmo chiassoso, le melodie pacchiane e la tonalità querula di un cantante tanto popolare quanto mediocre? Si può davvero scegliere come testimonial di armonia paesaggistica uno che emette note acusticamente inquinanti? In quale maniera si possono conciliare i suoi testi da V elementare con la tradizione classica della canzone partenopea?
Gigi D’Alessio, ambasciatore di una terra tanto sintomatica, di cui non vi è traccia alcuna nel talento di un simile musicista, appare una scelta che rende pienamente conto della limitatezza culturale della politica. E, allora, Vincenzo De Luca sta alla qualità della politica come Gigi D’Alessio sta alla qualità della musica? L’equazione si presenta di facile assorbimento, ma, francamente, il politico non sarebbe da ritenersi uno sprovveduto, alla stregua del melopatetico.