di Sabina Izzo
“Fatti gli affari nostri” è questo il titolo dell’opuscolo che dal 25 novembre è stato distribuito nelle sedi della BCC di Capaccio Paestum. A proporre l’iniziativa è stata l’associazione femminista Artemide che, dal 2011, organizza e promuove sul territorio iniziative di sensibilizzazione sulla condizione della donna e gli stereotipi di genere. Anche in vista del 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulla donna, la BCC di Capaccio Paestum e la società Convergenze S.p.A. hanno deciso di aderire alla proposta di Artemide. Ma esattamente di cosa si tratta? Lo spiega molto bene Valeria Magrini, oggi alla Direzione Soci e Comunicazione di Unicoop Tirreno, la cooperativa di consumatori che ha prodotto l’opuscolo in collaborazione con la Casa Internazionale delle Donne di Roma e la cooperativa Be Free che opera contro la tratta, le violenze e le discriminazioni. Nella sua introduzione all’edizione distribuita in tutti i supermercati già da tempo, scrive che “la breve pubblicazione è una guida rapida per un aiuto consapevole alle donne vittime di violenza. Come purtroppo sappiamo la violenza sulle donne è un fenomeno complesso che si sviluppa soprattutto in ambito domestico con gravissime ripercussioni sui minori. Con questa guida vorremmo dare maggiori elementi di conoscenza e promuovere una rete di solidarietà consapevole nelle comunità… cerchiamo di consegnare uno strumento di lettura immediata, utile per tutti ad orientarsi attorno a questo tema di cui ogni giorno si parla e, se pensiamo ad alcuni esempi, spesso con linguaggi sbagliati soprattutto nei media”.
Nelle parole di Oria Gargano, presidente della cooperativa Be Free, troviamo perché è così importante che tutti siano consapevoli del fenomeno: “Le migliaia di vicende dolorose che le donne ci hanno raccontato in tanti anni di lavoro frontale a sostegno delle vittime di violenza spesso sollecitano nella nostra mente scenari inquietanti, e ci fanno venire alla mente un’immagine drammatica: la donna, sola con il suo dolore e sola ad affrontare le violenze, i maltrattamenti e gli abusi, si staglia come una silouhette in un deserto morale che, tuttavia, pullula di gente: i vicini di casa, gli amici e le amiche, parenti. Tutti che vedono, o che potrebbero vedere. Tutti che non capiscono, anche se potrebbero capire. Tutti che non intervengono, che non offrono un aiuto che potrebbe essere risolutivo”.
Un deserto affollato di persone. E’ un paradosso ma è l’amara verità. Perché purtroppo la violenza domestica, la violenza contro le donne, non riguarda solo chi la pratica, che spesso viene definito “malato”, “pazzo” e dunque per questo in qualche modo giustificabile, ma tutti noi. E se non bastasse l’orrore morale che la violenza comporta basta considerare il danno materiale. Lo scrive il Corriere della Sera sul suo blog 27ora. Ecco il testo:
“Bene, alla fine: quanto costa alla collettività l’omertà di questo silenzio (relativo alla violenza sulle donne ndr)? Più o meno quanto tre manovre finanziarie, è stato calcolato nella prima ricerca di questo genere curata dalla Onlus Intervita con il sostegno del Corriere della Sera. Ovvero: 17 miliardi. Non è una cifra fantasiosa: sono 17 miliardi di euro veri e soltanto arrotondati di un po’ (16, 72 la cifra esatta alla virgola). Ci si arriva sommando costo dopo costo le voci più disparate. Cominciamo, ovviamente, dai costi sanitari (460,4 milioni) e la consulenza psicologica (158,7 milioni). Poi i farmaci (44,4 milioni), quindi i problemi di ordine pubblico (235,7 milioni) e quelli di ordine giudiziario (421, 3 milioni).
La lista è lunga e alcuni oneri finiscono inevitabilmente a carico dei Comuni: 154,6 milioni dei servizi sociali ai quali si sommano gli 8 milioni dei centri antiviolenza. Ci sono poi da tener conto le spese legali (289,9 milioni). Ma la cifra vera di questa guerra non dichiarata e sotterranea ma quotidiana, non è calcolata dalle tabelle dei valori ufficiali. Il prezzo vero della violenza è il costo umano, emotivo, esistenziale. Una cifra che nella ricerca è stata valutata in 14,3 miliardi perché dentro c’è la vita distrutta di una donna, di bambini, di un intero nucleo familiare.
In questi 14,3 miliardi c’è dentro l’impatto della violenza sui bambini, l’inevitabile erosione del capitale sociale, il peggioramento della qualità della vita, ma anche la riduzione della partecipazione alla vita democratica. Chissà se 14 miliardi è una cifra che basta a giustificare tutto questo. La stima è stata quantificata prendendo come riferimento la valutazione economica utilizzata per il risarcimento del danno biologico e morale nel caso di un incidente stradale.” (l’articolo e una sintesi dello studio di Intervita sono consultabili su http://27esimaora.corriere.it/articolo/sanita-e-danni-morali-la-violenza-sulle-donne-costa-17-miliardi-lanno/).
Dunque, il contrasto alla violenza sulle donne non è una battaglia di genere. È piuttosto una battaglia di civiltà che dobbiamo affrontare tutti.
Dal 25 novembre, nelle filiali di BCC Capaccio Paestum e negli uffici di Convergenze S.p.A., sarà disponibile questa guida alla solidarietà intelligente, che ci invita a non lavarci le mani di ciò che accade accanto, a non giudicare, a trovare le parole giuste per parlare a chi ha paura.
Ad assumerci le nostre responsabilità nei confronti della comunità di cui facciamo parte.