FLC CGIL ha già espresso in tutte le sedi la propria contrarietà al provvedimento e si opporrà in ogni modo con ogni forma di mobilitazione e fino alle sedi giudiziarie, a partire dalle azioni di tutela legale individuale dei docenti che saranno danneggiati dal provvedimento. La CISL Scuola già dallo scorso gennaio, allorché fu presentato ai sindacati il decreto attuativo delle norme sulla conferma dei docenti di sostegno, manifestò il suo totale dissenso nei confronti di una norma in cui si rinvengono possibili elementi di incostituzionalità. In tal modo secondo l’Associazione Precari Italiani: “Si crea una dinamica malata, tossica, di sudditanza. I docenti precari saranno spinti a compiacere, ad annuire sempre, a dire sì anche quando dovrebbero dire no. Per paura di perdere il posto. Altro che libertà educativa. Questa è servitù moderna. Si rischia il clientelismo, la guerra tra poveri, il “do ut des” mascherato da buona scuola”.
Il Ministero Giuseppe Valditara ha trasmesso il DM n. 32 del 26 febbraio scorso. Il Decreto contiene le “Misure finalizzate a garantire la continuità dei docenti a tempo determinato su posto di sostegno per l’anno scolastico 2025/2026”, in attuazione dell’art. 8 colma 2 del decreto-legge 31 maggio 2024 n. 71. La finalità del decreto consiste, secondo il Ministro dell’Istruzione e del Merito, nell’assicurare la continuità del personale docente di sostegno in risposta ai bisogni urgenti delle famiglie e degli alunni con disabilità. La continuità educativa si rappresenta un elemento fondamentale per assicurare il successo formativo e il benessere degli studenti con bisogni educativi speciali. Il Decreto detta la procedura finalizzata alla conferma sui posti di sostegno e individua i destinatari del provvedimento. Entro il 31 maggio 2025 il dirigente scolastico acquisisce l’eventuale richiesta di continuità del docente di sostegno da parte della famiglia; valuta la sussistenza delle condizioni per procedere alla conferma del docente nell’interesse del discente, anche sentendo il Gruppo di Lavoro Operativo con riferimento alla specifica situazione dell’alunno e della classe, e ne comunica l’esito all’Ufficio territorialmente competente, al docente interessato e alla famiglia entro il 15 giugno 2025. Qualora ricorrano le condizioni per la conferma, nell’ambito della presentazione delle istanze finalizzate all’attribuzione degli incarichi a tempo determinato per l’anno scolastico 2025/2026 di cui all’articolo 4, commi 1 e 2, della Legge, il docente esprime la volontà di essere confermato con precedenza assoluta. L’Ufficio territorialmente competente, dopo aver svolto le operazioni relative al personale a tempo indeterminato verifica la disponibilità del posto e accerta il diritto alla nomina nel contingente complessivo dei posti disponibili per l’anno scolastico 2025/2026 da parte del docente interessato. Al ricorrere di tutte le condizioni l’Ufficio scolastico territorialmente competente provvede alla conferma del docente con precedenza assoluta rispetto alle operazioni informatizzate di individuazione dei destinatari delle supplenze di cui all’articolo 4, commi 1 e 2, della Legge sul posto assegnato l’anno precedente. Le conferme sono disposte improrogabilmente entro il 31 agosto 2025. Eventuali disponibilità acquisite dopo questa data non sono prese in considerazione. I docenti per i quali è stata disposta la conferma non partecipano alle operazioni di conferimento degli incarichi a tempo determinato per l’anno scolastico 2025/2026. Le disposizioni si applicano ai docenti in possesso del titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni con disabilità e ai docenti privi del titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni con disabilità che nell’anno scolastico 2024/2025 abbiano svolto servizio su posto di sostegno in quanto individuati dalla seconda fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze per il relativo grado, ai docenti privi del titolo di specializzazione per l’insegnamento agli alunni con disabilità che nell’anno scolastico 2024/2025 abbiano svolto servizio su posto di sostegno in quanto individuati sulla base della procedura di cui all’articolo 12, comma 9, dell’Ordinanza. La procedura di conferma può essere proposta esclusivamente alle categorie di personale in servizio a tempo determinato nell’anno scolastico 2024/2025 con supplenze rientranti nelle tipologie di cui all’articolo 2, comma 5. Tanto detta la politica didattica odierna, senza se e senza ma. In buona sostanza il Decreto stabilisce che il docente di sostegno possa essere confermato nella stessa scuola, sullo stesso posto di lavoro, previa richiesta della famiglia avallata dal Dirigente Scolastico; questi otterrà precedenza assoluta rispetto al restante personale a tempo determinato, sul medesimo posto assegnatogli nel precedente anno scolastico. Tale procedura si potrà applicare anche ai docenti privi di specializzazione. Si tratta, secondo FLG CGIL di “un provvedimento che viola la trasparenza delle procedure, introduce forti elementi di discrezionalità e subordina la libertà di insegnamento al gradimento delle famiglie”. Il sindacato valuta gravissimo questo provvedimento normativo; esso si rappresenta lesivo della trasparenza delle procedure di reclutamento e della libertà di insegnamento, funzionale a una idea di scuola intesa come servizio a domanda individuale che ne svaluta la funzione educativa e didattica. “Tale norma, aggiungono i rappresentanti di questa sigla sindacale, rende manifesta la totale inadeguatezza e incapacità del ministero di dare continuità all’offerta formativa attraverso la stabilità e continuità degli organici di sostegno; la soluzione adottata produrrà il solo risultato di generalizzare il lavoro precario sottoponendolo a una nuova ricattabilità. La FLC CGIL denuncia da tempo le tante criticità che inficiano il processo di inclusione degli alunni e delle alunne con disabilità e che consolidano in questo settore un livello inaccettabile di precarietà, pertanto ritiene prioritario un intervento serio e di prospettiva per garantire continuità educativa agli alunni con disabilità e continuità lavorativa ai docenti di sostegno. Tale obiettivo è concretizzabile con la progressiva stabilizzazione dei posti in deroga, l’implementazione dell’offerta formativa dei percorsi di specializzazione attivati dalle Università, favorendo l’accesso, riducendone i costi, adeguandola al fabbisogno regionale. Per tutte queste ragioni la FLC CGIL, aggiungono, ha già espresso in tutte le sedi la propria contrarietà al provvedimento e si opporrà in ogni modo con ogni forma di mobilitazione e fino alle sedi giudiziarie, a partire dalle azioni di tutela legale individuale dei docenti che saranno danneggiati dal provvedimento. La CISL Scuola, inoltre, già dallo scorso gennaio, allorché fu presentato ai sindacati il decreto attuativo delle norme sulla conferma dei docenti di sostegno, manifestò il suo totale dissenso. Nel corso dell’incontro ribadì il proprio totale dissenso nei confronti di una norma in cui si rinvengono possibili elementi di incostituzionalità. “Si introduce infatti un elemento nuovo, il gradimento della famiglia, nell’ambito della gestione di un rapporto di lavoro nella scuola che, in quanto rapporto di natura pubblica, è soggetto alle previsioni dell’articolo 97 sull’obbligo di imparzialità dell’amministrazione. Questa verrebbe certamente meno nel momento in cui diventassero determinanti la richiesta della famiglia e la valutazione del dirigente scolastico per avere la conferma del supplente. Non è assolutamente accettabile che il tema della continuità sul sostegno, nell’interesse prima di tutto degli alunni con più bisogno, sia affrontato scegliendo soluzioni divisive e anche di dubbia efficacia, laddove il tema andrebbe affrontato a partire dal fatto che oggi l’organico stabile di sostegno corrisponde solo alla metà dei posti funzionanti. È questa la ragione vera che impedisce stabilità e continuità, portando a soluzioni che mettono apertamente in discussione l’oggettività e l’imparzialità delle procedure di reclutamento. Questa che segue la posizione critica dell’ Associazione Precari Italiani: “Sapete qual è l’ultima trovata geniale del Ministero dell’Istruzione? Che le famiglie potranno “scegliere” il docente di sostegno per il proprio figlio, chiedendone la conferma per l’anno successivo. A prima vista suona bene, vero? “Mio figlio si è trovato bene, vogliamo lo stesso insegnante l’anno prossimo.” Ma no, non è una favoletta a lieto fine. È una follia. Una presa in giro. Un colpo basso a tutta la scuola pubblica. La scuola non è un supermercato. Gli insegnanti non si “scelgono” come i cereali sullo scaffale. Non siamo prodotti da banco. Siamo professionisti. E no, non è il gradimento della famiglia che può stabilire il nostro valore. Questo sistema calpesta la professionalità. Perché potresti essere specializzato, abilitato, con anni di esperienza… ma se non hai avuto “l’alunno giusto” quest’anno, o non sei stato confermato “per simpatia”, o hai un alunno in terza, sei fuori, scavalcato da quello chiamato da graduatorie incrociate senza mezzo titolo che ha avuto la “fortuna” di beccarsi l’alunno di prima che “necessita di continuità”. La continuità didattica non si garantisce con il meccanismo della riconferma. Si garantisce assumendo stabilmente i docenti preparati. Non con una lotteria travestita da buon senso. Si crea una dinamica malata, tossica, di sudditanza. I docenti precari saranno spinti a compiacere, ad annuire sempre, a dire sì anche quando dovrebbero dire no. Per paura di perdere il posto. Altro che libertà educativa. Questa è servitù moderna. Si rischia il clientelismo, la guerra tra poveri, il “do ut des” mascherato da buona scuola. È un sistema che umilia la competenza e premia l’opportunismo. E noi questo non possiamo accettarlo. Non siamo qui per farci riconfermare. Siamo qui perché valiamo. Perché abbiamo studiato, ci siamo formati, abbiamo esperienza, passione, visione, coraggio. E non accetto che il nostro lavoro venga giudicato in base a quanto sorridiamo, quanto stiamo zitti o quanto facciamo comodo. Noi non siamo figure di contorno, non siamo tappabuchi, non siamo “facilmente sostituibili”. Siamo la spina dorsale della scuola. E siamo stanchi di essere trattati come figurine da cambiare ogni settembre. La scuola è una cosa seria. E la nostra dignità non è in svendita”. La UIL SCUOLA non le manda a dire. Ha impugnato il provvedimento di Valditara. Si tratta, secondo D’Aprile, il segretario generale della Uil Scuola, di una “..misura lesiva non solo per il personale, perché non si garantisce il diritto di graduatoria, ma soprattutto per gli alunni con disabilità che potrebbero avere per il secondo anno consecutivo insegnanti non specializzati. È incostituzionale e dequalifica la formazione”. La Uil Scuola, il 10 marzo u.s., ha dato mandato al proprio Ufficio Legale di impugnare il decreto ministeriale n. 32 del 26 febbraio 2025, che prevede per l’anno scolastico 2025-26 la conferma del docente di sostegno in base alla scelta delle famiglie. Il Segretario generale Giuseppe D’Aprile, ha fatto sentire il suo dissenso: “Per il prossimo anno scolastico è possibile che un docente di sostegno, anche non specializzato, sia confermato sul posto occupato quest’anno. Inoltre, ciò potrebbe ledere i diritti del personale che, oltre al fatto di essere in possesso di specializzazione, potrebbe vantare quel posto per diritto di graduatoria anche tra colleghi specializzati. Entro il 31 maggio 2025 il dirigente scolastico acquisirà l’eventuale richiesta di conferma del docente di sostegno da parte della famiglia e, valutata la sussistenza delle condizioni, comunicherà l’esito all’Ufficio Scolastico Provinciale, al docente interessato e alla famiglia entro il 15 giugno 2025. È possibile confermare anche il docente privo specializzazione a suo tempo nominato. Si tratta, secondo D’Aprile, di un provvedimento che incoraggerà un sistema clientelare e di facile ottenimento del consenso, minando il principio di imparzialità del nostro sistema scolastico statale e costituzionale, garante di laicità, trasparenza e pluralismo. Scegliersi i docenti equivale a trasformare l’istruzione costituzionalmente definita quale funzione essenziale dello Stato in un servizio che risponderebbe solo ai “desiderata” delle famiglie. Per questi motivi, ha ribadito il Segretario di quest’altra sigla sindacale, il nostro sindacato ha deciso di impugnare il provvedimento ravvisandone elementi di incostituzionalità, soprattutto rispetto alla violazione dei diritti di graduatoria”. I sindacati uniti fanno coro contro l’ultimo decreto Valditara. Era già stato preannunciato in passato, ora è realtà. Marcello Pacifico, Presidente ANIEF, si accora e dichiara: “Sulla scelta dei docenti di sostegno precari da parte delle famiglie degli alunni con disabilità l’amministrazione scolastica è andata dritta, ma ora rischia di sbattere perché noi questa procedura la riteniamo incostituzionale e chiederemo il parere dei giudici. Riteniamo, ha detto, che questo decreto, il DM 32/25, fortemente incostituzionale, illegittimo e inadeguato ad individuare gli insegnanti di sostegno sulla base della meritocrazia, delle norme che regolano il reclutamento scolastico e delle procedure che da sempre permettono di individuare l’insegnante più adatto all’alunno con disabilità; per tutti questi motivi il sindacato Anief ha deciso di avviare dei ricorsi gratuiti contro la conferma supplenti di sostegno sulla base del giudizio espresso dalle famiglie. Gli insegnanti, tutti, non sono dei badanti ma professionisti. E il merito va rispettato. Anief, ha poi aggiunto Pacifico, ha elaborato uno specifico manifesto per gli insegnanti di sostegno. In 10.000 hanno partecipato alle assemblee sindacali che abbiamo fatto in questi giorni, segno che c’è tanta sofferenza e tanta insoddisfazione per questo personale. In realtà, gli insegnanti di sostegno rappresentano oltre un quarto del personale impiegato dallo Stato, con un numero che supera le 250.000 unità. Di questi, la metà opera su posti in deroga, che dovrebbero invece essere stabilizzati nell’organico di diritto. Secondo Anief, è necessario un maggiore riconoscimento, anche economico, per questi docenti, oltre a un ruolo più incisivo nella contrattazione d’istituto, sia nella gestione dei fondi contrattuali che nella co-progettazione d’istituto, partecipando attivamente agli organi collegiali. Per noi, la figura degli insegnanti di sostegno è fondamentale e intendiamo valorizzarla. Tuttavia, le normative recenti sembrano andare nella direzione opposta. Ad esempio, la possibilità per le famiglie di scegliere quale insegnante di sostegno confermare non solo compromette il principio del merito, ma mette anche in discussione la professionalità di questi docenti. Si tratta di professionisti che quotidianamente collaborano con l’intero personale della classe e con il consiglio di classe, svolgendo un ruolo essenziale nel percorso educativo degli studenti. Questo significa, ha aggiunto, che gli insegnanti di sostegno devono costantemente formarsi per contribuire alla costruzione di una società sempre più inclusiva e offrire prospettive migliori ai nostri bambini e bambine. Per questo, la battaglia che stiamo portando avanti è fondamentale”. Si tratta, secondo Rino Di Meglio, Coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, di un intervento inutile. “Contrari alla scelta delle famiglie sui docenti. Sarà intervento inutile” Il principio della continuità didattica è sacrosanto ma va contemperato con le norme costituzionali che prevedono che al pubblico impiego si acceda per concorso. Siamo quindi contrari a questo intervento che, nella migliore delle ipotesi si rivelerà inutile, e nella peggiore configura una sorta di inaccettabile assunzione diretta da parte delle famiglie”. Anche per la Gilda degli Insegnanti bisogna rispettare merito e graduatorie nelle assunzioni “la graduatoria è indice del merito e la prima cosa è proprio che questo sia rispettato anche nelle graduatorie per le assunzioni; bisognerebbe dotare la scuola di un numero adeguato di docenti specializzati, cosa che oggi non avviene.”
Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati riconosce e comprende le legittime preoccupazioni delle famiglie riguardo alla necessità di garantire una continuità didattica stabile per i propri figli con disabilità. Tuttavia, scrivono in un comunicato stampa, “..riteniamo che l’introduzione dell’art. 8 del DL 71/2023, seppur animata da buone intenzioni, possa generare conseguenze che meritano un’attenta riflessione, affinché l’inclusione scolastica rimanga un diritto garantito per tutti e non si creino disparità o difficoltà organizzative. La continuità didattica è un diritto fondamentale, ma va garantita in modo equo e strutturale. Siamo perfettamente consapevoli dell’importanza del legame tra docente e studente con disabilità e comprendiamo il desiderio delle famiglie di mantenere un insegnante che ha già instaurato una relazione educativa positiva con il proprio figlio. Tuttavia, riteniamo che la continuità non debba essere affidata solo alla possibilità di conferma del singolo docente, ma debba essere garantita strutturalmente attraverso politiche di stabilizzazione del personale, che riducano il turn-over e diano maggiori certezze a studenti, famiglie e insegnanti. Il docente di sostegno è una risorsa per tutta la classe, non solo per il singolo studente. Il principio di contitolarità stabilito dalla normativa vigente prevede che il docente di sostegno sia assegnato alla classe nel suo insieme, contribuendo all’inclusione di tutti gli studenti e non esclusivamente al supporto individuale dell’alunno con disabilità. Un’eccessiva personalizzazione della figura del docente rischia di isolare lo studente anziché favorirne l’integrazione con i compagni. L’inclusione è un processo che deve coinvolgere tutta la comunità scolastica e non può basarsi solo sulla relazione individuale tra docente e studente. Equità e trasparenza nel sistema di assegnazione dei docenti. Pur riconoscendo il valore della continuità, è fondamentale garantire che le assegnazioni dei docenti avvengano secondo criteri oggettivi e trasparenti, nel rispetto delle normative vigenti. L’art. 8 del DL 71/2023 si sovrappone alle disposizioni già esistenti, come l’Ordinanza Ministeriale n. 88 del 16 maggio 2024, introducendo possibili criticità interpretative e operative. L’assegnazione dei docenti deve essere gestita in modo da tutelare tutti gli studenti con disabilità, evitando disparità di trattamento che potrebbero derivare da un sistema basato su scelte individuali. Il ruolo centrale della famiglia nel processo educativo. Le famiglie giocano un ruolo fondamentale nel percorso di crescita e apprendimento dei propri figli, e il loro coinvolgimento nelle decisioni educative è essenziale. Tuttavia, è importante che le scelte relative al sostegno scolastico siano frutto di un’azione condivisa tra scuola e famiglia, basata su criteri pedagogici consolidati e sul lavoro del Gruppo di Lavoro Operativo (GLO). La collaborazione tra scuola e famiglie deve rimanere il pilastro di un’inclusione autentica e non trasformarsi in un meccanismo che, pur rispondendo alle esigenze di alcuni, potrebbe creare difficoltà organizzative o disuguaglianze per altri.Il rischio di delega impropria e frammentazione del percorso educativo. Il sistema scolastico italiano si fonda su principi inclusivi sanciti dalla Costituzione e dalla legge 104/1992, che individuano il docente di sostegno come una figura assegnata alla classe e non al singolo alunno. Se da un lato il desiderio di continuità è comprensibile, dall’altro occorre evitare che questo si traduca in un modello che isoli lo studente con disabilità dal resto della classe. Un’inclusione efficace si realizza attraverso il lavoro sinergico di tutti i docenti e delle figure professionali coinvolte, non attraverso una delega impropria che rischia di limitare le opportunità educative dello studente. Una soluzione strutturale: stabilizzazione del personale e valorizzazione delle competenze. La vera continuità didattica non si ottiene con interventi normativi emergenziali, ma con una politica di stabilizzazione dei docenti di sostegno. Troppe famiglie, ogni anno, devono affrontare l’incertezza di un cambio di insegnante a causa della precarietà del sistema di assegnazione. Investire in un piano di assunzione stabile dei docenti specializzati è l’unica strada per garantire continuità, qualità e una relazione educativa solida tra insegnante e studente. Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati ribadisce la necessità di un confronto costruttivo tra famiglie, scuole e istituzioni, affinché la continuità didattica venga garantita in un quadro di equità, trasparenza e rispetto delle normative vigenti. È fondamentale che l’inclusione rimanga un processo educativo condiviso, senza creare differenze tra gli studenti o caricare sulle famiglie il peso di decisioni che dovrebbero essere garantite dal sistema scolastico in modo strutturale. I Membri del Collettivo chiedono quindi al Ministero dell’Istruzione e del Merito di rivedere l’applicazione dell’art. 8 del DL 71/2023, affinché si trovino soluzioni che garantiscano sia la continuità didattica, sia il rispetto dei principi inclusivi sanciti dalla nostra Costituzione. Solo attraverso una scuola realmente inclusiva e organizzata in modo stabile sarà possibile assicurare il successo formativo di tutti gli studenti con disabilità, nel rispetto delle loro esigenze e delle aspettative delle loro famiglie.