“Salviamo il dialetto cilentano”, il format itinerante nei borghi che vuole valorizzare i dialetti cilentani e gli autori locali, dopo Moio della Civitella ha fatto tappa a Vallo della Lucania, confermando lo straordinario successo di pubblico della prima giornata.
Il secondo appuntamento del format “Salviamo il dialetto cilentano”, ideato dal dott. Aniello Amato con la collaborazione di scrittori, attori, artisti e amanti degli usi e dei costumi cilentani, ha riscosso grande apprezzamento da un pubblico numeroso e partecipe che venerdì 28 febbraio 2025 ha riempito l’Aula Consiliare del Palazzo della Cultura di Vallo della Lucania.
L’evento è stato presentato dal conduttore youtuber Angelo Cortazzo e moderato dalla scrittrice Antonella Casaburi.
Dopo i saluti istituzionali del Consigliere con delega Eventi, Turismo e e Spettacolo di Vallo della Lucania, Virginia Casaburi, la prima parte del format ha avuto inizio con l’intervento del prof. Giuseppe Palladino, che ha effettuato un’ approfondita analisi dei canti popolari cilentani da un punto di vista tematico e strutturale ( I canti popolari cilentani: usanze, tematiche e strutture).
Apprezzatissimo dal pubblico è stato l ‘intervento musicale del Maestro Peppe Cirillo, direttore del Dipartimento di musica popolare dell’Istituto Musicale R. Goitre di Vallo della Lucania e ricercatore universitario, che si è esibito insieme al Maestro Emiddio Ausiello, dalla critica musicale ritenuto uno dei migliori percussionisti cerchiati.
Nel suo intervento (La platea dei debitori di S. Maria di Pattano) il dott. Aniello Amato ha parlato in anteprima di un suo lavoro che sarà pubblicato nei prossimi mesi, basato su ricerche d’archivio condotte a Napoli, a Salerno e a Vallo della Lucania.
Ad aprire la seconda parte del format, la compagnia “La Cellula” di Pattano nello sketck teatrale “No paccio e ‘no ‘mbreaco”, scritto e diretto da Angelo Musto, che si è esibito con Vincenzo Giusto. Dalla sezione “Filastrocche e aneddoti locali”, ricercati e trascritti da Pantaleo Palladino nella raccolta “Zomba ra ccà e ra ddà”, letture a cura di Lidia Ametrano. Nel ricordo di Emiddio, detto Mandolino, lettura della poesia “Lo professore re mandulino: ronn’Emiddio”, di Giuseppe De Vita, a cura di Pasquale Alario. Molto intenso il momento canoro, con l’esecuzione di due opere di Giuseppe Palladino: “Brigì Bardò”, a cura di Antonino Nese, e “Fiamme”, a cura di Antonella Attanasio. Sketck teatrale a cura di Anna Fatigati, attrice e regista, che ha portato in scena, con Pasquale Alario e Barbara Amorelli, l’ opera di Giuseppe Palladino “‘U funerale re ron Carlino”. Lettura di opere di Vincenzo Bruno a cura di Marisela Guzzo e Barbara Amorelli. Lettura della poesia “Camminanno ‘mparaviso” di Giuseppe Palladino a cura di Simona Ferolla.
Momento emozionante la consegna della targa in memoria dell’erborista Pasquale La Palomenta alla moglie da parte del Rotary Club Cilento, presieduto dal M° Santina De Vita.
Nella terza parte la dott.ssa Laura Cuozzo ha illustrato metodi legati alla fitoterapia e ha presentato un antico gelato vallese, lo “Spumone”, da lei recuperato.
La seconda giornata di “Salviamo il dialetto cilentano”, patrocinata dal Comune di Vallo della Lucania, dall’ Istituto Musicale R. Goitre e e dal Rotary Club Vallo della Lucania – Cilento, si è avvalsa della collaborazione di “80 voglia di conoscerti” e della partnership di C.C.I. Cortazzo.
Il format “Salviamo il dialetto cilentano”, volto alla promozione del patrimonio materiale e immateriale del Cilento attraverso le lingue locali, ha come immagine iconica un quadro dell’artista Mario Romano: un’opera che ritrae contadini intenti a raccogliere le spighe di grano nelle campagne del Cilento interno. In primo piano si scorge un bambino intento nella lettura. Sullo sfondo il Monte Stella, che nel X secolo era chiamato “Monte de Cilento”.
Il format, che mira a valorizzare i borghi del Cilento, nella seconda giornata ha celebrato il cuore popolare di Vallo della Lucania e delle sue frazioni e ha omaggiato gli autori locali che con le loro opere in dialetto ne hanno custodito e tramandato la memoria.

