Il settore delle costruzioni segnala l’inizio di un’inversione di tendenza principalmente nel segmento delle aziende che producono un fatturato fino a 5 milioni di euro.
Meno significativo il miglioramento, che si registra, invece, per le imprese con fatturato compreso tra 5 e 20 milioni di euro ed imprese con fatturato oltre 20 milioni di euro, secondo il Centro Studi ANCE Salerno. Alla luce degli ultimi dati congiunturali disponibili e delle previsioni sul Pil del Mezzogiorno e della Campania ne 2015 e nel 2016, si conferma un quadro di sostanziale difficoltà del tessuto produttivo provinciale e regionale, anche se va evidenziata la maggiore fiducia nel futuro.
Le microimprese e le partite Iva specializzate operanti nel comparto edile hanno lanciato negli ultimi mesi una vera e propria “offensiva” door to door per intercettare la domanda di piccoli lavori di ristrutturazione e di efficientamento energetico. In altre parole, si è verificata una maggiore attività, che però non ha avuto effetti rilevanti sulla dinamica produttiva delle aziende più strutturate. Ne consegue che la maggiore fiducia delle imprese dell’intera filiera delle costruzioni rischia di regredire in mancanza di interventi efficaci dal punto di vista degli investimenti pubblici o della velocizzazione delle procedure inerenti le gare di appalto in via di espletamento. È per questa motivazione – spiega il Centro Studi ANCE Salerno – che le aziende con fatturato compreso nella fascia 5/20 milioni di euro mostrano maggiore cautela sulle possibilità di effettiva ripartenza del comparto nel breve periodo.
Gli indici previsionali del campione di riferimento – 100 aziende edili, individuate da ANCE Salerno – ci si rende conto che risultano tutti in campo positivo : produzione, +4,00; fatturato, +5,00; ordini e contratti, +4,00; occupazione, 0,00; costo del lavoro, +10,00; costo delle materie prime, +10,00; spese dirette di cantiere, +13,00; spese generali, +17,00.
Negli ultimi due anni 2013-2015 i percorsi dei singoli indicatori mostrano una dinamica in continua evoluzione: produzione da -37,14 a +4,00 ; fatturato da -38,57 a +5,00; ordini e contratti da -45,71 a +4,00; occupazione da -37,14 a 0,00. Risultano invece in calo gli indici sull’andamento del costo delle materie prime (da +32,86 a +10,00), delle spese dirette di cantiere (da +21,43 a +13,00) e delle spese generali (da +38,57 a +17,00).Il costo del lavoro è previsto in lieve ulteriore aumento (da +4,29 a +10,00), a conferma della crescita della domanda di manodopera da parte delle imprese (come confermato dai più recenti dati Istat).
Se si prendono in considerazione gli indici previsionali delle imprese con fatturato inferiore ai 5 milioni di euro, si comprende bene l’influenza positiva sul tessuto dell’edilizia degli interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione del patrimonio abitativo, dal 2013 al 2015 si è registrata un aumento della produzione, degli ordini e contratti, dell’occupazione, della diminuzione delle materie prime. Questi dati confermano che le micro e piccole aziende hanno superato la fase recessiva. Mentre le imprese con fatturato tra 5 e 20 milioni di euro sono in campo negativo, così come avvertono un brusco ridimensionamento gli indici relativi alle imprese con un fatturato che supera i 20 milioni di euro.
È in questo segmento di aziende che, sebbene in attenuazione, si manifestano le maggiori difficoltà nell’ambito delle previsioni per il secondo semestre 2015. Le ragioni sono da individuare, molto probabilmente, nella stagnazione ancora in atto degli investimenti più consoni a tale dimensione aziendale. Va aggiunto, però, che l’aumento numerico dei bandi di gara pubblici e l’urgenza di accelerare la spesa dei fondi Ue alimentano un clima di fiduciosa attesa per i prossimi mesi. È sulla base di queste considerazioni che si comprende meglio il miglioramento dei principali indicatori evidenziati da questa tipologia di imprese.
Nel caso delle aziende che superano in termini di fatturato i 20 milioni di euro, si assiste ad un dimezzamento degli indici previsionali riferiti al secondo semestre 2015 rispetto a quelli inerenti il primo semestre 2015. In questo caso è molto probabile che si sia verificato un “rallentamento” della attese positive rispetto alle accelerazioni della spesa dei Fondi Ue (e dei pagamenti dei crediti verso le imprese) enfatizzate nell’ultimo trimestre 2014. Alla prova dei fatti la ripartenza degli investimenti e l’immissione di liquidità nel circuito delle grandi imprese non si sono rivelate adeguate alle aspettative. Nel confronto tra i periodi II 2013/II 2015 gli indici risultano praticamente dimezzati, sottolineando, tra l’altro, una brusca inversione di tendenza tra il I ed il II semestre del 2015.