Oggi la liturgia ci propone la chiamata di Pietro, una chiamata fondamentale per la vita della Chiesa, una chiamata che Dio non rivolge solo ad alcuni privilegiati, ma a tutti i battezzati. San Luca ci propone l’esperienza della vera fede, l’esperienza che segnò per sempre la vita di Simone.
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Il lago di Galilea, chiamato anche lago di Gennesaret, è lo scenario dell’episodio che oggi siamo chiamati ad ascoltare e sul quale meditare. Il racconto ci presenta tre quadri. Nel primo Gesù annuncia la parola. Una moltitudine di persone lo segue e la ressa per ascoltarLo è grande. Gesù perciò decide di salire su una barca e di scostarsi dalla riva.
Nel secondo quadro le barche sono ormeggiate, i pescatori tristi, stanchi e sfiduciati. La pesca è andata male. Luca riporta il dialogo tra Gesù e Simone, un dialogo semplice ma profondo. Gesù si rivolge a Pietro invitandolo a gettare le reti per la pesca. E’ certamente una richiesta strana. Simone è invitato a fare ciò che un pescatore esperto normalmente non farebbe, gettare in pieno giorno la rete. Ma decide di ascoltare la parola di Gesù, una parola che chiama, che trasforma la vita, che dischiude una prospettiva nuova.
Infatti nel terzo quadro contrariamente a quanto successo durante la notte, ci viene raccontato che la quantità di pesci raccolti è enorme.
Di fronte a questo prodigio Simone si sente peccatore, indegno di stare alla presenza di Gesù. La confessione, non richiesta, non determina rimproveri, anzi Gesù lo rassicura: “non temere, sarai pescatore di uomini”. Adesso Simone è certo che chi ha riempito le reti vuote riempirà anche la sua vita. E’ il momento del vero incontro con il Signore. Abbandona la pesca per seguire Gesù diventando annunciatore e testimone della sua Parola.
La storia di Simone sul lago è la storia di ognuno di noi chiamato a diventare, anche se per missioni e servizi diversi, nella piena libertà, discepolo, nonostante la nostra condizione di peccatori.
Riflettendo sul miracolo compiuto da Gesù, aver aiutato i pescatori in un momento di grande difficoltà e scoraggiamento, anche noi, quando le forze non sono sufficienti, quando sperimentiamo la dura realtà, dobbiamo rivolgerci a Lui che ci ha promesso di non abbandonarci mai.
Chiediamo allora il suo aiuto, anche si ci sentiamo indegni, prostriamoci come Simone e riconosciamo la nostra piccolezza. Il segreto della fede sta nel confidare nella potenza amorevole di Dio che sempre ci responsabilizza e ci sostiene, nella sua pazienza senza limiti.
Seguiamo Gesù senza indugi, lasciamo ciò a cui siamo attaccati anche se ci costa fatica.
Buttiamo allora la rete nella Parola di Gesù con l’impegno poi di comprenderLa e di attuarLa, trasformandoLa in nostra guida! Santa domenica in famiglia.
1 commento
È una parabola che solo a leggerla ti fa sentire dentro una sensazione di benessere soprattutto quando si vivono momenti di sconforto . Grazie Signore che esisti e che con i tuoi insegnamenti ci permetti di affrontare le difficoltà di tutti noi.