Franco Alfieri era un uomo solo al comando o aveva dietro di sé il partito a cui era iscritto e che dirigeva per interposta persona?
La domanda non è peregrina perché, da che mondo è mondo, quello della politica è sempre stato un riflesso della realtà nel quale agisce anche l’aggregazione solidaristica del partito.
A dimostrazione di ciò ci sono le varie sedi aperte in occasioni di elezioni locali e nazionali, l’organizzazione delle primarie per eleggere i segretari nazionali, la gestione del simbolo nelle elezioni ai vari livelli …
Ecco perché Alfieri, non solo ha organizzato la sezione del Partito Democratico nel comune dove era sindaco, ha anche creato un coordinamento tra le sezioni PD presenti in ognuno dell’Unione dei Comuni di cui era presidente.
Evidentemente, la fiammella che alimentava l’anima popolare del Partito Comunista, poi PDS, infine PD, è stata e ancora vive nonostante i cambiamenti intervenuti dopo la caduta del muro di Berlino nel 1989.
Anche le due anime del partito, incarnate da Franco Alfieri (Democrazia Cristiana e Partito Popolare) e Vincenzo De Luca (Partito Comunista Italiano) erano riuscite a integrarsi fino a fondersi in un comune modo di vedere il futuro politico per loro stessi e per i loro sostenitori.
Certo la fiammella della partecipazione è andata esaurendosi con il tempo, ma la consapevolezza di non poter fare a meno dei “simboli” ereditati dal passato era ed è presente nel modo di gestire il consenso. Infatti, questo, insieme alla sua capacità di operare in modo sistematico per rimuovere ciò che impediva al comune di Capaccio Paestum, che da tempo si fregia del titolo di Città, di dotarla di tutta una serie di servizi che rimarranno nella storia recente del comune: Lungomare e realizzazione di parcheggi a monte della via Posidonia che hanno liberato il mare; acquisizione, ristrutturazione e messo a reddito dell’Ex Tabacchificio e sistemazione della viabilità in contrada Cafasso; dare l’acqua a Capaccio Capoluogo e la sistemazione del centro storico; un piano per la sistemazione generalizzata degli oltre 350 Km di strade comunali; la soluzione dei problemi legati all’Area PIP e al suo ampliamento; La manutenzione delle aree verdi e dell’arredo urbano; l’acquisizione e la ricostruzione del Cinema Teatro Myriam … perfino l’avvio dei lavori per la realizzazione del sottopasso ferroviario di Paestum … tutte opere che, al di là di come andrà a finire la vicenda giudiziaria in cui è coinvolto, rimarranno patrimonio della comunità e nella disponibilità dei residenti e dei turisti!
Purtroppo, la necessità di coinvolgere decine di candidati che andavano a “gonfiare” le numerose liste che avrebbero sostenuto il candidato sindaco nella corsa verso il potere ha diluito molto il peso specifico di ognuno fino a renderlo del tutto ininfluente al momento delle decisioni e sfilacciato anche a nell’ambito del partito stesso che veniva percepito come “primus inter pari” senza nessuna capacità di controllo sulla maggior parte degli eletti e, soprattutto, con scarsissima capacità di coordinamento e raccordo tra chi veniva eletto e la platea dei candidati.
Infatti, una volta conclusosi l’evento elettorale, quella platea si è dissolta come una risacca che risucchia indietro ogni velleità o entusiasmo partecipativo.
Ecco perché il sindaco Franco Alfieri, nonostante il “plebiscito” che lo ha confermato sindaco di Capaccio Paestum ha svolto il suo ruolo amministrativo, presumibilmente, rapportandosi più con i gruppi consiliari che con il partito.
Eppure il partito a Capaccio Paestum c’è!
Dopo una breve ricerca riesco ad avere nomi e numeri di telefono del tesoriere, Mimmo Marra; e del segretario, Umberto Puca.
“Il Partito Democratico di Capaccio Paestum esiste ed è nel pieno della sua operatività!” con questa frase mi accolgono Pasquale Cetta e Umberto Puca per un incontro richiesto al fine di verificare se, al di là del chiacchiericcio che si è sviluppato intorno a caso Alfieri, ci fosse una struttura operativa ancora in grado di supportare l’azione amministrativa della vicesindaco, Maria Antonietta Di Filippo; della giunta comunale e del consiglio comunale ancora in carica nella città dei Templi.
Il primo mi conferma che la sezione situata in Via Magna Graecia è operativa, anche se in spazi ridotti rispetto al periodo elettorale; il secondo dichiara che il direttivo si confronta con il segretario provinciale, Enzo Luciano, per seguire giorno per giorno l’evolversi della situazione.
Conosco Cetta, presidente della sezione del PD, da quando sono a Capaccio Paestum; mentre mi è estraneo (per ragioni anagrafiche) il giovane segretario Umberto Puca. Non è presente all’incontro Mimmo Marra che è il tesoriere.
La prima curiosità che devo togliermi è se dietro al simbolo c’è di più … e scopro che ha una sede, una base associativa di circa 150 iscritti e che nell’elenco ci sono tutti i consiglieri eletti con Alfieri, tranne uno e il consigliere di opposizione Emanuele Sica, ex PD anche lui. Chiedo se c’è qualche defezione con la restituzione della tessera la risposta è che “ad ora, nessuno lo ha fatto e nemmeno ha preavvisato i dirigenti della sezione che avrebbe intenzione di farlo!”
In realtà, tutti sanno a Capaccio Paestum che nessuna delle 5 liste che hanno sostenuto Alfieri nella “marcia trionfale”, con la quale ha riconquistato la poltrona di sindaco, portava il simbolo del PD. Una scelta “strategica” certamente, ma comunque poco ortodossa sotto l’aspetto dell’attaccamento al partito sia di Alfieri sia dei candidati …
In ogni caso, vista la consistenza numerica e i ruoli che occupano nell’amministrazione i tanti iscritti è naturale immaginare che quello che mi diranno i miei due interlocutori ha un peso e una sostanza e possono dare risposte dirette alla curiosità di un cronista.
Intanto, sia Cetta sia Puca ci tengono a precisare che sono “solidali con il sindaco e rispettosi del lavoro dei giudici ai quali chiedono di non lasciare per troppo tempo l’amministrazione comunale nell’incertezza in cui si trova ad operare”.
Relativamente alla gestione ordinaria del comune il Partito Democratico “ha chiesto alla Vice sindaco, Di Filippo; e all’intero Consiglio comunale di mettere in sicurezza il processo di completamento dei lavori non soggetti a problematiche relative all’inchiesta in corso al fine di non compromettere la messa a disposizione della comunità!”
Dopotutto, Cetta e Puca sono convinti che “non ci saranno defezioni da parte dei consiglieri in carica in numero tale da provocare lo scioglimento del consiglio.” Mentre Maria Antonietta Di Filippo può sostituire il sindaco fino ad un massimo di 18 mesi dalla data della sospensione di Franco Alfieri.”
Domando a Cetta cosa pensa del fatto che siano stati ritirati i finanziamenti per la realizzazione della strada che avrebbe fatto da “bretella” per collegare in modo veloce Agropoli all’ingresso dell’autostrada del Mediterraneo ad Eboli.
Mentre sul riequilibrio di bilancio necessario a diluire i debiti contratti per gli investimenti Cetta e Puca ritengono che “non dovrebbero esserci problemi a portare la proposta ponderata in consiglio per assestare la situazione finanziaria e farla approvare. Questo soprattutto per non mettere in discussione il programma delle opere pubbliche necessarie per completare il quadro infrastrutturale immaginato dall’amministrazione Alfieri e portare a termine il piano di riassetto dell’intero territorio comunale ”
Il presidente della sezione è molto amareggiato per questa decisione in quanto “penalizza il territorio situato a Sud di Agropoli che vedrà dilatarsi, sempre di più, la distanza temporale per essere raggiunto sia per motivi turistici sia per necessità lavorative.”
Chiedo infine come si comporterà la sezione PD di Capaccio Paestum di fronte alla quasi certa candidatura di Vincenzo De Luca in contrapposizione al suo stesso partito, il PD …
I miei interlocutori mi mettono al corrente che “nelle prossime settimane sarà convocata l’assemblea provinciale del PD a Salerno con all’ordine del giorno proprio la questione delle prossime elezioni regionali.”
È facile immaginare che sarà l’ombra di Vincenzo De Luca ad aleggiare nella sala dove al tavolo della presidenza siederà Vincenzo Luciano, segretario provinciale. Ed è altrettanto scontato che se la maggioranza dei segretari del PD a livello comunale convocati decideranno di sostenere l’attuale presidente della Regione Campania impegnato nel tentativo di rimanere a Palazzo Santa Lucia per altri 5 anni, allora la spaccatura non sarà indolore tra i fedelissimi del presidente e chi si attesterà sulle posizioni del PD nazionale: “il PD non appoggerà la candidatura al terzo mandato di Vincenzo De Luca nè di altri candidati nella stessa posizione” … ma questa è tutta un’altra storia!