JJeff, com’è il tuo nome completo ?
Jeffrey Jeffrey Frances Casella.
Però, qui tutti mi chiamano Jeff
Sì, uso solo il nome corto, è più facile così.
Tu sei l’anima di questo evento perché conosci ogni settore, sei presente in ogni situazione e sei animatore di tutti gli eventi. Dove prendi tutta questa energia?
Non me ne è rimasta più. Penso che il fattore più grande sia la connessione, il desiderio e l’amore per Felitto. Voglio fare tutto nel modo più giusto, non voglio rovinare nulla o mandare le cose all’aria, soprattutto non questo. Nel momento in cui abbiamo iniziato a organizzare questo evento, in una delle nostre riunioni ho reso note le mie idee. Non so se hai conosciuto Bobbi Mariotti, beh lui ha detto: “Ok, procedi.” Quindi tutto è ricaduto su di me. Ma lui mi ha anche detto che non voleva fare una brutta figura con voi, non voleva che una volta tornati a casa avreste detto: “Cosa cavolo abbiamo visto lì? Cosa è successo lì?”. Dovevamo assicurarci che alla fine tutti sarebbero rimasti contenti.
Puoi stare tranquillo, racconteremo solo cose belle.
Negli ultimi giorni mi sono definito da solo il “cowboy della delegazione”, come se fossi un cowboy che deve guidare la mandria: “Ok, andiamo qui, no andiamo lì…” Ho capito che sarebbe filato tutto liscio nel momento in cui siete arrivati in hotel e ho visto il vostro entusiasmo nel trovare la banda musicale ad accogliervi. Lì ho capito che potevo continuare così. Speravo che non avreste detto che eravate stanchi e volevate andare a dormire.
Della tua famiglia chi è arrivato per primo in America?
Il mio bisnonno. Non so come si dice great-grandfather.
Bisnonno.
Quindi, il mio bisnonno è arrivato per primo.
Dico sempre che i miei bisnonni sono arrivati qui insieme, ma solo perché questo rende la storia più facile da raccontare. In realtà, il mio bisnonno è venuto qui per primo. Lui aveva un figlio in Italia, non ricordo il nome. Il figlio, rimasto a Felitto, morì quando il mio bisnonno era già partito per gli Stati Uniti. Quando tornò dall’America per la sua morte, lui e la mia bisnonna stavano per avere un altro figlio. Tre mesi dopo, un altro parente morì lasciando il figlio ormai orfano. I miei bisnonni erano i padrini di questo bambino, così dovettero prendersene cura. Ma poi morì anche questo bambino. Non so esattamente perché morì, ma nessuno lo sa in quanto non siamo riusciti a recuperare i documenti.
Suo nonno, cosa faceva a Old Forge?
Lui lavorava nelle miniere.
E il suo papà?
Mio nonno lavorò nelle miniere solo per una settimana. Quando andò a richiedere la sua paga, gli dissero che, forse, lo avrebbero pagato nella settimana successiva.
Ma lui aveva una famiglia, e in ogni caso aveva già deciso di non volere più scendere in miniera. Così imparò il mestiere del carpentiere e divenne un costruttore. Quindi, cominciò come minatore in miniera e ne uscì come un costruttore.
Ok, e tuo padre?
Mio padre era un impiegato. Lavorava in un ufficio di recupero crediti. La compagnia che esisteva prima di FedEx, quella attuale. Lui chiamava i clienti per richiedere i pagamenti delle fatture. Era un duro lavoro. Infatti, aveva un dito più duro del normale, poiché era quello che usava di più per comporre i numeri sui vecchi telefoni a manopola.
Tu che lavori fai o hai fatto?
Quanto tempo ha? Perché l’elenco è lungo!
Poco …
Da ragazzo ho fatto tanti lavori. Ho consegnato giornali; ho lavorato in alcuni fast food; mi sono arruolato nella marina, ma poi ho dovuto lasciarla a causa delle mie ginocchia. In realtà, ho sempre voluto fare il poliziotto, ma poi, dopo averlo fatto, ho capito che non andava bene per me. Ho lavorato per una compagnia aerea, che ha chiuso. Ho lavorato come autista su camion e pullman. Sì, ho guidato anche i pullman per un po’, ma non mi piaceva il “carico” perché “parlava”. Quello che voglio dire è che, se guidi i camion, trasporti scatoloni e questi di certo non ti parlano; invece, con gli autobus trasporti persone e queste parlano e, di certo, mai in modo cordiale, ma sempre lamentandosi dei ritardi o altro.
E ora qual è il tuo lavoro?
Guido i camion.
È un lavoro onesto, un buon lavoro. Se entri a far parte di una buona compagnia, puoi anche guadagnare bene.
Tu hai un solo figlio, lo abbiamo conosciuto. È un simpaticone ed è molto socievole. Passate abbastanza tempo insieme?
Sono via per lavoro solo pochi giorni a settimana. Ci sono anche giorni in cui sto a casa. Direi che trascorriamo molto tempo insieme, ma soprattutto nei weekend.
Tornando alla festa, quante persone sono state servite in questo evento?
Ieri sera non ci sono state così tante persone quante ce ne sono state venerdì sera. Ma sono venute comunque un bel po’ di persone. Qualcuno sarà venuto solo per assistere alla cerimonia di gemellaggio, poi avranno mangiato un po’ di pizza gratis e saranno tornati a casa. Venerdì sera, invece, ci saranno state più di 1000 persone in giro per il festival ed è stata una serata impegnativa.
Sabato, invece, credo che non ci sia stata molta gente perché era prevista pioggia. Chi non è venuto, però, non ha considerato che abbiamo una “Santa” così buona da mandare via la pioggia. Anche l’anno scorso ha piovuto la sera prima della processione, quando dovevamo portare la Madonna in chiesa. Pioveva a dirotto, così ho la statua l’ho coperta con un impermeabile ricavato dai sacchi neri , quelli che usiamo per la raccolta della spazzatura.
Quante persone hanno collaborato a questa festa?
Abbiamo avuto l’aiuto di molta gente. Ma non è mai abbastanza, per cui, chiunque voglia venire a dare una mano in futuro è il benvenuto. Non abbiamo un conto preciso delle persone che vengono ad aiutare. Forse quest’anno c’è stata più partecipazione anche per via del gemellaggio. Ma anche i visitatori sono stati di più rispetto agli anni passati. Nei primi anni del festival, le strade erano piene di gente e questo è il mio obiettivo per i prossimi anni: vorrei tornare a quando le persone erano emozionate per questo festival. E vorremmo che le persone capiscano che questo non è solo un festival in cui si consuma il cibo, ma molto di più.
Ovviamente sono volontari le persone che lavorano qui?
Sì, tutti volontari. Nessuno viene pagato, solo i musicisti.
Quante volte sei tornato a Felitto?
Quattro volte. Francesca lo sa molto bene, perché quando andiamo lì alloggiamo da lei: non frequentava ancora l’università quando siamo venuti la prima volta. È così che abbiamo conosciuto Alessandro e la sua famiglia.
Cosa pensi di Felitto?
Non desidererei altro che ritornare lì.
Cos’è che ti attira?
Il cibo ti lascia a bocca aperta. Ma credo che ci sia un grande senso della famiglia lì. Quando mi trovo a Felitto, soprattutto quando attraverso il ponte medievale, mi sembra quasi di vedere i miei bisnonni attraversare quel ponte per raggiungere Napoli e imbarcarsi per l’America. Poi il paese è tranquillo, c’è tanta pace …
Ora abbiamo una ragione in più per venire in Italia, quella di andare a trovare Rosanna. È sempre bello tornare. Amiamo le persone del posto. Dicevo sempre di sentirmi un po’ come George Clooney quando cammino per il paese.
Poi ho scoperto che George Clooney ha avuto un incidente proprio lì, nella Valle del Calore. Così, ora ho una storia più bella da raccontare. Credo che sia un pensiero comune il mio, ma quando trovi la famiglia, il posto in cui dovresti essere, lo senti.
Grazie Jeff! È stato un piacere incontrarti a Old Forge e spero di rivederti presto a Capaccio-Paestum, a Felitto.