L’ente Parco ha allestito una mostra fotografica all’Istituto di Cultura Italiana a Oslo e ha presentato la “Guida naturalistica di campo ai cetacei” presso la sede del Consiglio Regionale a Napoli. Sul territorio enti non pervenuti!
Quest’anno la regione prescelta dall’Ambasciata Italiana a Oslo è stata la Campania che, con la presenza dell’Assessore all’Agricoltura Nicola Caputo, ha rappresentato le eccellenze enogastronomiche campane.
Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, Comunità emblematica della Dieta Mediterranea, che già nel 2019 aveva sottoscritto rapporti di gemellaggio con il “Parco delle Balene” in Norvegese, ha allestito una mostra fotografica all’Istituto di Cultura Italiana a Oslo che promuove i luoghi suggestivi dell’Area Protetta e rimarrà in esposizione fino a gennaio.
All’inaugurazione era presente una delegazione del Parco guidata dal Presidente Giuseppe Coccorullo e dal Direttore Romano Gregorio.
Presidente e direttore sono tornati orgogliosi dalla trasferta per il successo riscosso e per il grande interesse mostrato dai partecipanti verso il territorio protetto e le sue straordinarie bellezze. Non hanno mancato di ringraziare particolarmente l’Ambasciatore Stefano Nicoletti e la Dottoressa Raffaella Giampaola, Direttrice dell’Istituto di Cultura Italiana ad Oslo, per l’ospitalità ricevuta e per l’ottima l’organizzazione messa in campo.
Dopo tutto, nel cercare notizie del gemellaggio sottoscritto e richiamato nel comunicato fatto dal parco per congratularsi con l’Ambasciatore Stefano Nicoletti e alla Dottoressa Raffaella Giampaola, Direttrice dell’Istituto di Cultura Italiana ad Oslo, mi sono imbattuto su un altro evento che l’ente parco ha organizzato a Napoli, presso la sede del Consiglio Regionale della Campania. Infatti, il 9 aprile presso la prestigiosa sede del consiglio regionale della Campania, “sala caduti di Nassiriya”, al 21 piano, isola f13, centro direzionale di Napoli, si è tenuta la presentazione del volume: GUIDA NATURALISTICA DI CAMPO AI CETACEI DELLE ACQUE COSTIERE DEL PARCO NAZIONALE DEL CILENTO, VALLO DI DIANO E ALBURNI.
Il volume riporta i risultati di una ricerca condotta sui Cetacei delle acque costiere del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni.
I Cetacei noti sino ad oggi per le acque del Cilento sono otto specie alle quali si aggiungono due specie note solo per il Golfo di Salerno. E precisamente una specie di Mysticeti, la Balenottera comune Balaenoptera physalus (famiglia Balaenopteridae) e sette specie di Odontoceti: il Capodoglio Physeter macrocephalus (= P. catodon) (famiglia Physeteridae), il Cogia di Owen Kogia sima (famiglia Kogiidae) e cinque specie della famiglia Delphinidae: il Delfino comune Delphinus delphis, il Tursiope Tursiops truncatus, la Stenella striata Stenella coeruleoalba, il Grampo Grampus griseus e il Globicefalo Globicephala melas.
Le altre due specie di cui sono noti solo pochi avvistamenti per il Golfo di Salerno sono: la Balenottera minore, Balaenoptera acutorostrata (Mysticeti: Balaenopteridae,) e la Pseudorca Pseudorca crassidens (Odontoceti: Delphinidae). La prima specie è documentata per un solo evento nel 2010. La seconda specie è considerata “irregolare” e “occasionale” nel Mar Mediterraneo.
In totale le 10 specie note nella zona di indagine rappresentano circa il 77% della cetofauna stimata della Regione Campania (13 specie) e circa il 55% di quella italiana (18 specie). Il volume è stato promosso e finanziato dall’Ente Parco del Cilento, Vallo di Diano e Alburni con il patrocinio del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli Federico II.
Fa sempre piacere vedere che in Italia e all’estero il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni venga portato “sugli scudi” e questo fa onore a chi ha responsabilità di rappresentanza e di direzione.
Fa anche piacere che a fare da “padrino” all’evento di Napoli sia stato proprio Tommaso Pellegrino che quando si insediò ironizzò dichiarando che “l’area protetta non si promuove andando a cercare <<medagliette>> in Italia e all’estero ma lavorando sodo sul territorio”.
Farebbe ancora più piacere se questi eventi e la presentazione di pubblicazioni che riguardano il territorio e le aree protette del Parco venissero adeguatamente fatte conoscere a chi vive nell’area protetta per risollevare, almeno un po’, il livello di apprezzamento che riscuote tra gli “indigeni”. invece, sul territorio non pervenuto!
Dopotutto, non c’è da farsi illusioni … nella terra dei “tristi” tutti i segni che la storia ha lasciato sono stati opera di chi è venuto da “fuori” “Sibariti”, “Lucani”, “Romani”, Arabi … persino gli Americani con l’Operazione Avalanche!
Per cui, avanzare su questa strada è solo il modo più comodo per non andare fuori dal “seminato” senza dover rendere conto a nessuno.