“Quando per strada cammino a piedi tengo la destra del marciapiedi; se il marciapiedi invece non c’è, vado a sinistra, è meglio per me!”
Un tempo le indicazioni contenute in questa “rima” erano sufficienti a far capire ai bambini l’importanza di prestare attenzione quando uscivano di casa per andare a scuola, dalla nonna, dagli amici, al campetto, ai giardini …
Oggi, tra camion, motorini, moto, automobili, monopattini, trattori, autobotti … è impensabile che bambini e bambine possano avere il permesso di uscire in strada con marciapiedi, figuriamoci “se il marciapiedi, invece, non c’è!”
Dopotutto, anche gli adulti devono fare i conti con il traffico che sfreccia in ogni direzione e prima di avventurarsi su strade urbane ed extraurbane devono valutare bene la situazione.
Accompagnato da questi ragionamenti, come mi succede spesso, sono uscito da casa per assolvere al mio “compito” esistenziale di correre per 10 Km che mi aiutano a rimanere in una forma fisica accettabile comparata all’età.
In teoria, se uno si sposta a piedi su una strada dove il limite di velocità è fissato a 30\50 Km orari indicato da cartelli, per correre o per camminare, dovrebbe sentirsi abbastanza sicuro.
Purtroppo, questo non accade nella stragrande maggioranza dei casi!
Questa mattina, giovedì 21 novembre 2024, sono uscito da casa per “correre” come faccio abitualmente tre o quattro volte alla settimana. Pur stando attendo a scegliere stradine poco trafficate, capita di dover percorrere brevi tratti dove il traffico è più intenso, ma si tratta di strade dove il limite è di 50 Km. Limite rispettato da meno del 5% degli automobilisti come, del resto il divieto di sorpasso dove c’è la linea bianca continua.
È facile per chi corre capire a che velocità si sposta un’auto che arriva da dietro o che avvisti di fronte … più è breve il tempo che passa dal momento che ne senti il rumore a quello in cui ti passa a fianco e più è alta la velocità di marcia. Ma c’è anche un altro metodo che ho sperimentato: se riesco a leggere la targa posteriore, allora si avvicina al limite imposto; altrimenti è ampiamente superiore e te ne accorgi!
La situazione ancora più pericolosa è quando, davanti o dietro, c’è un’auto che viaggia nel senso di marcia di chi corre e viene superata; allora senti tutta la forza dello spostamento d’aria che ti investe fino a scuotere l’animo. Quando, invece, sono die mezzi pesanti che si incrociano, allora c’è poco da fare … devi saltare nella cunetta per evitare danni.
Nel 2023 sono 3.039 i morti in incidenti stradali in Italia (-3,8% rispetto all’anno precedente), 224.634 i feriti (+0,5%) e 166.525 gli incidenti stradali (+0,4%).
Sembra un bollettino di guerra che scivola via senza lasciare segni se non su chi subisce le conseguenze, direttamente e indirettamente, sulle vite di chi ne subisce le conseguenze.
D’ora in avanti cambierà tutto! È stato approvato il nuovo codice della strada e ce n’era effettivamente bisogno! Gli importi delle multe sono stati aumentati in modo esponenziale e sarà un buon deterrente per chi guida.
Ma rimarrà lettera morta se chi di dovere non assumerà una “postura” più determinata nei confronti di chi, abitualmente, non rispetta le regole del codice e, in particolar modo, i limiti di velocità su strade comunali e provinciali.
I comuni dovrebbero essere in prima fila soprattutto nel far rispettare i limiti di velocità dotando le strade di rilevatori automatici della velocità media in modo che chi guida si senta osservato e, se sgarra, certo dell’ammenda che arriverà a casa inesorabilmente.
Questo “educherebbe” i comportamenti e aumenterebbe le entrate nelle casse comunali. Per alleggerire l’impatto “negativo” sul consenso elettorale, chi amministra potrebbe destinare l’intero ricavato dalle multe alla costruzione di marciapiedi, illuminazione pubblica, arredo urbano e, soprattutto, aumenterebbe la loro l’autostima per aver svolto bene l’incarico che ricoprono puntando a fare anche il bene comune.
I cambiamenti che segnano una strada, le svolte che modificano le traiettorie sociali, le decisioni che caratterizzano il modo di amministrare e governare non arrivano per caso. Esse sono frutto di capacità di analisi, di intuizioni folgoranti, di occasioni colte al volo …
Ecco perché chi aspetta “ben altro” per agire si troverà a rimpiangere di non averlo fatto quando si voleva, poteva e doveva agire e non ha avuto il senso pratico per farlo.
Questo è uno di quei momenti che chi amministra può dimostrare, prima a sé stesso, e poi agli altri di non averlo fatto invano!