“Fiumi, Briganti e Montagne” di Oreste Mottola, edito da Magna Grecia, è un libro che va ben oltre la mera narrazione, trasportando il lettore in un viaggio emozionante e coinvolgente nel cuore di una terra dalle tradizioni millenarie, ricca di personaggi, storie e misteri ancora irrisolti.
Mottola, con una scrittura avvincente e profonda, riesce a rendere ogni pagina un’esperienza sensoriale, dove la bellezza del Salernitano non è solo un paesaggio da ammirare, ma un luogo che si vive, si respira e che racconta storie di personaggi che hanno segnato la storia e la vita di queste terre.
La sua capacità di fondere rigore storico e passione narrativa crea un’opera che non è solo un viaggio nel passato, ma un’esperienza che ci invita a riflettere sul nostro presente e sul futuro.
Il libro si apre con una riflessione su Ettore Majorana, il celebre scienziato scomparso nel 1938, un enigma che ancora oggi affascina e inquieta.
Mottola esplora questa figura misteriosa, cercando di capire cosa si cela dietro la sua sparizione, e ci guida in un percorso che ci porta a riconsiderare le leggende e le storie che si intrecciano con la realtà storica.
Ma Majorana non è l’unico protagonista di questa ricerca.
La parte dedicata a “La mia testimonianza su Angelo Vassallo“, ad esempio, non solo rivisita la figura del sindaco di Pollica, ma ne esamina anche il legame con il territorio e l’impegno verso una comunità che ha perso una figura centrale.
Mottola scrive con grande emozione, dipingendo un ritratto di Angelo Vassallo che va oltre la sua figura pubblica, rivelando il suo coraggio, il lato umano e il profondo legame con il Cilento.
Inoltre, l’autore ci guida alla scoperta dei misteri legati al brigantaggio, un capitolo che collega il Salernitano alla parte più sanguinosa e travagliata della storia dell’Italia meridionale.
Le vicende della banda Tranchella, del brigante Cerniello e, soprattutto, del prete brigante Don Vincenzo di Castelcivita, sono raccontate con grande sensibilità, non solo come atti di ribellione, ma come momenti di lotta per la giustizia sociale e umana.
Mottola ci invita a riflettere sul confine sottile tra il bene e il male, tra la fede e la ribellione, e su come le scelte di vita siano influenzate dalle circostanze storiche, sociali e culturali.
La storia del monaco Feola, ucciso dal “brigante” Tardio, aggiunge un ulteriore strato di dramma e di riflessione sul sacrificio, sulla fede e sulle contraddizioni di un’epoca di profonde trasformazioni.
Ogni figura che emerge dal libro è un pezzo di storia che non solo ci racconta il passato, ma ci invita a interrogarci su come quel passato abbia plasmato il presente e come continui a vivere nei luoghi e nelle persone che ancora oggi abitano il Salernitano.
L’opera di Mottola è un invito a riscoprire una terra che non smette mai di sorprendere, di rivelare nuovi angoli nascosti e di raccontare storie dimenticate.
Il suo sguardo è un ponte tra il passato e il presente, tra la memoria storica e la riflessione sul nostro rapporto con la terra che abitiamo.
“Fiumi, Briganti e Montagne” non è solo un libro da leggere, ma un’opera che ci invita a entrare in una terra che è un intreccio di personaggi, storie e misteri, di leggende e verità, che continuano a resistere al passare del tempo.
Se desiderate immergervi in un’esperienza unica, scoprire un angolo nascosto d’Italia e affrontare le sfide della memoria storica, questo libro è l’opera che fa per voi.
Non è solo una lettura, ma un viaggio che si fa riflessione, emozione e, soprattutto, una porta che si apre su una terra che continua a raccontarsi attraverso le sue storie e i suoi protagonisti.
Non lasciatevi sfuggire l’occasione di portare a casa un pezzo di storia, mistero e bellezza.
“Fiumi, Briganti e Montagne” è un’opera imperdibile, capace di sorprenderci e di farci riflettere su un Salernitano che vive non solo nel suo passato, ma nel cuore di chi ha il coraggio di raccontarlo.