Il film “Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa” ha suscitato qualche polemica, a Roma, in occasione della presentazione, ci sono state urla insieme ad insulti e commenti omofobi e di cattivo gusto da parte degli studenti. Sulla questione non è mancato l’intervento del Ministro Valditara. “Ho sentito la direttrice dell’ufficio scolastico regionale, Anna Paola Sabatini, ho chiesto di attivarsi per conoscere chi siano i responsabili di questi comportamenti vigliacchi e squallidi. Rinnovo la mia vicinanza e solidarietà alla mamma di Andrea. Il bullismo va contrastato con la massima severità. Appena saranno noti i nomi dei responsabili, andrò nella loro scuola perché voglio incontrarli personalmente”. La proiezione de “Il Ragazzo dai Pantaloni Rosa” è dedicata alla memoria di Andrea, il quindicenne che tragicamente perse la vita a causa di episodi di bullismo; il film, proiettato in anteprima nelle scuole, è stato interrotto da diversi studenti con risate, fischi e insulti. Mentre questo episodio continua ad assumere forme di violenza, anche dopo la perdita di Andrea, il Ministro Valditara ha voluto incontrare e ammonire i giovani di quella scuola romana invitando ognuno ad essere capocordata, ad essere portabandiera del bene, testimone del rispetto e dell’inclusione. “La sofferenza della madre di Andrea potrebbe essere la sofferenza di vostra madre se a voi fosse capitato quanto successo ad Andrea. Accogliere, rispettare, tendere la mano verso l’altro sono gesti che arricchiscono prima di tutto noi stessi, rendendoci persone migliori. Mi auguro che quanto accaduto porti a una riflessione sincera e vi faccia diventare testimoni del rispetto e dell’inclusione. E additando Sant’Agostino: “Dal male può nascere il bene”. Siate, da oggi in avanti, alfieri del bene, consapevoli che ogni giorno possiamo cadere e rialzarci scegliendo di rinunciare al male per far vincere il sorriso e l’amicizia”. Il film racconta la triste storia vera, quella del quindicenne Andrea Spezzacatena, che il 20 novembre del 2012, si tolse la vita dopo essere stato vittima di bullismo da parte dei compagni di scuola. Teresa Manes, dopo l’accaduto, scrisse il libro. Le pagine del suo racconto ricordano l’inferno del suo ragazzo a seguito della continua violenza perpetrata dai suoi compagni di scuola. Andrea indossò un pantalone accidentalmente stinto in un lavaggio e diventato rosa. I pantaloni rosa di Andrea diventarono un bersaglio, la ragione della sua persecuzione. Il film è ambientato a Roma, è la narrazione di uno spaccato del nostro tempo. Andrea Spezzacatena era un quindicenne coi suoi sogni e le sue aspirazioni, la bellezza dell’esistenza che si schiude e fa crescere i sogni, si tolse la vita il 20 novembre 2012. Dal suo profilo social, Teresa, la madre, scoprì che il figlio era vittima di cyberbullismo. Andrea resterà alla storia con la sua giovinezza pulita, come pagina bella, come “il ragazzo dai pantaloni rosa”. Nel film Teresa Manes, madre di Andrea, è interpretata da Claudia Pandolfi. Corrado Fortuna, invece, interpreta il padre del ragazzino. Il giovane Samuele Carrino è Andrea mentre Sara Ciocca e Andrea Arru, sono l’amica del cuore e il compagno che bullizza Andrea. Per fortuna il mondo non è uguale. Queste le parole della regista Margherita Ferri, a Palermo, in una sala rispettosa e silenziosa, capace di riflettere e capire che non si può morire di bullismo. “L’emozione è stato il sentimento più forte durante la lavorazione del film da parte di tutti, siamo stati un po’ investiti da questa missione, abbiamo sentito tutta la responsabilità di raccontare questa storia nel modo più onesto, autentico e pieno d’amore possibile. L’incontro con Teresa, la madre di Andrea Spezzacatena, è stato fondamentale perché ricordo una domanda che le ho fatto, che cosa ti aspetti da questo film. E lei disse: Io mi aspetto un film pieno di vita, un film vitale, come era mio figlio. E da quel momento è stato il faro che ha illuminato tutta la realizzazione del film, perché questo è un film sulla vita, un tributo alla vita di un ragazzo che a un certo punto non ha avuto gli strumenti, non ha saputo sopportare il peso di queste azioni di bullismo, di questa discriminazione che subiva e ha fatto questa scelta tragica di preferire di togliersi da questa terra, piuttosto che vivere la vita insieme agli altri perché gli altri lo facevano sentire sbagliato e immeritevole. Il film racconta proprio il punto di vista di Andrea e racconta che nessuna vita è immeritevole di essere vissuta, sono quelli che ti fanno sentire sbagliato o sbagliata che sbagliano.”
“Il ragazzo dai pantaloni rosa” fra polemiche e ammonimenti
La proiezione de “Il ragazzo dai pantaloni rosa” è dedicata alla memoria di Andrea, il quindicenne che tragicamente perse la vita a causa di episodi di bullismo; il film, proiettato in anteprima nelle scuole, è stato interrotto da diversi studenti con risate, fischi e insulti. Valditara: “La sofferenza della madre di Andrea potrebbe essere la sofferenza di vostra madre se a voi fosse capitato quanto successo ad Andrea. Accogliere, rispettare, tendere la mano verso l’altro sono gesti che arricchiscono prima di tutto noi stessi, rendendoci persone migliori. Mi auguro che quanto accaduto porti a una riflessione sincera e vi faccia diventare testimoni del rispetto e dell’inclusione".