Si chiedono urlando anche questa volta nelle piazze la stabilizzazione degli idonei dei precedenti concorsi come quelli dell’ultimo concorso Pnrr per non disperdere risorse già selezionate dallo Stat; il doppio canale anche i precari delle Gae e delle Gps, nella garanzia del rispetto del merito per non disperdere l’esperienza dimostrata in anni di sevizio; il diritto degli idonei a essere assunti in ruolo o riconosciuti abilitati; la stabilizzazione di 400 mila precari con più di tre anni di servizio che continuano a essere chiamati con contratti al 30 giugno. La manifestazione si terrà davanti al Ministero dell’istruzione e del merito. “Le ragioni dello sciopero sono molto semplici, afferma Marcello Pacifico, Presidente ANIEF. Il 15 novembre manifesteranno in tutta Italia gli idonei del concorso ultimo Pnrr: in migliaia hanno superato le prove ma non sono nelle graduatorie di merito pur in costanza di posti. Sono, infatti, tantissimi i posti vacanti, tutto questo è irragionevole. Protesteranno anche i precari con più di 36 mesi di servizio: sono più di 400mila in Italia e noi li vogliamo tutelare. È una protesta soprattutto contro la precarietà che mina la continuità didattica e mina anche il valore e il lavoro che ognuno di noi ha fatto in passato e che i precari continuano a fare. L’Italia è stata deferita in Corte di Giustizia Europea proprio perché dieci anni dopo una procedura di infrazione non si è adeguata. La normativa del nostro paese italiana non è conforme a una direttiva di 25 anni fa dell’Unione Europea sui contratti a termine, dichiara il Presidente ANIEF al quotidiano La Repubblica. Questa direttiva non è rispettata nel pubblico impiego e non è rispettata nella scuola. Servono misure di prevenzione per l’abuso dei contratti a termine con un doppio canale di reclutamento che va ad assumere tutti gli idonei, ma anche i precari con più di 36 mesi di servizio, dalle graduatorie delle supplenze. Serve poi per legge inserire un’indennità che non deve essere rimessa ai giudici ma deve essere data automaticamente nel contratto per chi è abusato dopo 36 mesi. Serve, inoltre, insediare e mettere nel nostro ordinamento questo principio di non discriminazione della parità di trattamento economica e giuridica tra personale precario e di ruolo. Oggi un precario per vedere riconosciuti i propri diritti deve fare un ricorso. Noi vorremmo che in futuro, invece, fosse lo Stato che recependo la normativa eviti questi ricorsi risarcendo tutti coloro che hanno avuto un abuso. Per ora basta ricorrere in tribunale per avere un risarcimento: abbiamo dato più di 20 milioni di euro negli ultimi 20 mesi però vorremmo che finalmente l’Italia si adeguasse all’Europa”. Marcello Pacifico, a Money, ha dichiarato: La scuola italiana è sempre più precaria Il 24% (284.385) nel 2022 aveva un contratto al 30 giugno o 31 agosto, il 100% in più rispetto al 2015, lo stesso numero del personale stabile tagliato dal 2001 (143 mila unità). Lo Stato italiano nonostante una precisa procedura di infrazione ha ridotto l’organico di ruolo e ha raddoppiato l’organico a tempo determinato perpetrato l’abuso dei contratti a termine. Ha allo stesso tempo innalzato l’età media degli insegnanti e del personale amministrativo superando persino la quota del 50% dell’organico over 50. È chiaro ed evidente che bisogna rivedere le regole sulle finestre d’uscita del personale scolastico che spesso ha titoli universitari che non sono riscattati per gli onerosi costi nonostante siano necessari per accedere e svolgere la professione. Per il personale delle forze armate vige il riscatto gratuito come una finestra che permette a 60 anni di andare in pensione”. La Commissione Europea ha deferito l’Italia alla CGUE, recita nel dettaglio il comunicato ANIEF, per non aver posto fine all’utilizzo abusivo di contratti a tempo determinato e a condizioni di lavoro discriminatorie, in violazione della Direttiva 1999/70/CE del Consiglio UE (Decisione di infrazione – Italia (INFR(2014)4231). La legislazione e i decreti attuativi del PNRR, con particolare riferimento alla L. 79/2022, non hanno ad oggi recepito la necessità, ribadita in ogni sede da ANIEF, di provvedere al reclutamento di tutti gli idonei del concorso docenti 2023 e di quello che dovrebbe essere bandito entro il 2024. Parimenti, è necessaria l’adozione di provvedimenti legislativi che consentano l’assunzione su tutti i posti vacanti e disponibili anche degli idonei al concorso ordinario docenti 2020 e del personale ATA. La perdurante assenza di disposizioni legislative che autorizzino l’assunzione del personale docente e ATA sul 100% dei posti vacanti e disponibili derivanti da turn over e che dispongano, con riferimento al personale docente di sostegno, la trasformazione dei posti in deroga in posti in organico di diritto, rende de facto impossibile qualsiasi risposta concreta ai rilievi che hanno condotto la Commissione Europea al deferimento dell’Italia per violazione delle disposizioni UE di cui alla sopra citata Direttiva. Contro la legge di bilancio e i tagli all’istruzione, l’abuso di personale precario, i tagli alle cattedre di sostegno, le illegittime procedure di reclutamento, il disfunzionamento dell’algoritmo, contro le attuali modalità di assegnazione delle supplenze, contro il mercato dei titoli e della formazione, l’alternanza scuola-lavoro presso le aziende produttrici di armi, per denunciare i salari tra i poveri di Europa, per una scuola inclusiva della cooperazione, contro la competizione. Sempre il 15 novembre è stato proclamato sciopero generale in Lombardia; a Roma è prevista una manifestazione degli idonei del concorso scuola Pnrr 2023.
Scuola, Anief proclama sciopero il 15 novembre
Sciopero del personale docente, ATA ed educativo, a tempo indeterminato e a tempo determinato, delle Istituzioni scolastiche ed educative. Le ragioni dello sciopero: la stabilizzazione degli idonei dei precedenti concorsi, il doppio canale anche per i precari delle Gae e delle Gps, il diritto degli idonei a essere assunti in ruolo o riconosciuti abilitati, la stabilizzazione di 400 mila precari con più di tre anni di servizio.