Torniamo come ripetizione di un mantra, anche noi sulla questione sostegno, con l’auspicio di aumentare la capacità di concentrazione politica e acquisire una maggiore consapevolezza; speriamo poi che il ripetersi dell’attività di pensiero induca a propositi giusti e nuovi, serva a spegnere le emozioni turbolente, a calmare le menti irrequiete e induca all’azione di una pragmatica politica scolastica più ragionevole ed opportuna. Ormai è tempo di vigilia, a breve la festa! E dopo il digiuno o l’aver mangiato di magro, in tanti torneranno all’osservanza forzata della penitenza. A breve, dunque, partiranno i corsi Indire sostegno, serviranno metà crediti rispetto al Tfa per specializzarsi. I “nuovissimi” sono riservati ai docenti precari che hanno insegnato per almeno un triennio senza averne titolo. I corsi che propinerà l’istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa, ente di ricerca del Ministero dell’istruzione, si costituiranno di trenta cfu, a fronte dei sessanta del Tfa, il tirocinio formativo attivo, un corso universitario annuale finalizzato all’abilitazione del sostegno all’insegnamento nelle scuole. Con indiscutibile risparmio di fatica, quindi, potranno prendere parte al percorso Indire i docenti che possono vantare servizio sul sostegno per almeno tre anni scolastici, anche non continuativi, nei cinque anni precedenti. Esplicita appare la differenza col Tfa, anche in termini di contenuti dei crediti formativi dei percorsi di formazione. Fanno differenza requisiti e modalità per innestare i percorsi, la spesa, la prova conclusiva, la tipologia della commissione d’esame finale. All’alba di oggi sempre più diffuse le polemiche intorno ai percorsi straordinari organizzati da Indire. Secondo Dario Ianes le soluzioni propinate dal governo sono “Iperboliche e folli”. Ianes muove un’aspra critica nei confronti della politica scolastica del governo Meloni, con specifico riferimento alla questione specializzazione sostegno. Nell’editoriale ‘Il sistema dei docenti di sostegno è in una crisi strutturale irreversibile’, traccia diversi panorami. “La prima sberla è quella data alle università, dicendo con la legge 106 che la specializzazione “ristretta” a 30 CFU (la metà di quelli dei corsi ordinari) la potrà fare l’INDIRE (nel frattempo commissariato, in omaggio allo spoils system…) e tutto il variegato mondo delle università telematiche, dato che sarà online, e potrà beneficiarne chi ha tre anni di servizio. Chi poi ha fatto la “specializzazione” sull’inclusione all’estero (dove non esiste) potrà sanare il contenzioso sul riconoscimento di questi titoli con un analogo corso ristretto. La seconda sberla, politicamente pericolosa il governo l’ha data alle decine di migliaia di insegnanti che, dopo aver superato prove di ammissione e pagato laute tasse, si ritrovano in un corso lungo il doppio dei colleghi del percorso “ristretto. Queste iperboliche e folli soluzioni non farebbero altro che rinsaldare la struttura distorsiva che è alla base della crisi irreversibile del sostegno e cioè che ad un alunno “speciale” debba corrispondere un insegnante altrettanto “speciale”, un binomio indissolubile, figlio di una cultura medico-individuale delle disabilità”. Il CDSS, Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati, con un comunicato, si è sentito di formulare gratitudine al Professor Ianes per il suo impegno e per l’attenzione agli insegnanti specializzati TFA sostegno: “Durante l’Assemblea Nazionale svoltasi il 30 Luglio e organizzata dal CDSS, Ianes, luminare nel campo della Pedagogia e della Didattica Speciale, ha affrontato con grande determinazione e impegno il delicato tema della formazione degli insegnanti di sostegno e il suo impatto sull’inclusione scolastica. L’evento ha visto la partecipazione di numerosi accademici, docenti, rappresentanti delle associazioni e genitori, che hanno ascoltato con attenzione e profonda gratitudine le parole di Ianes, espressione di una visione critica e costruttiva per il futuro della scuola inclusiva. In particolare, Ianes ha usato un’immagine provocatoria per descrivere la situazione: “tre schiaffi potenti per vedere come reagisce lo schiaffeggiato”. Nel suo discorso, ha spiegato come i principali “schiaffeggiati” siano proprio i soggetti coinvolti nell’educazione inclusiva: Indire, l’ente deputato alla formazione, che viene commissariato; le famiglie, le quali, pur chiedendo una formazione qualitativamente migliore per i docenti di sostegno, si trovano di fronte a percorsi TFA dimezzati; l’università pubblica, che rischia di essere messa in secondo piano a vantaggio di università private e telematiche, pronte a sfruttare le carenze formative per fini economici, in un mercato che vale centinaia di milioni di euro. Questo sistema, come afferma Ianes, sembra fondarsi sul “silenzio delle masse” e mette alla prova la resistenza di docenti e famiglie, costretti a combattere contro un meccanismo che si basa su logiche di profitto e delega. Un’altra “sberla”, politicamente rischiosa, infatti, il governo l’ha data a decine di migliaia di insegnanti che, dopo aver superato selezioni difficili e pagato tasse elevate, si trovano a seguire un corso che dura il doppio rispetto a quello dei colleghi nel percorso “ridotto”. Il CDSS desidera ringraziare pubblicamente il Professor Ianes per il suo intervento appassionato e per aver messo in luce, con rigore e chiarezza, l’urgenza di una riflessione profonda sulle scelte formative del Ministero e sul sistema dell’inclusione. Attraverso la sua critica accesa e le sue parole incisive – un vero “schiaffo” per chi tenta di sminuire la dignità e il ruolo di questi percorsi formativi – Ianes ha reso evidente quanto il nostro titolo di specializzazione richieda impegno, serietà e un’indiscutibile dedizione verso gli studenti. Ha sottolineato come l’attuale impostazione rischi di sminuire il ruolo dei docenti di sostegno, mettendo a repentaglio il valore della specializzazione TFA e l’impegno che essa comporta, un percorso che tanti docenti affrontano con fatica, investimenti e sacrifici personali. Il suo intervento, incentrato su una vera inclusione e non sulla delega esclusiva del sostegno, ci incoraggia a proseguire nella nostra professione, sapendo che una figura guida della pedagogia in Italia riconosce e difende la dignità del nostro lavoro e la qualità della nostra formazione. Come CDSS, confidiamo che la voce autorevole del Professor Ianes possa fare breccia nelle istituzioni, aiutando a ristabilire il rispetto per la professionalità dei docenti specializzati e a garantire un’inclusione reale, senza compromessi. Le sue parole ci offrono un sostegno prezioso e alimentano la speranza che si possa avanzare verso un modello scolastico fondato su equità, corresponsabilità e integrazione vera, rompendo la logica della “specializzazione separata” e facendo dell’inclusione una missione condivisa”. Nei fatti i nuovi percorsi di specializzazione, a firma Indire, si traducono risposta a un’emergenza, in buona sostanza una vera pezza per risolvere l’enorme scandalo dell’utilizzo di fatto di docenti privi di specifica formazione. Obiettivi, contenuti, attivazione dei percorsi saranno definiti da appositi prossimi decreti “I docenti che hanno conseguito il titolo di sostegno all’estero potranno scegliere se proseguire il contenzioso per il riconoscimento del titolo o se rinunciare a qualsiasi istanza di riconoscimento e iscriversi ai percorsi formativi INDIRE, sperando di ottenere la specializzazione sul sostegno al termine del percorso”. Tutto si muove, comunque, ad oggi, in un alone di confusione e assume la patina di una sanatoria capace di ridurre il numero di contenziosi giudiziari per il riconoscimento del titolo estero. Tanti docenti specializzati sul sostegno restano impantanati nelle graduatorie in diversi territori della penisola, tantissimi al Sud, a casa, rivoltano i pollici, in assenza di disponibilità occupazionale nella propria regione.
Sostegno e corso Indire. Ianes: le soluzioni del Governo sono “Iperboliche e folli”
Il Collettivo Docenti di Sostegno Specializzati: ".. confidiamo che la voce autorevole del Professor Ianes possa fare breccia nelle istituzioni, aiutando a ristabilire il rispetto per la professionalità dei docenti specializzati e a garantire un’inclusione reale, senza compromessi. Le sue parole ci offrono un sostegno prezioso e alimentano la speranza che si possa avanzare verso un modello scolastico fondato su equità, corresponsabilità e integrazione vera, rompendo la logica della “specializzazione separata” e facendo dell’inclusione una missione condivisa.."