Sciopero della scuola per difendere la dignità delle lavoratrici e dei lavoratori della conoscenza
Diversi proff. e lavoratori della scuola italiana, a fine ottobre, sono scesi in piazza. Un presidio di fronte al Ministero dell’Istruzione e del Merito. Pittoni: «Le supplenze mettono a rischio la continuità didattica e quindi la qualità e il buon funzionamento dell’intero sistema scolastico. Per questo va assolutamente invertita la tendenza che l’ultimo decennio ha visto la crescita esponenziale delle supplenze a scapito della stabilizzazione dei docenti”.
La supplenza nuoce gravemente al buon funzionamento della scuola. Negli ultimi anni la scuola ha registrato una crescita esponenziale di supplenze senza pari. Questa tendenza bisogna urgentemente invertirla. Tutto si prefigura a discapito della stabilizzazione dei docenti. La continuità didattica a scuola sarebbe garanzia di adeguato funzionamento; i docenti dovrebbero potersi prendere cura degli studenti per tutto il ciclo di studi. Ne è convinto anche Mario Pittoni, responsabile Istruzione della Lega. In una intervista rilasciata al “Riformista” assume netta posizione contro la “supplentite”: «Le supplenze mettono a rischio la continuità didattica e quindi la qualità e il buon funzionamento dell’intero sistema scolastico. Per questo va assolutamente invertito il trend che l’ultimo decennio ha visto la crescita esponenziale delle supplenze a scapito della stabilizzazione dei docenti. La scuola funziona quando il docente può prendersi cura dei propri studenti nel lungo termine. Quando andavo a scuola io mi sentivo letteralmente radiografato dai miei insegnanti, e questo mi ha fatto sentire oggetto di cura e attenzione». Gli insegnanti, a suo buon dire, devono essere garantiti col riconoscimento della titolarità. Pittoni, ormai è diffusamente noto, promuove il doppio canale. Avverte l’urgenza di diversificare la modalità di assunzione con un doppio elenco di reclutamento, a garanzia di offrire la collocazione a tempo indeterminato. È pur vero che alle assunzioni nella pubblica amministrazione si accede a mezzo concorso, ma d’altra parta, in alcuni casi contemplati dalla norma, l’obbligo concorsuale può trovare eccezione. È la Costituzione stessa che scova uno spiraglio ove si riscontrano valide motivazioni. Si tratta, in questo caso, sostiene Pittoni di “…un sistema che spesso penalizza i profili più qualificati, spingendo i migliori talenti verso il settore privato; valorizzare competenze e performance individuali può risultare importante”. Il Ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara, intanto, recentemente ha annunciato a questo riguardo una importante interlocuzione con la Commissione europea. Il personale della scuola e i Proff. precari sono stanchi. Una buona fetta del mondo scuola, il 31 ottobre, ha fatto risentire la sua voce organizzando una giornata di mobilitazione. Diversi hanno incrociato le braccia aderendo allo sciopero generale indetto dalla Flc Cgil. La segretaria generale della FLC CGIL, Gianna Fracassi, da Milano, una delle 40 piazze che ha ospitato i lavoratori della conoscenza oggi in sciopero, ha dichiarato: “C’è un continuo sfruttamento del settore e si assiste a un vero e proprio arretramento in termini di investimenti e sviluppo”. E poi: “I salari sono bassi e del tutto inadeguati, non si fa nulla contro il precariato dilagante. La manovra del Governo non dà alcuna risposta, non ci fermeremo qui”. In diversi luoghi della penisola sono scesi in piazza i lavoratori della scuola; in tanti hanno fatto sentire una sola forte voce a difesa della dignità delle lavoratrici e dei lavoratori della conoscenza. “Per la scuola, l’università e la ricerca servono investimenti, non tagli. Chiediamo al Governo di rivedere le scelte operate nella Legge di Bilancio e di aprire un confronto serio con i sindacati per affrontare le vere emergenze del settore, a partire dal precariato e dalla necessità di un rinnovo contrattuale che restituisca dignità ai salari dei lavoratori”. Fra le varie sigle sindacali che lanciarono lo sciopero anche “USB Pubblico Impiego”. “Dopo aver lasciato il tavolo di trattativa, recita la nota di quest’ultimo sindacato, davanti alla proposta irricevibile di un contratto che porterebbe ad una perdita del potere d’acquisto dei salari pari al 10%, abbiamo portato la protesta davanti le finestre del Ministro Zangrillo. La legge di bilancio, inoltre, ha reso esplicite tutte le motivazioni dello sciopero, a partire dall’elemosina aggiuntiva di 6 euro lordi mensili sulle risorse contrattuali, fino al piano di tagli a tutti i settori della PA, con la ciliegina sulla torta del blocco parziale del turn over”. A dire della senatrice Ella Bucalo, considerando le limitate adesioni effettive allo sciopero del 31 ottobre u.s., malgrado sia giunto il messaggio della contestazione, l’evento è servito a fornire un esplicito segnale di approvazione di tanti alle politiche scolastiche adottate dal governo. I dati a cui si riferisce la parlamentare responsabile scuola Fdl, attestano un’adesione del 2,4%. Sicuramente erano tanti, ma non troppi secondo Bucalo. “La scarsa partecipazione, asserisce, è segno di approvazione della nostra politica sulla scuola”. Nei fatti, occorre riconoscere, soltanto due docenti su cento hanno aderito allo sciopero. Il messaggio di docenti e ATA è stato debole in termini quantitativi. Bisogna però riconoscere che lo sciopero ha un costo per chi già versa in una condizione di disagio. Non è poi veritiero fino in fondo il quadro ottimistico e la netta deduzione che la parlamentare effettua con facilità e leggerezza. Un Prof. di scuola media di secondo grado che si trova in classe stipendiale 35, ovvero che è arrivato all’ultima classe della sua progressione di carriera, aderendo allo sciopero, viene costretto dalla norma in vigore a una trattenuta lorda dallo stipendio di una cifra che oscilla tra i 96 e i 98 euro. Tale decurtazione poco incoraggia a scendere in piazza. Si vuole obbligare alle grida della contestazione chi, purtroppo, è già afono di suo. Dire poi che non si è percepito l’eco vibrante di questi che già è fioco, appena percettibile, privo di voce, è cosa veramente assai facile e poco corretta e veritiera. Distanti dal pensiero della Bucalo, resta di fatto incontestabile, purtroppo, il malessere della “supplentite”. Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “ha fatto certamente bene il Ministro Giuseppe Valditara ad annunciare, recentemente durante un question time, un piano del Governo anti-supplentite e la specializzazione su sostegno per 85.000 precari con almeno tre anni di servizio: sono risposte ad un problema, però, che non basteranno se non corredate dalla trasformazione di tutti i posti in deroga o di fatto nell’organico di diritto, al quale deve fare necessariamente seguito l’introduzione del doppio canale di reclutamento e la stabilizzazione di tutti gli idonei dei concorsi. Senza tre passaggi ineludibili, lo ripeto, posti in organico di diritto, doppio canale e assunzione a tempo indeterminato degli idonei, con tutto il resto che passa in secondo piano. Senza queste risposte non faremo altro che prolungare l’agonia della supplentite. Oltre che continuare a inneggiare alla continuità didattica, senza però mai raggiungerla”.