Anna De Rosa, salernitana, è un’affermata giornalista, artista e curatrice di eventi artistico-socio-culturali. Anna De Rosa è anche un’eccellente scrittrice con numerosi libri alle spalle. “Dura Nuda e Cruda“, pubblicato esattamente trent’anni fa, nel 1994, è uno dei suoi primi libri: un’opera che colpisce, oggi, per la sua straordinaria attualità, per la capacità di cogliere la durezza e al contempo la dolcezza della vita, della verità.
“Dura Nuda e Cruda. La verità causa sofferenza all’inizio. E poi a poco a poco conduce alla serenità, anche alla serenità morale!“.
Barbara Alberti con queste parole recensiva il libro della giovanissima Anna:
“Dura è Anna De Rosa, questa bambina-mamma piena di bambini che non le impediscono la poesia, nè la solitudine sfavillante.
Nuda, sempre in ogni riga, in ogni parola, più nuda che in copertina, nuda per ogni azione spericolata che la rende sempre più nuda, fino alla disincarnazione, a forza di gridare la carne….
MA CRUDA NO! Cruda mai, la prosa di Anna nella sua libertà spudorata è sempre molto ben cucinata e raffinata. Cruda, non è mai stata Anna…”
Nella prefazione, rivolgendosi al lettore Marco Amendolara avvertiva: “Ciò che colpisce nel leggere queste pagine di Anna De Rosa è una prepotente creatività unita alla voglia di cantare in scrittura la propria rabbia, la propria vitalità, di avvicinare, giustamente, nelle righe, l’invettiva, la ricerca utopica, la protesta vivissima e le visioni della tenerezza“.
La stessa autrice scriveva: “tutta la mia ideologia è utopistica… Mi piace la scrittura immediata, irradiata da luce violenta, psichedelica, che rende assurdo anche quello che alla luce del giorno ci sembra normale”.
A distanza di trent ‘anni dall’uscita del libro, il mondo è cambiato, e Anna è un’artista matura e affermata. Eppure, per chi come me lo legge nel 2024, il libro è attualissimo e sembra stato appena scritto. Ha la forza di denunciare il presente, la nostra attualità.
“Avere poco più di quattordici anni ed emigrare, di già fuggire via, ma da che cosa? Forse, per istinto, intuire il proprio destino, una scelta matura proprio nel periodo di vita immatura quando si è immortali e il futuro è ogni nuovo film!”, scrive nel capitolo “Emigrare“.
“Ho fatto il test per quella nuova malattia, è positivo…voi l’avete fatto?…..Stai bene? calmati, ancora non si sa niente di preciso su questa malattia….Taci….”: il dialogo serrato tra un uomo e una donna nel capitolo “Virus“.
“Menzogne, falsità, se ne pentirà, sento il sangue ribollire, sento la belva in me, non lo sopporto più, ce ne andremo: io e questo figlio che aspetto”: il monologo nel capitolo “Gelosia“.
“Ora è una furia, furia di tempesta, ciclone non vede nulla, è già in casa; inciampa nello zerbino e bestemmia, le sue viscere urlano…”: “Alcool: radiografia“.
Le frasi disincantate di Anna De Rosa tessono la tela dei rapporti umani e delle svariate vite. Vite che sembrano quelle di oggi, in un libro scritto adesso!