La scuola precaria. Pacifico (Anief): “bisogna stabilizzare e dare dignità alla professionalità di chi ha il fine di formare i cittadini di domani”
La condizione di precarietà e l’abuso dei contratti a termine da parte dello Stato italiano sono la principale causa della carenza di insegnanti. Occorre prevenire l’abuso dei contratti a termine e reinserire il doppio canale di reclutamento.
Le giornate dedicate servono a fissare l’attenzione su qualcosa, su qualcuno. Il tempo attribuito alla causa poi passa, ci colgono altri interessi e distrazioni. La Giornata dei Proff. è servita a focalizzare l’attenzione, con vigore giuridico e amministrativo, intorno a una professione sempre più difficile e delicata, costretta a mille sfide e adattamenti. Fra molteplici voci, quella di Pacifico, Presidente ANIEF. Occorre, secondo il sindacalista “stabilizzare e dare dignità alla professionalità di chi ha il fine di formare i cittadini di domani”. Questo il suo racconto sulle urgenze della scuola: “Ad oggi rappresentiamo oltre 100.000 insegnanti in tutta Italia. Abbiamo sempre lottato contro la precarietà, anche con azioni giudiziarie in tribunali italiani, alla Corte di giustizia europea e rivolgendoci ad altre istituzioni in Europa, come ad esempio il Comitato europeo dei diritti sociali e il Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. Nelle scuole italiane il 25% del personale attivo è precario: proprio a questo proposito, si deve notare che l’Italia non ha recepito nel suo ordinamento la direttiva europea n. 70 del 1999 che tratta il contrasto all’abuso dei contratti a termine e il principio di non discriminazione tra lavoratori a tempo determinato e indeterminato”. Pacifico si è poi speso con parole di elogio, senza retorica e sull’urgente bisogno di un riconoscimento delle loro qualità: “I nostri insegnanti sono tra i più preparati e specializzati al mondo. Molti di loro hanno dottorati di ricerca e numerosi master e corsi di formazioni. Vorremmo che questo fosse riconosciuto, a cominciare dal riscatto gratuito degli anni di studio e della formazione, ai fini pensionistici.
Senza ampollosità e risonanza, senza enfatizzazione, come sempre carico di impegno, tuffandosi nel platonismo, ha additato al padre della teoria delle idee, Platone; il filosofo greco che affermava l’esistenza di una più alta verità: le Idee, delle forme ideali eterne, immutabili, incorruttibili, da cui ha origine il mondo sensibile, quale noi lo percepiamo, soggetto al divenire, alla corruzione e alla morte. “Platone diceva che devono essere gli insegnanti a guidare la società”. Ne è convinto, per fortuna, nel diffuso vuoto, chi lotta per il giusto riconoscimento del valore di questa figura. “Questo è lo spirito che dovremmo recuperare, ha ribadito Marcello Pacifico. La celebrazione deve farsi memoria “..deve servire a ricordare prima di tutto le condizioni di difficoltà in cui lavorano per svolgere una professione di altissimo valore sociale: in Italia il docente non gode più della stima pubblica ed è spesso bersaglio di critiche e violenze da parte delle famiglie, percepisce stipendi sempre più poveri, in un caso su quattro è precario e rimane tale troppi anni oltre il dovuto tanto da avere indotto due giorni fa la Commissione UE a deferire l’Italia alla Corte di Giustizia Europea e il nostro sindacato ad avviare una class action per recuperare fine a 24 stipendi come indennizzo per la mancata stabilizzazione. Inoltre, chi insegna nel nostro Paese difficilmente riesce ad avvicinarsi a casa, per via di vincoli immotivati e applicati anche quando vi sono i posti liberi per accoglierlo, hanno una carriera limitata alla sola possibilità di diventare preside”.
La condizione di precarietà e l’abuso dei contratti a termine da parte dello Stato italiano sono la principale causa della carenza di insegnanti. Pacifico ne è convinto. In occasione dell’incontro Cesi a Bruxelles, Pacifico in relazione all’operato ANIEF: “Sono ormai 14 anni di lotte su carenza di insegnanti in Italia, abuso dei contratti a termine, condizioni di lavoro precarie”. Platone oggi resta inorridito, si rivolta nella tomba, avanti alla divenuta merce scarta della figura docente, sapendo che a ciò si aggiunge la poca valorizzazione della professione docente, resa evidente da stipendi percepiti come i più bassi di Europa, lontani dall’inflazione (-20% dal 2009), inferiori a quelli di un operaio rispetto al 1993. Tali discriminazioni sono protette da una precisa direttiva europea (n. 70/99) che reca norme per la prevenzione e la sanzione dei contratti a termine e la disciplina del principio di non discriminazione tra lavoratori in base alla durata del rapporto di lavoro. Il sindacato Anief, fin dalla sua fondazione (2008), ha denunciato presso le istituzioni e le corti europee e nazionali la costante violazione da parte dello Stato italiano delle norme europee sull’abuso dei contratti a termine degli insegnanti italiani, sull’alto tasso di precarietà per ridare dignità e rendere più appetibile la professione docente.
Alla luce di una politica scolastica sorda, svelatasi negli anni, assai distratta, disinteressata alla vera tutela dei precari, il Presidente ANIEF ritiene che “..la Commissione UE deve denunciare l’Italia per la violazione sistematica del diritto europeo, per far ripristinare il doppio canale di reclutamento come misura di prevenzione per sopperire alla carenza di insegnanti, stanziare le risorse per prevedere nella contrattazione una specifica indennità per l’abuso dei contratti a termine e la parità di trattamento giuridica ed economica tra personale precario e di ruolo, adeguare l’organico di fatto assegnato alle supplenze all’organico di diritto assegnato ai ruoli. Il compito degli insegnanti in Europa è quello di costruire una cittadinanza europea legata allo sviluppo di un’economia europea verde e sostenibile, di una società più giusta, più equa e solidale ancorata al pilastro europeo dei diritti sociali e alla carta sociale europea, ma il compito delle istituzioni e dei sindacati della UE è quello di valorizzare la professione docente per realizzare questo progetto”.
Il leader del giovane sindacato rappresentativo Anief si è poi fatto sentire sul Decreto-legge Salva infrazioni. Occorre “prevenire l’abuso dei contratti a termine e reinserire il doppio canale di reclutamento”. A tale riguardo: “si stanno producendo audizioni e memorie: è un decreto importante perché è aumentato l’indennizzo a favore dei precari che hanno subito la reiterazione di contratti a termine, ma certamente c’è ancora molto da fare. Per prevenire l’abuso dei contratti serve il doppio canale di reclutamento, lo diciamo da troppo tempo. Manca una normativa in grado di prevedere il principio di non discriminazione tra personale di ruolo e precario: questa è una battaglia tutta del sindacato e non ci fermeremo finché non sarà raggiunto l’obiettivo prefissato”.
A una settimana dal deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Ue per l’abuso dei contratti a termine, intrapreso alcun giorni fa dalla Commissione Europea, circa l’abuso dei contratti a termine, a Enna, un precario è stato risarcito con 14 stipendi pari a 32.000 euro. Questo risultato porta la firma ANIEF poiché ha difeso il docente. Pacifico si dice soddisfatto per il risultato ottenuto:
“Quella che arriva da Enna, la sentenza n. 471/2024, rappresenta un’importante vittoria per il docente che ha avuto giustizia e il risarcimento che merita, ma va a costituire anche una sentenza simbolo che conferma la bontà dell’operato dei legali Anief sempre in funzione di una maggiore tutela dei diritti dei soci iscritti alla nostra giovane organizzazione sindacale. Ben vengano queste sentenze, la nostra viva speranza è che si moltiplichino, perché questo farebbe bene a rendere la nostra azione dei ricorsi in tribunale ancora più incisiva fino a produrre finalmente una legge che permetta l’assunzione in ruolo da Gps per tutte le classi di concorso, dunque tramite doppio canale, e la trasformazione di tutti i posti in organico di fatto o in deroga in posti di diritto utili alle stabilizzazioni. Il punto, ha osservato Pacifico, non è comprendere se anche quest’anno si supererà o meno il vergognoso record di 250mila supplenti annuali, ma comprendere se il deferimento dell’Italia alla Corte di Giustizia Europea, per la perdurante violazione della normativa europea sul lavoro a tempo determinato, frutto di 14 anni di battaglie portate avanti dall’Anief, produca al più presto quei risultati legislativi a difesa dei precari che tutti ci attendiamo. Dopo quasi tre lustri di lotte per convincere lo Stato italiano a stabilizzare i precari e garantire la parità di trattamento e risarcirli adeguatamente, giusto un mese fa Anief ha ottenuto dal nostro Governo il raddoppio dell’indennizzo per mancata immissione in ruolo arrivando a produrre ricorso al giudice per ottenere 24 mensilità, quasi 40mila euro netti recuperati sempre a seguito dell’abuso dei contatti a termine”.