Anche una sola pietra è un pezzo di storia, è il punto di incontro dove passato e presente dialogano tra loro per trasferire conoscenza nel futuro
Quando argomentiamo di sicurezza nei Musei e nei Parchi Archeologici, ancor prima di attenerci agli standard legislativi, normativi e regolamentari, occorre che gestori, personale, addetti alla vigilanza, ma anche i visitatori, si orientino in maniera culturale verso questa “condizione”. Già, perché la prima consapevolezza che ognuno di noi deve avere è la responsabilità e questa, specialmente nelle argomentazioni relative alla sicurezza, la possiamo trovare nell’avere erudizione e convinzione dell’importanza di prevenire, piuttosto che curare.
La cultura della sicurezza per il patrimonio artistico e archeologico rientra in una narrazione che prevede due aspetti, uno fisico e reale, l’altro astratto e teorico. Entrambi sono fondamentali, poiché trattasi di un argomento che si colloca nell’intersezione tra la conservazione del patrimonio culturale e il rispetto per il nostro passato e verso chi quel trascorso tempo lo ha vissuto, costruendo storia, arte e cultura, oggi di grande utilità per noi tutti.
Prevenire furti, danni accidentali, atti vandalici, ma anche deterioramento e trascuratezza dei beni archeologici e museali potrebbe sembrare un problema da mitigare o prevenire esclusivamente tramite funzioni tecniche. Ma se osserviamo e analizziamo in profondità tutto quanto, questa argomentazione assume un significato più ampio, seppur a tratti filosofico; ed ecco dunque che proprio su questo si sollevano domande fondamentali: qual è il valore che noi tutti attribuiamo alla nostra ricchezza culturale? E qual è l’equilibrio tra accessibilità a questi beni e la loro protezione?
Ebbene, la sicurezza di un Museo, così come quella di un’area Archeologica, non riguarda e non deve riguardare solo la protezione fisica degli oggetti che ammiriamo, ma anche la tutela del loro significato, sia esso simbolico che sociale. Anzi possiamo dire che un’opera d’arte o un reperto archeologico non è solo un oggetto, ma rappresenta e custodisce testimonianze silenziose della storia che riguarda l’esistenza dell’Umanità. È come una grande finestra aperta che ci fa posare lo sguardo su epoche e civiltà passate, proponendoci conoscenze e saperi che arricchiscono il nostro bagaglio culturale. Ogni oggetto d’arte, qualsiasi edificio antico, qualsivoglia pietra del passato è un pezzo di storia; è il punto d’incontro dove il passato dialoga con il presente, offrendo radici di imperitura memoria per il domani, laddove future generazioni potranno apprezzare e preservare, a loro volta, questo straordinario dialogare.
È su questa sintesi che qualsiasi visitatore dovrebbe bilanciare le regole della sicurezza preposte da norme istituzionali o dall’amministrazione dei Musei e aree Archeologiche, con il proprio apporto di responsabilità che ha nei confronti dei beni che visita. Azione fondamentale che va ben oltre il rispetto delle regole stabilite dai direttori delle strutture.
Ogni visitatore ha un ruolo attivo nella difesa dei beni culturali perché rappresentano l’identità collettiva e della memoria storica. Pertanto il visitatore deve essere cosciente che le regole esistono per proteggere i beni esposti e violarle, anche inconsapevolmente, può causare seri danni, a volte irreversibili. Non rispettare queste norme oltre ad evidenziare la mancata responsabilità civica compromette a vario titolo la sicurezza. Accedere ai Musei con una mentalità aperta, ovvero con la consapevolezza che ciò che si sta ammirando è una ricchezza dell’umanità, ci consente di avere un forte senso, e quindi di responsabilità, verso la sua preservazione. Il comportamento civico e rispettoso dei luoghi che visitiamo e delle opere che osserviamo sono un altro frammento di responsabilità che ci riguarda. Quindi dal danneggiare strutture o scrivere su muri e monumenti; da evitare rumori o appoggiarsi a vetrine espositive; dal far comprendere ai minori l’importanza delle regole all’insegnargli il valore del patrimonio culturale; dall’uso responsabile della tecnologia come smartphone e macchine fotografiche, alle segnalazioni di eventuali comportamenti inappropriati di alcuni visitatori propensi ad atti vandalici, a tentati furti oppure ad altri comportamenti che possono danneggiare sia i beni che la sicurezza, sono cose che tutti dobbiamo osservare e far rispettare.
Il compito della sicurezza e della tutela del nostro patrimonio culturale non è un compito esclusivo del personale del Museo o del gestore, ma è una responsabilità condivisa da tutti. Ognuno deve essere custode di questo patrimonio inestimabile, che si configura nella grande ricchezza del nostro Paese. Dobbiamo essere attivamente contributori della salvaguardia dei nostri beni storici, artistici e archeologici e consentire così anche alle prossime generazioni di beneficiare di queste meraviglie. Lasciare in eredità al futuro il senso e la valorizzazione di questi beni è fondamentale, ai fini dell’identità collettiva, della crescita individuale, per la conservazione e per l’edificazione di una società più consapevole. Non solo quindi un dovere morale, ma una necessità per garantire continuità di tutto quanto ha reso e rende l’umanità unica nel suo genere, con le sue capacità di creare, educare, imparare e trasmettere valori e saperi. Dobbiamo mantenere stabile questo ponte che collega il passato con il futuro, attraversando il breve spazio del presente, offrendoci simboli di creatività, di conquiste, di meraviglie, a volte di sofferenza, certe altre di tragedie, ma comunque e in ogni caso impronte indelebili che l’umano ha lasciato durante il suo cammino.