Evadono la scuola in cinquantamila per colpa del cellulare
Valditara: “La scuola ha il dovere e l’urgenza di riscoprire i talenti, rimettere al centro la persona, deve valorizzare i giovani e orientarli (..) Abbiamo calcolato 50mila ragazzi che non vanno più a scuola per stare attaccati a cellulari e social. Si rinchiudono per almeno sei mesi nella loro stanza, dipendenti totalmente da questi strumenti virtuali “Hikikomori è un termine giapponese che significa ‘stare in disparte’. L’Italia, in tal senso, segue il Giappone. “La piaga nata in Giappone, ha aggiunto Valditara, è ormai comune anche nel nostro Paese”. Tanti sono i giovanissimi che pagano il caro prezzo dell’abuso del cellulare e dei social media; in tanti danneggiano la propria attenzione e il proprio rendimento scolastico. Uno studio Unesco offre dati drammatici sulla carenza di attenzione, sull’incidenza negativa dell’abuso del cellulare sulla fantasia e la creatività. Tutti gli studi testimoniano come stati d’ansia, depressivi, di isolamento sociale, siano sempre più legati alla dipendenza dai cellulari.
Con fastidiosa e inintelligente ostentazione di meticolosità e minuziosità erudita, riferendoci al cellulare, se pure circostanziando opportunamente il termine, dovremmo definirlo, nell’ambito delle telecomunicazioni, come apparecchio radio mobile terminale ricetrasmittente (terminale mobile) per la comunicazione in radiotelefonia sull’interfaccia radio di accesso di una rete cellulare. Il tutto diverrebbe assai impegnativo. Bando alla pedanteria, il cellulare torna alla nostra attenzione poiché oggetto di diffusa e grande distrazione e discussione, in lungo e in largo, nella scuola. Tutto ha avuto inizio dal Radiotelefon LK-1, primo brevetto del “dispositivo per la chiamata e la commutazione dei canali di comunicazione radiotelefonica” di Leonid Ivanovič Kuprijanovič nell’ormai lontano 1957. Successivamente, soltanto il 3 aprile 1973, si arrivò al primo telefono cellulare commerciale, inventato da Martin Cooper, direttore della sezione Ricerca e sviluppo della Motorola. Dopo un decennio, la Motorola decise di produrre un modello dal costo di 4.000 dollari, il Motorola DynaTAC. Seguì poi l’evoluzione tecnica e tecnologica e la diffusione degli smartphone che conosciamo. Oggi, è ben noto, i telefoni assumono una pluralità di caratteristiche tecniche e diverse forme. Questi dispositivi presentano una parte ricetrasmittente, incorporano dell’elettronica costituita da una memoria dati, un processore per eseguire varie applicazioni, software per gestire tali funzionalità. Dispongono di un microdiffusore integrato per la riproduzione di musica, di una radio integrata, di un chip per la connessione Wi-Fi, di uno slot USB per collegare il cellulare al PC, di fotocamere e ancora tanta roba. È diffusamente noto l’uso spropositato dei cellulari. I “telefonini” causano spesso insonnia e isolamento. Notevoli sono i rischi che corrono, specialmente i giovani, a causa dell’abuso di smartphone. L’eccessivo uso del cellulare incide, fra le altre cose, sul livello di attenzione, crea ripercussioni in termini di concentrazione e diligenza, può danneggiare la salute oculare. “Un utilizzo improprio dello smartphone da parte dei ragazzi impegnati ad ascoltare musica, giocare o rispondere ai messaggi mentre camminano o attraversano la strada può esporli al rischio di pericolosi incidenti. Anche qui l’esempio dei genitori è fondamentale. Gli adolescenti con genitori che solitamente parlano al telefono mentre guidano hanno maggiori probabilità di ripeterne i comportamenti. L’uso continuo dello smartphone può causare secchezza oculare (sensazione di corpo estraneo nell’occhio e bruciore); fatica oculare; abbagliamento; irritazione. Ma a risentire sono anche i muscoli – proseguono i pediatri – L’uso eccessivo dello smartphone può provocare dolori articolari e muscolari, specialmente a collo e spalle, negli adolescenti iperconnessi, ovvero quelli che vi trascorrono più di 5 ore al giorno”. L’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma nella guida ‘Adolescenti e smartphone’ fornisce utili dati circa l’uso del telefonino. “L’accesso a internet degli adolescenti è fortemente trainato dagli smartphone, dispositivi di ultima generazione che hanno ormai sostituito i vecchi telefoni cellulari. Lo smartphone moderno, oltre a telefonare serve come un computer, può essere portato sempre in tasca e garantisce un accesso al web 24 ore su 24. In Italia l’85% degli adolescenti tra 11 e 17 anni usa quotidianamente lo smartphone e il 72% naviga su internet tutti i giorni. Un’abitudine diffusa tra gli adolescenti è quella di controllare lo smartphone come prima cosa appena svegli e come ultima cosa prima di addormentarsi. In media, la maggior parte degli adolescenti trascorre dalle 3 alle 6 ore al giorno con lo smartphone, che viene persino usato a scuola durante le lezioni. Il tempo trascorso si abbassa leggermente in preadolescenza, tra gli 11 e i 13 anni, probabilmente per un maggior controllo da parte dei genitori. Gli adolescenti reagiscono al controllo nascondendosi per accedere a contenuti inappropriati e spesso pericolosi”. I rischi di un utilizzo inappropriato ed eccessivo dello smartphone sono diversi, secondo lo studio effettuato dall’ospedale Bambin Gesù: Dipendenza: la dipendenza è favorita dal poter accedere allo smartphone ovunque ci si trovi e in qualsiasi momento della giornata. La dipendenza dalla tecnologia si manifesta con sbalzi d’umore, isolamento, perdita di controllo, ansia e depressione; Isolamento: internet si trasforma spesso in un rifugio per i ragazzi più timidi che hanno difficoltà nelle relazioni con i loro coetanei. L’isolamento, nei casi più gravi, può diventare una vera e propria malattia: si parla in questo caso di un fenomeno chiamato Hikikomori, che espone al rischio di sviluppare malattie psichiatriche. Questo fenomeno, in Italia, riguarda soprattutto i giovani dai 14 ai 30 anni, soprattutto maschi, che trascorrono su internet oltre 12 ore al giorno; Sonno: l’uso dello smartphone prima di dormire ha un impatto negativo sul ritmo circadiano del sonno perché causa eccitazione e difficoltà ad addormentarsi. Il sonno è fondamentale per il funzionamento mentale e fisico del nostro organismo. Quando è insufficiente o inadeguato è correlato all’insorgenza di malattie cardiovascolari, disfunzioni metaboliche e diabete. Inoltre, una scarsa qualità del sonno favorisce stanchezza, depressione, abuso di alcol, disturbi ossessivo-compulsivi, abuso di sostanze, risultati scolastici scadenti con conseguenze negative nella vita dei ragazzi; Apprendimento: l’uso eccessivo dello smartphone può determinare un approccio superficiale all’approfondimento, una minore concentrazione e una maggiore tendenza alla distrazione, con conseguenti scarsi risultati scolastici; Disattenzione: un utilizzo improprio dello smartphone da parte dei ragazzi impegnati ad ascoltare musica, giocare o rispondere ai messaggi mentre camminano o attraversano la strada può esporli al rischio di pericolosi incidenti. Anche qui l’esempio dei genitori è fondamentale: gli adolescenti con genitori che solitamente parlano al telefono mentre guidano hanno maggiori probabilità di ripeterne i comportamenti; Vista: L’esposizione allo smartphone può interferire anche con la vista. L’uso continuo dello smartphone può causare: Secchezza oculare (sensazione di corpo estraneo nell’occhio e bruciore); Fatica oculare; Abbagliamento; Irritazione. Muscoli: L’uso eccessivo dello smartphone può provocare dolori articolari e muscolari, specialmente a collo e spalle, negli adolescenti iperconnessi, ovvero quelli che vi trascorrono più di 5 ore al giorno. Ovviamente il cellulare riserva anche aspetti positivi che interessano la relazione sociale, l’interazione online potrebbe servire agli adolescenti a uscire dalla timidezza e dall’isolamento e a relazionarsi con gli altri. Per gli adolescenti isolati e depressi, internet e smartphone possono, se utilizzati in maniera adeguata, fornire un aiuto per migliorare l’umore, sentirsi più autonomi e indipendenti, essere accettati dai coetanei e aumentare l’autostima. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha annunciato lo stop all’uso dei cellulari a scuola anche ai fini didattici, nelle classi fino alle medie. Già nel corso dell’estate, Valditara, al convegno “La scuola artificiale – Età evolutiva ed evoluzione tecnologica”, a Palazzo San Macuto, a Roma, annunciò: “Ho firmato una circolare che vieta, dal prossimo anno scolastico, l’utilizzo del cellulare a qualsiasi scopo, anche didattico, perché io non credo che si faccia buona didattica con un cellulare fino alle scuole medie. E questo ovviamente non significa l’uso del tablet o del computer che devono essere però utilizzati sotto la guida del docente “. Già in passato, il capo del ministero di viale Trastevere, nell’imminenza del Natale 2022 aveva firmato una circolare per impedire l’uso degli smartphone in classe. Tale decisione di Valditara fu condizionata da una indagine conoscitiva della VII commissione del Senato che aveva sottolineato “gli effetti dannosi che l’uso senza criterio dei dispositivi elettronici può avere su concentrazione, memoria, spirito critico dei ragazzi”. Convintamente dichiarò: “La scuola deve essere il luogo dove i talenti e la creatività dei giovani si esaltano, non vengono mortificati con un abuso reiterato dei telefonini”. Valditara, lasciava comunque un margine di autonomia di scelta al docente: “Può essere consentito, su autorizzazione del docente, e in conformità con i regolamenti di istituto, per finalità didattiche, inclusive e formative, anche nell’ambito degli obiettivi del Piano Nazionale Scuola Digitale (PNSD) e della ‘cittadinanza digitale’”. Oggi, diversamente, il divieto è assoluto”. Recentissima una ulteriore allarmante dichiarazione del Ministro Valditara: “Nel nostro Paese, “50mila ragazzi non vanno più a scuola per stare attaccati a cellulari e social “. Tanto ha dichiarato a Porta a porta questa settimana. “La reazione del mondo della scuola è stata molto positiva. I ragazzi hanno capito che ci si sta prendendo cura di loro e si ha a cuore la loro salute. Abbiamo lanciato una grande questione sociale e abbiamo reso protagonista la scuola che ha a cuore la salute dei nostri ragazzi. La scuola vuole creare un momento di disintossicazione dal cellulare; deve insegnare a guardarci negli occhi”, ha aggiunto. Abbiamo calcolato 50mila ragazzi che non vanno più a scuola per stare attaccati a cellulari e social. Si rinchiudono per almeno sei mesi nella loro stanza, dipendenti totalmente da questi strumenti virtuali “. Hikikomori è un termine giapponese che significa ‘stare in disparte’. L’Italia, in tal senso, segue il Giappone. “La piaga nata in Giappone, ha aggiunto Valditara, è ormai comune anche nel nostro Paese”. Tanti sono i giovanissimi che pagano il caro prezzo dell’abuso del cellulare e dei social media; in tanti danneggiano la propria attenzione e il proprio rendimento scolastico. Uno studio Unesco offre dati drammatici sulla carenza di attenzione, sull’incidenza negativa dell’abuso del cellulare sulla fantasia e la creatività. Tutti gli studi testimoniano come stati d’ansia, depressivi, di isolamento sociale, siano sempre più legati alla dipendenza dai cellulari. Il 45% dei ragazzi, un milione e 100mila studenti, riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo; un milione e 300mila ragazzi afferma di aver giocato d’azzardo nell’ultimo anno. Non è un caso che molti studi rilevino che l’abuso dell’alcol, la dipendenza da social, il fenomeno di isolamento e depressione, siano aumentati proprio durante l’epoca del Covid, quando si è interrotto il rapporto sociale; gli studi ci dicono anche che le persone che vivono in solitudine si ammalano più facilmente, vivono di meno”. La scuola ha il dovere e l’urgenza di riscoprire i talenti, rimettere al centro la persona, deve valorizzare i giovani e orientarli”.