Negli ultimi anni, diversi milioni di euro di finanziamenti pubblici sono stati destinati agli Alburni, al Cilento e al Vallo di Diano attraverso fondi europei, nazionali e regionali.
Questi fondi sono stati utilizzati per infrastrutture, promozione turistica e valorizzazione del patrimonio culturale e naturalistico, oltre che per iniziative di sviluppo locale.
Tuttavia, nonostante questa “pioggia” di denaro pubblico, gli investimenti non sono riusciti a creare posti di lavoro stabili sufficienti a fermare il continuo spopolamento nei territori delle zone interne.
I dati sullo spopolamento nei territori delle zone interne del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni, analizzati anno per anno, sanciscono il fallimento delle politiche attuate fino ad oggi.
Questo fenomeno si deve a una serie di fattori interconnessi.
Nonostante gli ingenti finanziamenti pubblici, i risultati sono evidenti in molti comuni: una continua diminuzione della popolazione, con un conseguente impoverimento sociale ed economico.
Questa situazione non è il frutto del caso, ma il risultato di una serie di scelte politiche errate e di un’assenza di visione strategica integrata.
Molti progetti, pur validi sulla carta, si rivelano frammentati e privi di una visione strategica a lungo termine.
Spesso gli interventi si concentrano su iniziative isolate e scollegate tra loro, che non riescono a produrre effetti duraturi sull’economia locale.
Anche l’inefficienza amministrativa e la complessità burocratica hanno influito negativamente, rallentando l’esecuzione dei progetti e impedendo un uso efficace delle risorse.
Inoltre, è mancato un adeguato supporto alla creazione di competenze e alla formazione professionale, con la conseguenza che molti giovani locali non hanno potuto cogliere le opportunità lavorative che potevano derivare da questi investimenti ed hanno deciso di abbandonare il territorio alla ricerca di opportunità in territori più efficienti dal punto di vista occupazionale.
Nonostante qualche sforzo per migliorare la viabilità, molte aree rimangono difficili da raggiungere, riducendo così l’appeal per nuovi investimenti e ostacolando lo sviluppo del turismo.
Inoltre, la promozione turistica è stata spesso orientata a un turismo stagionale e tradizionale, senza sfruttare appieno le potenzialità del turismo esperienziale e destagionalizzato, che potrebbe garantire un flusso costante di visitatori e creare opportunità di lavoro stabili per tutto l’anno.
Un altro problema è rappresentato dall’eccessiva concentrazione di risorse su eventi occasionali, come sagre e manifestazioni che, pur attirando un certo numero di visitatori per pochi giorni, non hanno alcun impatto duraturo sul territorio.
Non è con investimenti su sagre o eventi senza prospettive di crescita che si può costruire un futuro solido.
Al contrario, è necessario concentrare gli sforzi su progetti capaci di valorizzare il territorio in modo continuativo, creando un flusso turistico costante e promuovendo esperienze autentiche che raccontino la storia, le tradizioni e la cultura di queste terre.
Purtroppo, in molti casi la creazione di reti tra enti e soggetti locali è servita più a ottenere punteggi utili per partecipare ai bandi di finanziamento che a sviluppare una vera collaborazione progettuale efficace dal punto di vista occupazionale ed economico.
Queste reti, una volta ottenuti i fondi, tendono a disgregarsi, senza portare a un reale impegno nella realizzazione degli obiettivi prefissati.
Questo approccio opportunistico mette in luce una debolezza strutturale nell’utilizzo delle risorse pubbliche, che premia più la capacità di produrre documentazione formale che l’effettiva volontà di collaborare per il bene del territorio.
Per invertire questa tendenza, è necessario creare una formazione professionale mirata a sviluppare competenze specifiche nel settore turistico.
È fondamentale formare giovani in loco, capaci di progettare e promuovere esperienze integrate che mettano in rete le eccellenze locali, come le bellezze naturali, le tradizioni enogastronomiche e il patrimonio storico-culturale.
Solo attraverso la professionalizzazione dell’offerta e la creazione di pacchetti turistici che coinvolgano tutto il territorio si potrà generare un’occupazione stabile, in grado di contrastare lo spopolamento nei territori delle zone interne.
Il cambiamento potrà avvenire solo se si creeranno i presupposti per far nascere soggetti privati in grado di organizzare un’offerta turistica strutturata e ben definita.
È essenziale che questi operatori locali possano sviluppare modelli di business innovativi, in grado di attrarre investimenti e di offrire esperienze uniche ai visitatori.
La creazione di aziende specializzate nel settore è fondamentale per garantire un’offerta di qualità e costruire proposte che sappiano intercettare i trend emergenti del turismo esperienziale.
L’iniziativa privata, con il suo dinamismo e la capacità di innovare, può dare una spinta decisiva allo sviluppo economico, trasformando il territorio in una destinazione turistica di qualità, meno dipendente dai finanziamenti pubblici e capace di offrire opportunità di lavoro stabili e qualificati.
È necessario incentivare la nascita e il consolidamento di operatori locali che possano sviluppare reti di collaborazione con guide, strutture ricettive, produttori enogastronomici e realtà culturali, creando un ecosistema turistico capace di rendere il Cilento, gli Alburni e il Vallo di Diano non solo mete di passaggio.
Solo così sarà possibile attrarre visitatori da tutto il mondo e creare nuove opportunità di impiego per i giovani, laureati e diplomati, che potranno diventare i nuovi ambasciatori del territorio.
La professionalizzazione dell’offerta turistica, unita a una strategia che promuova la collaborazione autentica tra pubblico e privato, rappresenta l’unica via per costruire un futuro diverso.
Superare la logica del “fare rete” fine a sé stessa e concentrarsi su un impegno concreto e continuativo per creare lavoro nei nostri territori permetterà di trasformare le risorse disponibili in valore duraturo, con benefici tangibili e sostenibili per tutta la comunità.