Duecentocinquantamila Euro per ogni aggregazione di 5 comuni per progettare il “risogimento” dele aree interne del Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni. Pronti 5 milioni di Euro e uno staff di supporto dedicato per valutare, correggere e instradare i progetti approvati.
Tornare dopo tanto tempo al Centro della Biodiversità è stata una bella sensazione! La bella splendida architettura della struttura, voluta da Vincenzo La Valva e Domenico Nicoletti agli albori del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni situata da Il monte Gelbison e il mare di Velia, si erge a dominio della vallata che si stende ai suoi piedi.
È stata sede dell’ente parco per il tempo necessario alla ristrutturazione del palazzo Mainenti situato al centro di Vallo della Lucania. Infatti, fu nel 2016 che la struttura operativa del parco si trasferì nella sede attuale per restituire Il centro per la Biodiversità alla “funzione” per la quale era stato realizzato.
In quell’occasione fu anche installata una mostra permanente sulla fauna del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni a cura del museo naturalistico di Corleto Monforte che, ancora oggi, fa bella mostra nelle bacheche della struttura.
Per mancanza di posti macchina, scendo a parcheggiare nella parte della struttura esposta a Sud. Non posso fare a meno di notare il degrado in cui versano le architettoniche travate che dovrebbero sorreggere parte della struttura inferiore. Risalendo i vari livelli, fa male al cuore constatare decine di uffici corredati di sedie ed altrettante scrivanie lasciate in disordine e desolatamente vuote.
Sono a Vallo della Lucania per un incontro organizzato dal parco per presentare un progetto delle Regione Campania dal titolo Borghi, Salute, Benessere!
Quando arrivo sul piazzale antistante l’ingresso principale, gli spazi sono interamente occupati dalle auto e da una folla in attesa dell’arrivo del vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola, con la struttura operativa del progetto.
“Il progetto è una provocazione per mettere alla prova la capacità dei comuni di progettare e, soprattutto, di collaborare tra loro per realizzare un progetto che interesserà 331 comuni della regione su 550. “È previsto un impegno di spesa di 5 milioni suscettibile di implementazione per dare un’anima alla strategia dell’istituzione che va incontro alla cose da fare” afferma Bonavitacola.
Intanto, sono già sul tavolo 50.000 euro per ogni comune che decide di associarsi per gruppi di 5 e stilare un progetto operativo che abbia un’anima condivisa secondo le linee guida già disponibili già sull’apposito sito della regione. La scadenza per la presentazione dei progetti è il 30 ottobre, con la possibilità di apportare aggiustamenti e correzioni su indicazioni della struttura operativa regionale appositamente costituita.
Caserme dismesse, scuole orfane di studenti, palazzi afoni di vita vissuta, aree abbandonate, musei inanimati …
Arriva anche la provocatoria proposta fatta all’ente che ospita il convegno … “da comuni del parco a comuni BSB con un bel display situato all’ingresso di ogni comune sul quale far scorrere immagini e video che ne vantino ogni bellezza!”
Ovviamente, Bonavitacola sa bene che la sfida principale è la capacità dei sindaci a collaborare mettendo insieme una struttura operativa comune che abbia la capacità e la forza di essere riconosciuta e riconoscibile sia dai sindaci sia dai soggetti chiamati a cooperare per il bene comune.
Bonavitacola invita a considerare come possibile bacino di utenza dei progetti i “60 milioni di italiani che vivono fuori!” Intende, soprattutto, a chi nel tempo ha lasciato i borghi per andare a cercare fortuna all’estero in Europa e negli altri continenti: la parolina magica è “turismo di ritorno”.
La scommessa è riuscire a convincere i sindaci a mettersi in rete, sia pur a suon di finanziamenti mirati, che favoriscano la creazione di micro reti locali che “progettano il futuro prendendosi dei rischi, di esporsi nei confronti dei concittadini, fare opera di convinzione a mettersi in gioco, ridurre la minimo le prevaricazione degli uni nei confronti degli altri”.
Purtroppo, gli esempi negativi che hanno visto arenare ogni possibile, sia pur appetibile, forma di incentivazione alla “collaborazione tra comuni” si è rivelata quasi impossibile anche a fronte di risorse corpose messe in campo. Basta guardare ai due progetti SANAI (Strategia Nazionale Aree Interne) “Cilento Interno” € 5.400.000,00 e” Vallo di Diano” €9.500.000,00, con capacità di spesa prossima allo zero; i due progetti sono stati elaborati, presentati e approvati dalla regione e avrebbero dovuto garantire più servizi, il miglioramento dell’assistenza sociale, l’adeguamento dei servizi di trasporto, l’implementazione delle attività produttive; l’affiancamento alle istituzioni scolastiche … quindi niente di nuovo sotto il sole! Solo una evidente incapacità gestionale di chi amministra tesa soltanto a riempire le caselle dei moduli burocratici, magari assistiti da qualche società di consulenza, per “dimostrare” “carte alla mano” che tutto va bene anche se niente funziona. https://www.unicosettimanale.it/nellarea-pncvda-sono-due-i-progetti-approvati-vallo-di-diano-e-cilento-interno/
lo stesso progetto pilota Piccoli Borghi assegnato in Campania a Sanza, che piccolo lo è per niente; infine, ci sono gli incentivi decennali del 60% in più dei trasferimenti statali che ricevono individualmente ai comuni che si fondono per 10 anni …in regione Campania ce ne è stata solo una: “Montoro superiore e Montoro Inferiore” a differenza di altre regioni! https://www.unicosettimanale.it/sanza-il-borgo-dellaccoglienza/
Un esempio su tutti, Piaggine, Laurino, Valle dell’Angelo, Sacco e Felitto se si fondessero otterrebbero circa 1.200.000,00 Euro all’anno in più ai 2.000.000,00 Euro che già ottengono per un totale di 32.000.000,00 per 10 anni.
Insomma, si tratta di garantire rendere a chi già vive nei Borghi dai quali traspare il Benessere sintomo di un luogo salubre di per sé e che consente a chi lo vive di godersi il benessere della vita tranquilla se, però, c’è la Salute!
Se chi già vive nelle aree interne si sente a suo agio, saranno loro stessi la cartina di tornasole che dimostra che in cambio di una buona qualità della vita si può sacrificare il necessario per evitare di perdere tutto.
Dopo tutto, se le (gemme nascoste) sono invisibili a chi vi vive accanto, sarà molto difficile portarle il primo piano per renderle attrattive per chi vive altrove.
Ma un fatto positivo è accaduto mercoledì 18 settembre 2024 … il presidente del Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni, Giuseppe Coccorullo, oltre ad accogliere con il doveroso rispetto il vice presidente della regione Bonavitacola e ad aver fatto rivivere il Centro della Biodiversità, ha preso l’iniziativa facendosi parte in causa di un incontro di sindaci dei piccoli comuni del Parco ribadendo con i fatti ciò che la legge gli assegna di diritto.
Perciò, chi ha cuore di destini del Parco non che augurare a presidente un successo pieno o almeno parziale dell’iniziativa regionale perché ad ogni occasione mancata corrisponde sempre un calo di considerazione nei confronti dell’area protetta che, purtroppo, si avvicina sempre di più all’indifferenza generalizzata.
BSB, l’acronimo con il quale cli ideatori del progetto hanno voluto semplificare l’idea che guida il progetto non è del tutto “sconosciuto” ai cittadini che vivono nella regione del Parco compresa in una provincia, quella di Salerno.
Purtroppo l’ente Parco ha perso, lungo i trent’anni dalla sua istituzione, molto dell’appeal che aveva in casa propria. Bisogna sperare che le tante risorse che lo stato e la regione investo nei progetti finanziati e affidati all’ente per la sua realizzazione sia spese così bene e rese così visibili nel loro impatto sul territorio da non aver bisogno di essere rivendicate ma fatte proprie dai cittadini.