Identikit del docente di sostegno. I nuovi percorsi formativi INDIRE. La recente manifestazione di protesta
Formazione, ruolo e funzione del docente di sostegno. Le cifre del sostegno a cura dell”Istat e del MIM. Introduzione dei nuovi percorsi formativi specificamente rivolti ai docenti precari di sostegno, organizzati dall’Indire e affiancati all’offerta formativa universitaria. La manifestazione di protesta al MIM, indetta dai Comitati docenti di sostegno e dei genitori di studenti con disabilità.
Le Linee Guida del DI 153/2023, riferiscono chiaramente ruolo e funzione del docente di sostegno. Le ore di sostegno sono assegnate alla classe, ma per sviluppare un progetto educativo personalizzato; non devono intendersi come risorse aggiuntive che rientrano nella libera disponibilità della scuola, da utilizzare per qualsiasi attività di supporto destinata ad altri alunni e ad altre alunne della classe o della scuola. Certamente la presenza del sostegno didattico in una classe può favorire l’attivazione di una didattica più aperta e flessibile da cui può trarre vantaggio tutta la classe, il team docenti e il consiglio di classe, ma deve essere sempre chiaro che questi interventi sono rivolti prioritariamente all’alunno o all’alunna con disabilità. La Legge 104/92 art. 13 c. 6, più precisamente svela la collocazione di questa funzione: “Gli insegnanti di sostegno assumono la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui operano, partecipano alla programmazione educativa e didattica e alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei consigli di interclasse, dei consigli di classe e dei collegi dei docenti”. Questo insegnante mira a promuovere la dimensione della socialità e dell’apprendimento; grazie al suo prezioso e delicato intervento l’alunno accosta e comprende la disciplina, ma specialmente viene sostenuto nella integrazione e inclusione scolastica e sociale. Esemplifica i contenuti destinati al ragazzo adottando l’uso di una differenziata modalità per ogni distinta situazione, considerando caratteristiche e bisogni legati all’età e alla specifica tipologia di disabilità. Per svolgere questa attività occorre svolgere percorsi per il conseguimento della specializzazione per le attività di sostegno. A seguito di un iter impegnativo, almeno fino a oggi, si consegue il titolo che consente l’iscrizione negli Elenchi di sostegno e che contempla la nomina di “docente con incarico su posto di sostegno”. Per la frequenza dei corsi, della durata di un Anno Accademico sono necessari specifici requisiti. Ai corsi si accede previa selezione. Si tratta di un percorso comprensivo di insegnamenti teorici, attività di tirocinio diretto e indiretto, laboratori, suddivisi per ordine e grado di scuola. La formazione dell’insegnante di sostegno deve essere di una solida conoscenza dell’ambito pedagogico e della didattica speciale. Queste conoscenze ovviamente dovranno camminare di pari passo con imprescindibili qualità morali. L’Istat e il MIM svelano le cifre intorno a questa figura: gli insegnanti per il sostegno impiegati nelle scuole italiane sono circa 228mila, quasi 218mila nella scuola statale (fonte ministero dell’Istruzione) e circa 10mila nella scuola non statale (fonte Istat), con un incremento complessivo rispetto all’anno precedente del 10%. “A livello nazionale, riporta il sole 24 ore, il rapporto alunno-insegnante è di 1,6 alunni, migliore di quello previsto dalla Legge 244/2007 che raccomanda un rapporto pari a 2. Più di 67mila insegnanti per il sostegno (il 30%) però sono stati selezionati dalle liste curricolari. Si tratta di docenti che non hanno una formazione specifica per il sostegno, ma che vengono utilizzati per far fronte alla carenza di figure specializzate. Questo fenomeno è più frequente al Nord, dove la quota di insegnanti curricolari che svolge attività di sostegno sale al 42%, mentre si riduce al 15% nel Mezzogiorno. A questa carenza si affianca spesso un ritardo nell’assegnazione: a un mese dall’inizio della scuola, infatti, circa il 12% degli insegnanti per il sostegno non risulta ancora assegnato. Tale quota sale al 14% nelle regioni settentrionali mentre scende al di sotto del valore nazionale nelle scuole meridionali attestandosi all’11 per cento. Tuttavia, un segnale di speranza c’è: negli ultimi quattro anni la quota di insegnanti selezionati dalle liste curricolari è diminuita, passando dal 37% dell’anno scolastico 2019-2020 al 30% dell’anno scolastico 2022-2023”. La figura dell’insegnante “di sostegno” è venuta alla luce con il D.P.R. 970/1975. A tutti gli effetti è un docente “specialista”; un insegnante che, comunque, si distingue dagli altri docenti curricolari. Figura e ruolo dei docenti di sostegno sono poi stati ulteriormente definiti dalla Legge 517/77 che ratifica il diritto alla piena integrazione degli studenti con handicap nella scuola pubblica. Valditara, avanti alla carenza di docenti specializzati sul sostegno didattico agli alunni con disabilità, si è mosso fattivamente con una sua soluzione. Ha annunciato rilevanti novità risolutive illustrando alla Camera le misure previste nel decreto 71/2024. Rispetto alla urgente domanda delle scuole, avanti a una riconfermata criticità, a un impellente bisogno di fornire un concreto riscontro garantendo più docenti specializzati, il Ministro del MIM, con relativo decreto, introduce nuovi percorsi formativi specificamente rivolti ai docenti precari di sostegno, organizzati dall’Indire e affiancati, all’offerta formativa universitaria. “Il sistema universitario non fornisce la formazione che la scuola necessita – ne è pienamente convinto Valditara – Al Nord c’è sbilanciamento tra domanda e offerta di docenti specializzati, con una carenza di candidati. L’intervento riguarda i docenti che non sono stati intercettati dai percorsi accademici e che da anni svolgono servizio sul sostegno pur privi di specializzazione. I nuovi percorsi avranno contenuti mirati e differenziati rispetto ai corsi di specializzazione delle università. Saranno innovativi e incentrati sulle reali esigenze formative, di qualità”. Il Ministero dell’Istruzione e del Merito, nella relazione illustrativa, specifica ulteriormente la cornice normativa. Le disposizioni normative di cui al Capo II (Disposizioni urgenti in materia di sostegno didattico agli alunni con disabilità) si fondano sull’esigenza, ormai non più procrastinabile, di incrementare il numero di docenti specializzati sul sostegno didattico agli alunni con disabilità, nonché sulla necessità urgente di ridurre, quanto prima, la copiosa mole di istanze giacenti per il riconoscimento dei titoli esteri, e di risolvere il conseguente ingente contenzioso in atto. In particolare, il settore del sostegno didattico, da anni, fatica ad assicurare la necessaria copertura del crescente fabbisogno di docenti specializzati, tanto che, in alcuni territori, per coprire tutti i posti di sostegno “in deroga”, ai fini della costituzione dell’organico necessario a garantire l’avvio dell’anno scolastico, si è costretti a ricorrere anche a supplenti privi del diploma di specializzazione. (..)La carenza di organico di ruolo sul sostegno risulta pressoché generalizzata sull’intero territorio nazionale e, sulla base del monitoraggio effettuato dal Dipartimento per il sistema educativo di istruzione e formazione del Ministero dell’istruzione e del merito, emerge che molte cattedre rimangono scoperte nonostante le immissioni in ruolo effettuate sulla base dei concorsi recentemente banditi. Da ciò consegue, pertanto, come già detto, la necessità di ricorrere alle supplenze, spesso con docenti privi di specializzazione sul sostegno. Ciò è anche dovuto a un disallineamento tra fabbisogno di docenti specializzati e l’offerta formativa universitaria, non tanto in termini assoluti quanto in termini di distribuzione su territorio nazionale, che appare marcatamente disomogenea. (…) In considerazione del quadro delineato, si rende, quindi, necessario e urgente affrontare e risolvere le criticità connesse alla forte carenza di docenti specializzati sul sostegno, al fine di rafforzare l’azione educativa in favore degli alunni più vulnerabili. Parimenti, è necessario e urgente intervenire per ridurre, quanto prima, l’ingente mole di istanze (circa 12.000) già presentate al Ministero dell’istruzione, al fine di ottenere il riconoscimento in Italia di un titolo conseguito all’estero per lo svolgimento delle attività didattiche agli alunni con disabilità. Tale arretrato amministrativo, infatti, ha generato e continua a generare un copioso contenzioso giurisdizionale, con conseguenze negative sia per i richiedenti il riconoscimento del titolo estero sia per lo stesso Ministero”. Come sopperire all’attuale fabbisogno di docenti di sostegno? Bisognerà tempestivamente potenziare i percorsi di specializzazione per le attività di sostegno didattico agli alunni con disabilità: “In via straordinaria e transitoria, in aggiunta ai percorsi di specializzazione sul sostegno previsti a legislazione vigente (“TFA sostegno”), che rimangono affidati ordinariamente alle università, la specializzazione sul sostegno agli alunni con disabilità potrà essere conseguita, sino al 31 dicembre 2025, anche mediante il superamento di percorsi che saranno attivati dall’Istituto nazionale di documentazione, innovazione e ricerca educativa (INDIRE), ente di ricerca di diritto pubblico che, tra i propri compiti statutari, annovera la funzione della formazione del personale della scuola. L’offerta formativa dei “percorsi INDIRE”, che si articolerà in almeno 30 crediti formativi, potrà essere, in ogni caso, erogata anche dalle università, autonomamente o in convenzione con l’INDIRE, in aggiunta ai percorsi universitari del “TFA sostegno”, previsti dall’articolo 13 del regolamento di cui al decreto del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca 10 settembre 2010, n. 249. Il comma 2 definisce l’ambito di applicazione soggettivo dei nuovi percorsi, che saranno destinati a coloro che hanno maturato, nelle scuole statali e paritarie, un servizio su posto di sostegno di almeno 3 anni, anche non continuativi, nei 5 anni precedenti; tali soggetti (cosiddetti, “precari triennalisti”) potranno iscriversi ai percorsi – che saranno attivati da INDIRE o dalle università ai sensi del comma 1 – per il medesimo grado di istruzione sul quale hanno prestato servizio. Tale platea di soggetti si pone in continuità con quella alla quale è destinata la quota di riserva dei posti da autorizzare per l’accesso ai percorsi “TFA sostegno”.
In conclusione, l’articolo introduce, in via transitoria, una ulteriore tipologia di percorsi di formazione professionale per le attività didattiche sul sostegno, attivabile dall’INDIRE e dalle stesse università, in aggiunta ai percorsi universitari “TFA sostegno”. I nuovi percorsi di formazione saranno rivolti ad una platea ben definita di destinatari (“precari triennalisti”), già operanti nelle scuole attraverso le supplenze, in forza delle quali, ad oggi, tali soggetti, seppur privi di specializzazione sul sostegno, svolgono comunque attività di supporto agli alunni con disabilità. La disciplina è, pertanto, volta a consentire a tali soggetti di conseguire una formazione integrativa specifica per l’assistenza agli alunni più vulnerabili, e di acquisire un titolo in forza del quale potranno partecipare ai concorsi che saranno banditi, con la possibilità di entrare a far parte, in modo stabile, del sistema scolastico. La natura transitoria della disciplina de qua trova la propria ragion d’essere nella concreta prospettiva di ridurre in modo considerevole, entro la fine del 2025, la platea dei precari triennalisti, perseguendo contestualmente la duplice finalità di ridurre il precariato della scuola, e di formare docenti qualificati da destinare al sostegno degli alunni con disabilità. Inoltre, i soggetti in parola, conseguendo il titolo di specializzazione sul sostegno con il superamento dei nuovi percorsi, potranno avvalersene per iscriversi nella I fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze (GPS), e avranno la possibilità di essere assunti in ruolo fino al 31dicembre 2025, in base alle disposizioni del “decreto-legge PNRR 4”, qualora residuino, a seguito dello scorrimento delle graduatorie concorsuali di merito, posti di sostegno non assegnati.
Una manifestazione di protesta si è svolta recentemente davanti al MIM. È stata indetta dai Comitato Docenti di Sostegno e dai comitati dei genitori di studenti con disabilità. La ragione del dissenso si riscontra nella idea oppositiva delle politiche educative del Ministro Valditara, di fatto, secondo i comitati, inadeguate e non inclusive. I Proff. di sostegno chiedono una programmazione dei percorsi di specializzazione in base concreto bisogno di posti. “Ad oggi, questi percorsi sono privi di qualsiasi valenza formativa e giuridica. I nostri titoli sono stati equiparati a titoli privi di valore legale, consentendo di fatto a persone senza una formazione specifica di insegnare a studenti con disabilità. Il Ministro dell’Istruzione del Merito, anziché valorizzare la professionalità e la preparazione, ha aperto le porte delle nostre scuole a figure prive delle competenze necessarie, mettendo a rischio il diritto all’inclusione dei nostri ragazzi. “La nostra priorità è garantire la continuità didattica, così riporta Orizzonte scuola, sia per i docenti che per gli studenti. I continui cambi di insegnanti sono deleteri per un percorso educativo efficace e graduale. I ragazzi hanno bisogno di punti di riferimento stabili”, spiega Francesca Ariano, docente di sostegno. “L’articolo 59 del decreto-legge n. 73/2021 mirava a stabilizzare i docenti precari che avessero ottenuto una cattedra entro il 31 agosto. Purtroppo, questa norma non è stata applicata in modo uniforme su tutto il territorio nazionale, penalizzando fortemente le regioni del Sud. A Napoli e nelle regioni meridionali, i 3.200 posti assegnati con scadenza 31 agosto sono stati trasformati in incarichi al 30 giugno, negando di fatto la possibilità di stabilizzazione a migliaia di docenti”, spiega. E ancora nella intervista rilasciata a “Orizzonte scuola”: “Chiediamo con forza che lo Stato investa nella scuola pubblica e trasformi questi posti in deroga in posti di diritto. Non si tratta di un privilegio, ma di un atto dovuto: stiamo occupando cattedre vacanti, garantendo il diritto all’istruzione a migliaia di studenti. Siamo già alla quinta manifestazione per rivendicare questo diritto, ma la nostra voce sembra non essere ascoltata”. elgr