Ogni anno il 24 maggio si celebra la Giornata Europea dei Parchi per ricordare il giorno in cui, nel 1909, venne istituito in Svezia il primo parco nazionale europeo, con la precipua finalità di sottrarre ad uno sfruttamento indiscriminato e riservare al godimento collettivo aree naturali di pregio ancora intatte.
Nel 2024 il 24 maggio la federazione europea dei parchi, allo scopo di sollecitare tutti i soggetti in campo ad operare e cooperare per la tutela della biodiversità, per il contrasto ai mutamenti climatici e per uno sviluppo sostenibile, dando vita alle scelte per il futuro; promuove l’organizzazione di eventi che rinnovino l’appello al rispetto della natura.
Nello scorso mese di maggio, il giorno 24, il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni è stato incaricato di organizzare un incontro dal titolo “Insieme per la Natura”. La sede scelta come sede dell’incontro è stato il Convento di S. Antonio di Laurino.
L’evento, oltre al Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni e al Parco del Vesuvio, è stato organizzato in collaborazione con il Comando Regione Carabinieri Forestale “Campania”.
La partecipazione di esperti del mondo accademico e delle altre istituzioni territoriali, regionali e internazionali ha fatto onore alla nostra terra.
Al corpo dei Carabinieri Forestali, al quale sono transitate le competenze e il grande patrimonio di esperienze fatte sul campo dall’ex Corpo forestale dello stato, è affidata la sorveglianza degli attuali 24 Parchi Nazionali e la partecipazione a progettualità attive, per il recupero e valorizzazione degli elementi naturali ed il monitoraggio dei beni ambientali. Questo è fatto in sintonia di intenti con gli Enti Parco Nazionali e gli altri soggetti coinvolti, a vario titolo, nella protezione della natura, biodiversità e paesaggio.
In Italia, il primo Parco Nazionale, il Gran Paradiso, fu istituito nel 1922. Mentre, il Parco d’Abruzzo, divenuto poi Parco Nazionale d’Abruzzo Lazio e Molise: e il Parco Nazionale del Cilento Vallo di Diano e Alburni hanno una loro specifica peculiarità … essere fortemente antropizzati per la presenza di un gran numero di piccoli e medi borghi. Pertanto c’è la necessità di perseguire un equilibrato svolgimento delle attività tradizionali radicate nel tessuto sociale locale.
Ecco perché, probabilmente, è stato affidato al PCVDA l’organizzazione dell’evento. Aver scelto, poi, di farlo a Laurino, che si trova nel cuore dell’aera protetta perché baricentrica tra il massiccio del Cervati e della catena dei monti Alburni, oltre ad essere a “cavallo” tra la Valle del Calore e dell’altopiano del Vallo di Diano, è stato altrettanto positivo per dare un segnale di attenzione proprio ai piccoli borghi soggetti al fenomeno dello spopolamento.
Ovviamente, le nostre tre testate giornalistiche I Piccoli e Unico settimanale e Unico Patrimonio, che notoriamente “non” si occupano delle tematiche ambientali, né delle aree interne, tantomeno alle politiche attive e passive dell’ente parco (sul nostro sito alla voce “Parco del Cilento Vallo di Diano Alburni” corrispondono 1514 articoli) … non siamo stati destinatari di una sia pur formale comunicazione dell’evento.
Alla tavola rotonda finale prevista per approfondire le tematiche relative a “Le future sfide dei parchi nazionali” sono state invitate le associazioni ambientaliste e del mondo agricolo.
Purtroppo, sul sito dell’ente non si trova un resoconto, né la relazione iniziale e nemmeno il documento conclusivo sulle tematiche trattate su “Le future sfide dei parchi nazionali”.
Che dire … poco e niente! Se non cominciare a rassegnarsi all’inevitabile decadimento di un ente destinato a fare da apripista al riscatto delle aree interne di un territorio grande quanto una regione ma “prigioniero” dell’atavico atteggiamento provinciale.
Si tratta di un modo di agire di chi ha grandi ambizioni, molti argomenti da far valere ma poca dimestichezza con il senso della condivisione di idee e progetti che, non solo devono essere immaginati, redatti, finanziati e portati a conclusione, ma anche resi fruibili sia nella sostanza sia nelle loro ricadute pratiche sul territorio e sulle persone lo vivono.
Dopotutto, a quasi trent’anni dall’istituzione del Parco del Cilento Vallo di Diano e Alburni, dopo ingenti investimenti per la gestione ordinaria e, ancora più cospicui, su progetti specifici (in 25 anni circa il parco ha gestito 1,250 milioni di euro tra fondi ordinari e straordinari); ci troviamo di fronte ad un atteggiamento generalizzato, adottato anche in altri casi, che ricaccia il nostro territorio ai margini del sistema paese.
Eppure, la dimensione “extraterritoriale” di un parco nazionale, potrebbe fare la differenza in una regione che con oltre 6 milioni di abitanti concentrati nelle grandi città e nell’hinterland ad esse connesso.
· Si tratterebbe di “fare” politica assumendo una visione strategica del futuro e non di farsi sopraffare dal contingente;
· vorrebbe dire puntare alla dimensione nazionale che hanno assunto le aree protette, e non farsi risucchiare nel “ghetto” provinciale delle sagre e delle fiere;
· dovrebbe essere primario l’interesse di indirizzare l’attenzione del Direttivo e della Comunità del parco ai grandi temi come quelli affrontati nel convegno di Laurino invece di accontentarsi di fare bella “figura” con gli ospiti internazionali;
· infine, veicolare i documenti elaborati e scaturiti dal confronto tra relatori ed esperti convenuti nel nostro parco ai sindaci, ai presidenti della comunità montane, alle associazioni che da decenni collaborano con l’ente e, magari, anche agli organi di informazione che potrebbero pubblicarli, in toto o in parte, per diffondere conclusioni e indirizzi operativi …