Luoghi isolati e abbandonati che tornano a vivere grazie a imprenditori che decidono di restare: il Cilento è anche questo, è anche restanza di fronte all’abbandono, è anche salvare edifici storici dai rovi e dalle erbacce. Sono aziende agrituristiche, ricettive e artigianali, e alle volte sono veri e propri presidi di cultura.
Oasi di serenità per chiunque voglia riscoprire la parte più pura e incontaminata del nostro territorio, il Cilento interno persuade a investire, e a restare, sempre più imprenditori cilentani, che salvano dal degrado palazzi nobiliari e antiche strutture, riscoprono semenze, lavori e artigianalità che si stavano dimenticando. Lo fanno utilizzando la tecnologia e, prima ancora, facendo rete, unendo competenze diverse. L’unione fra persone e competenze, antiche e tecnologiche assieme …è questa la strategia vincente, e chi scrive si compiace di vedere realizzato quanto ha teorizzato nel suo romanzo Mirari, ambientato alle spalle dell’antica Velia, che prim’ancora di essere la patria della filosofia occidentale è la terra della cultura cilentana. Vedere persone inizialmente sconosciute, differenti per età, estrazione, provenienza e competenza, che si ritrovano uniti per realizzare un sogno comune, e lo fanno qui, nel Cilento, non è solo un sogno scritto in un libro. Enogastronomico, turistico o artigianale che sia, è sempre di natura culturale il sogno che si realizza, a macchia di leopardo, in tanti borghi del Cilento. E non potrebbe essere diversamente perchè senza cultura un popolo non ha storia, non ha radici, non ha futuro; e il sogno non si realizza.
Per raggiungere l’obiettivo di una vasta divulgazione del suo progetto (progetto che deve valorizzare, perchè sia davvero di supporto al territorio, i valori del vasto patrimonio culturale cilentano) l’imprenditore deve utilizzare strategie e canali promozionali innovativi ed efficaci. Luoghi di questo lavoro culturale sono fondazioni, palazzi storici, musei, luoghi di culto, biblioteche, ma anche mulini, vecchie stalle e luoghi di lavoro di un tempo….. posti che portano con sè l’anima dei borghi antichi che in tal modo tornano a vivere guardando al futuro, creando lavoro e opportunità necessarie e indispensabili a contrastastare, a combattere lo spopolamento.
Da troppo tempo assistiamo impotenti allo svuotamento, allo svisceramento dei borghi interni. Al calo delle nascite e alle morti degli anziani si unisce l’emigrazione, che è una vera e propria fuga. Non c’è lavoro, lì tra quelle case: questo il profondo motivo. E si svuotano borghi fino a qualche decennio fa ancora vivi, popolati da abitanti e attività lavorative. Stiamo perdendo case abitate, piazze un tempo piene di voci e di colori. Resta il silenzio, avvolto dalle erbacce che fanno macerie degli spazi ora disabitati. Ma se le antiche pietre tornano a vivere, a parlare e a produrre, allora le vie dei borghi si ripopolano e le piazze tornano ad essere agorà.
Il ripopolamento dei borghi attraverso la cultura può farlo soltanto l’imprenditoria lungimirante, quella che tutela la nostra storia, le nostre tradizioni….la nostra cultura!
L’emigrazione dei giovani cilentani incupisce per la gravità della situazione, tuttavia questi tanti, sebbene disseminati segnali di consapevolezza imprenditoriale dalle ampie vedute, che danno fiducia ai giovani, e che accolgono le esperienze degli adulti, potranno essere il volano di una rinascita economica del Cilento.
In tutte queste forti e volitive realtà che stanno nascendo, chi scrive vede la concretezza del sogno.