La pittura di Carmine Pinto rimarca gli ori al tramonto e tutti quei colori della più lussureggiante tavolozza mediterranea
A distanza di un anno dalla scomparsa del noto pittore Carmine Pinto, gli amici dell’Associazione Artistico-Culturale “Giuseppe Ripa”, presieduta dall’architetto Giuseppe Ianni, e la famiglia organizzano un’Antologica pittorica, denominata “Le stagioni della vita”, per ricordare l’opera dello stimato artista di San Marco di Castellabate. Questa mostra che si tiene a Villa Matarazzo, luogo caro al maestro Pinto, in quanto già sede di varie esposizioni personali, vuol essere un riproporre della sua opera che esercitò con innata passione per un ventennio. La retrospettiva artistica comprende paesaggi, nature morte, ritrattistica ed opere sacre di grande formato, con cui l’artista nel periodo della maturità si è cimentato con profonda spiritualità e trasporto. Questa mostra, vuol essere un viaggio a ritroso nell’opera pittorica di Pinto, con l’esposizione di 25 tele frutto della sua creazione artistica. Presenti alla serata un foltissimo pubblico proveniente da tutta la Provincia, con amici ad artisti che hanno affollato la e sale espositive. All’inaugurazione era presente l’assessore comunale Dalila Russo, la quale ha esposto brillantemente il suo pensiero in merito alla vita artistica di Pinto, oltre a portare il saluto dell’amministrazione comunale. Al taglio del nastro inaugurale, il sindaco di Castellabate Marco Rizzo, che ha ricordato la figura e l’opera dell’artista scomparso; Don Pasquale Gargione, parroco che ha ricordato l’artista mentre dipingeva importanti opere nelle sue chiese; l’assessore Gianmarco Rodio ed ancora, il comandante della polizia municipale Gennaro Malandrino.
La pittura di Carmine Pinto rimarca gli ori al tramonto e tutti quei colori della più lussureggiante tavolozza mediterranea. Ogni opera pittorica è una storia a se, fra scorci paesaggistici raggianti di luce ed orizzonti infiniti di caldi crepuscoli fra rilucenti marine. Una pittura che si propone sempre evolutiva e che rispecchia la metamorfosi interiore dell’artista, ove si trasforma e si rigenera ad ogni soggetto interpretato, soprattutto nelle grandi tele di opere sacre, collocate in varie chiese. Molte di queste opere pittoriche sono riportate fra le pagine del suo libro di pittura e poesia “I Colori della mia Terra”. Tutto questo non nasce a caso ma da profonde riflessioni maturate negli scritti del pittore, che spesso trae dalle sue poesie in vernacolo, un connubio che unisce lo spirito alla materia pittorica, con risultati sorprendenti per la sua maturazione artistica.
Carmine Pinto, una lunga esistenza fra ogni forma di tinteggiatura e decorazione, tra scenografie e troumpe l’oeil, insomma tutto quello che con pennelli e colori si può creare su ogni tipo di superficie. Da autodidatta, il suo spirito creativo è guidato da un occhio attento e penetrante che riesce a cogliere nel creato ogni colore che si ridisegna nella luce tenue e cangiante. La sua è una pittura contemplativa realista, che trae ispirazione dal paesaggio e le sue armonie, cogliendo quel sottile palpito creativo che da l’essenza alle composizioni. Pinto possiede una tavolozza energica, estremamente policroma, fatta di tantissime sfumature che ammantano i suoi paesaggi luminosi. Tramonti infuocati, silenti marine, ogni cosa della sua terra emana profumi e lui da attento poeta ritrae il tutto con innata passione. La sua pittura è poliedrica e varia, trovando notevoli affermazioni in innumerevoli trompe l’oeil, su pareti interne ed edifici ricettivi, ispirato da finte architetture su sfondi panoramici.
L’opera pittorica di Pinto negli anni della maturità, ha subito una variazione cromatica di scuola classica, come nelle importanti decorazioni nelle chiese, ma soprattutto nelle tele sacre di grandi dimensioni. Si ricordano le chiese nel Comune di Castellabate, dove sono collocate le opere che l’artista fu chiamato a dipingere. La grande tela dedicata a S. Marco Evangelista, collocata sotto la volta dell’omonima chiesa; la finta cupola della cappella di S. Antonio a Lago e la tela del Santo in gloria; La tela della Madonna delle Grazie ad Ogliastro Marina, la vergine con bambino circondata da angeli, collocata sotto la volta; Più tele che adornano il soffitto e le pareti della chiesa di S. Rosa da Lima in Alano, che ricordano la vita e i miracoli. Di ottima rilevanza artistica una serie di tele sacre collocate tra il soffitto e le pareti della chiesa di S. Antonio da Padova a Moio di Agropoli. Opere di grosse dimensioni sono presenti nelle chiese e cappelle cimiteriali di Castellabate, come nella “Società Libertà e Lavoro”, “Società San Marco”, e “Società Sacro Cuore”. Opere queste che hanno fatto conoscere Pinto nel mondo dell’arte religiosa, ispirate da una profonda fede, dalle quali emerge il generoso spirito dell’artista. Così, il pittore vive la piena maturità con una ricca produzione di opere che ne testimoniano l’intenso travaglio interiore, dove si materializzano figure religiose in sapienti effusioni tonali dalla vibrante intensità visiva. In tutte queste opere di Pinto, si riscontra il suo crescendo pittorico, ove la sua spiritualità interiore, si manifesta e si trasmette attraverso figure dense di santità. La mostra Antologica vuole ripercorrere tutte le fasi pittoriche che l’autore ha attraversato nella sua lunga carriera artistica.