La festa di San Pantaleone, Medico e Martire Protettore di Vallo della Lucania e della Diocesi di Vallo della Lucania, viene celebrato il 27 luglio, nell’annivarsario del suo martirio, avvenuto nel 305 sotto Diocleziano. A Vallo della Lucania, dal 26 al 29 luglio ogni anno il Santo orientale viene celebrato con una ricca festa religiosa e civile. Un culto, un patrimonio culturale, immateriale e sacro che appartiene all’intera comunità: un’eredità inesauribile, tramandata nei secoli di generazione in generazione.
Medico della corte imperiale convertitosi al Cristianesimo, martire denunciato dai suoi colleghi e decapitato solo dopo atroci torture, santo venerato tra i santi medici anàrgiri, patrono dei medici e delle ostetriche, nel Medioevo San Pantaleone fu annoverato fra i quattordici santi ausiliatori, invocati contro le infermità di consunzione. Il culto di San Pantaleone dall’Oriente, sua terra d’origine, si è si è largamente diffuso in Occidente a partire dal V secolo. Sono molte le città italiane ed europee di cui il medico martire è patrono. Tra queste, Vallo della Lucania.
Nella città cilentana ogni anno migliaia di fedeli accorrono dall’intera Diocesi per celebrare con una ricca festa rwligiosa e civile il Santo Patrono .
Dal 26 al 29 luglio il suono della banda musicale, l’accensione delle luminarie, i fuochi d’artificio e i numerosi concerti rappresentano momenti indelebili per ciascun vallese e per ciascun abitante della Diocesi di Vallo della Lucania; ma è nella solenne processione del 27 luglio che la celebrazione raggiunge il culmine, quando la grande folla di fedeli si riversa nelle vie cittadine per seguire in la statua del Patrono San Pantaleone, preceduta dal lungo corteo di oltre venti statue dei santi venerati nelle chiese e nelle cappelle locali, da Sant’Antonio a Sant’Alfonso, da San Luigi a San Vincenzo.
Ogni anno alla storica processione del patrono di Vallo della Lucania e dell’omonima Diocesi sono presenti in gran numero non solo vallesi e fedeli accorsi dall’intero comprensorio, ma anche emigrati di ritorno per le ferie e oriundi che, dall’estero, tornano nel Cilento, nelle seconda metà di luglio, per partecipare ai quattro giorni di festa in onore di San Pantaleone.
Il culto del Patrono è, oggi come un tempo, momento di profonda devozione e affezione, caratterizzato da autentica fede, ma è anche un momento promotore di intensa coesione sociale, in cui i presenti sono accomunati da antiche forme di partecipazione.
La processione di San Pantaleone affascina qualunque spettatore, anche i turisti della costa che per caso si trovano a Vallo della Lucania in quei giorni: un momento che mantiene in vita, da secoli, il culto non soltanto del patrono, ma di tutti i santi locali, e con loro la storia di Vallo della Lucania, con tutti i suoi risvolti sociali, economici e civili.
Non credo di esagerare affermando che il culto di San Pantaleone, di cui la processione è momento fondamentale, custodisce e racchiude la memoria storico-religiosa di Vallo della Lucania, e ne rappresenta il patrimonio immateriale.
La festa di San Pantaleone, eredità inesauribile e preziosa di riti e tradizioni tramandata nei secoli di generazione in generazione, e che richiama turisti, emigrati e oriundi, rappresenta per Vallo della Lucania un patrimonio culturale, immateriale e sacro che merita, a mio avviso, di essere candidato a entrare nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano (IPIC).