Solo il 13,7% che gli ha votato contro e, soprattutto, 5.033 elettori aventi diritto che non sono andati ai seggi, oltre a quelli che hanno depositato scheda bianca nell’urna
Quando è necessario andare controcorrente? Perché è imperativo mettersi a dovuta distanza dal potere? Quanto può resistere una democrazia di fronte ad un referendum camuffato da elezione …
Si potrebbe andare avanti con gli interrogativi che fanno sussultare le coscienze democratiche che, dopo aver assistito al plebiscito di consensi verso l’operato di Franco Alfieri riconfermato sindaco di Capaccio Paestum, si sente disorientato e schiacciato da un simile risultato!
Quello che lascia l’amaro in bocca, però, è l’ostentazione dell’inconsistenza delle minoranze sottolineando l’entità della percentuale di consenso che lascia stordito chi passa davanti ai manifesti che campeggiano sui muri perché fa restare senza “parole” … infatti campeggia imperturbabile il “numero”.
Quell’87, 3% è talmente invasivo, dominate, schiacciante … che sovrasta chi vi passa a fianco o, peggio ancora, se lo trova di fronte; “87,3%” impresso a caratteri cubitali colpisce dritto al cuore democratico dei cittadini che credono ancora al confronto democratico per la “conquista” del potere per amministrare, protempore, la cosa pubblica a nome dell’intera comunità.
Intanto, vale la pena fare un po’ di chiarezza per ridimensionare, ameno numericamente, la percentuale di cittadini che hanno dato mandato al sindaco Alfieri di amministrare la città di Capaccio Paestum … Gli aventi diritto al voto erano 18.398, i voti per il sindaco sono stati 13.064, 230 più della somma dei voti raccolti dalle liste a lui collegate. Pertanto la percentuale relativa al numero degli elettori che si recata ai seggi è del 62,03%.
So bene che sto “giocando con i numeri” ma già questo dato dà una dimensione più umana alla competizione elettorale!
In secondo luogo, ad appesantire la situazione c’è la completa bocciatura di chi ha immaginato di poter competere con le 5 liste di Alfieri affollate da 80 candidati lanciati nella “prateria” elettorale a contendersi le preferenze utili a salire qualche “scalino” del potere.
Infine, l’impossibilità manifestata da chi si è opposto alla riconferma di Alfieri, Emanuele Sica e Carmine Caramante, ad unire le forze per arginare la poderosa “macchina” elettorale del sindaco uscente in troppo poco tempo.
Infatti, il confronto con la “spartizione” dei voti risultati alle elezioni Europee è impietoso per i candidati che si sono proposto contro Alfieri … i partiti di riferimento di molti candidati e, soprattutto, di chi ha gestito le scelte fatte, sono i seguenti: FdI: 29,22%; Forza Italia: 14,95%; Lega Salvini: 8,64%. La somma di questi voti (52,81% supera abbondantemente la maggioranza assoluta dei votanti!
I numeri, per quanto edulcorati dal calcolo fatto “impropriamente” (lo riconosco prima di essere tacciato di aver fatto un errore madornale), dovrebbero indicare a quanti hanno votato contro, si sono astenuti o sono andati al mare … che è necessario riconnettersi con la comunità in cui vivono.
È necessario che il popolo, che così “spudoratamente” ha tributato “alleluia” per le azioni, opere e, perfino, le “omissioni” del sindaco dei “tre” mondi (Torchiara, Agropoli e Capaccio Paestum) possa identificarli e riconoscerli come soggetti politici in grado di competerete proponendo un alto stile di governo.
Pertanto, la comunità Capaccese, sia quella che ha votato per Alfieri, sia le parti che hanno scelto uno dei due candidati che gli si sono opposti (Sica e Caramante), sia i 5.033 che hanno disertato le urne dovrebbero trovare le strade (sarà impossibile che possa essere una sola) per far valere posizioni e argomenti utili per ricondurre la sproporzione tra le prerogative di chi ha vinto e il diritto ad opporsi di chi ha dovuto soccombere (la legge elettorale prevede la presenza in consiglio di 12 consiglieri in appoggio al sindaco eletto e quattro a chi gli si oppone.
In fondo, si tratta solo di ridimensionare a numeri accettabili per una società democratica quell’87,7% che appare sproporzionato anche per un bravo sindaco come Franco Alfieri.