Capaccio Paestum, Agropoli, Castellabate, Montecorice, San Mauro Cilento, Pollica, Casal Velino, Ascea, Pisciotta, Centola, Camerota, Ispani, Vibonati … sono 13 le località che possono “sventolare” decine di bandiere blu sui pennoni degli stabilimenti balneari, sono decine le località che fanno aprte del territorio dei comuni destinatari del riconoscimento, sono qualche centinaio le spiagge e i lidi che possono apporre adesivi sopra al numero dell’anno passato senza dover rifare l’intero pannello …
Con Bandiera Blu si intende il riconoscimento che ogni anno viene assegnato alle località turistiche balneari che presentano specifici criteri di gestione sostenibile del territorio che ricoprono.
Questo riconoscimento è stato attribuito a partire dal 1987, ovvero l’anno europeo dell’Ambiente.
In un primo momento infatti riguardava esclusivamente i Paesi Europei, mentre in periodi più recenti ha incluso anche paesi extraeuropei grazie al supporto dell’UNEP, (United Nation Environment Programme) il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, e dell’UNWTO (United Nations World Tourism Organization) l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite.
Una località balneare può ottenere questo riconoscimento se rispetta alcuni parametri internazionali che si suddividono in due tipologie.
In primissima battuta va però verificata la possibilità di candidare la spiaggia, in secondo luogo si applicano i 33 parametri internazionali composti da criteri necessari per ottenere la bandiera e da quelli suggeriti per avere dei punti di forza ulteriori.
Oltre a questi criteri “classici”, che vediamo di seguito, nel 2022 è stato aggiunto un parametro relativo all’inclusività e all’impegno sociale.
I requisiti necessari categoricamente e sono suddivisibili in quattro macro-ambiti:
– educazione ambientale e informazione in cui rientra l’affissione della mappa della spiaggia e di tutte le informazioni relative alla qualità delle acque, al programma Bandiera Blu, agli ecosistemi locali e alla condotta da adottare;
– qualità delle acque dunque il rispetto degli standard di qualità su parametri fisici, chimici, microbiologici e di assenza di acque reflue;
– gestione ambientale comprendenti il rispetto delle normative relative all’ubicazione e la pulizia della spiaggia (senza togliere i detriti naturali), la conservazione della biodiversità degli ecosistemi marini e la regolamentazione dei servizi igienici e degli spogliatoi;
– servizi e sicurezza riguardanti la presenza di adeguati strumentazione e personale per il salvataggio, di piani di emergenza in caso di rischio per la sicurezza ambientale, deve essere garantito l’accesso al pubblico e almeno una spiaggia per comune deve avere la possibilità di accesso per le persone diversamente abili.
Tra queste, la regione italiana che ha ottenuto il record è stata la Liguria con ben 32 spiagge premiate! Non è una novità, ma piuttosto una conferma per questa regione che già lo scorso anno aveva ottenuto lo stesso risultato.
Seguono poi Campania, Toscana e Puglia a pari merito con 18 spiagge riconosciute a testa.