La Fondovalle Calore, la strada a scorrimento veloce che dovrebbe collegare e Vallo della Lucania (sic!) alla zone industriale realizzata nel post terremoto dell’80 all’imbocco della Valle del Sele: Campagna e Contursi passando le comunità degli Alburni e per la Valle del Calore, non è nell’elenco delle 300 grandi opere incompiute! Sarà perché, dopo 20 anni ancora non si sono perse le speranze di vederla realizzata …
Col senno del poi speriamo che anche chi ha speso la sua credibilità personale ed ha costruito la carriera politica sulla scommessa di realizzare un’opera, che avrebbe dovuto risolvere i problemi di collegamento veloce tra i paesi montani e collinari e la pianura, si sarà reso conto di aver preso “lucciole per lanterne”.
Infatti, dal progetto originale (80 miliardi delle vecchie lire) oggi dobbiamo registrare un accorciamento dei Km da realizzare in poco più di un quarto del progetto iniziale. Il risultato è che avremo una strada che sfiora il fiume Calore e sventra colline e palifica avvallamenti nel tratto compreso tra le Grotte di Castelcivita e al contrada di Mainardi nel comune di Aquara. Si tratta di un tratto, quando sarà portato a termine, che collegherà il nulla al nulla. È facile prevedere che sarà una strada fantasma che non sarà in grado di soddisfare le esigenze per cui fu immaginata e, allo stesso tempo, ci lascerà con l’amaro in bocca di aver speso risorse importanti in un’impresa che non avrà contribuito a migliorare le condizioni della rete viaria della Valle del Calore che invece versa in condizioni di estremo disagio per l’assoluta mancanza di manutenzione in cui è stata abbandonata per mancanza di risorse.
La responsabilità della situazione attuale è da addebitare in parti uguali agli amministratori locali e a quelli provinciali che si sono succeduti negli ultimi 20 anni. Nessuno di loro è stato grado di prevedere il disastro a cui conduceva la spasmodica voglia di realizzare un’opera che, nel migliore dei casi, ci avrebbe consegnato una superstrada di collegamento dal ponte Sette luci, sotto Bellosguardo, alle porte di Controne sul confine con il comune di Castelcivita. Senza calcolare cosa sarebbe costato in termini economici e ambientali realizzare le bretelle di collegamento tra i vari paesi (a destra e a sinistra della valle) alla “Fondovalle”.
Il peggiore dei casi, invece, l’abbiamo sotto gli occhi: dobbiamo completare la “bretella” senza poter immaginare niente per il suo completamento; anzi, per non vedere il suo nome nell’elenco delle “incompiute” la Provincia dovrà metterci dell’altro in termini economici sottraendo ancora una volta) qualche milione di euro che non ha per interventi urgenti al ripristino della percorribilità della viabilità ordinaria che taglia fuori una decine di comuni proprio nella Valle del Calore e nel costone degli Alburni.
Resta la consolazione che il miraggio inseguito da due decenti, e anche di più, di poter evitare lo spopolamento con la strada dei “miracoli” non sarebbe comunque diventato realtà …
Infatti, anche dove le opera sono state completate, come la “Fondovalle Sele”, che in ogni caso collega la A3 SA-RC alla A 16 NA-BA, non ha evitato lo svuotamento di decine di paesi che la “guardano” da destra e da sinistra tagliare la vallata costellata di “aree produttive” con capannoni svuotati degli altisonanti “brand” industriali e adattati a quelli più familiari. Colliano, Collinanello, Valva, Oliveto … fino a Caposele e perfino Contursi con le sue “terme” hanno le stesse difficoltà a trattenere i figli dei figli del terremoto nei loro paesi.
Lo stesso che lamentano i sindaci “coraggiosi” di Piaggine, Valle dell’Angelo, Laurino, Felitto, Sacco, Roscigno, Corleto, Bellosguardo, Aquara, Castelcivita, Controne …
Oggi, svanito il miraggio della “strada veloce” rimangono le frane che falcidiano le possibilità di collegamento tout court tra un paese e l’altro e l’impossibilità di spendere qualche migliaio di euro per consentire il ripristino del passaggio di uomini e merci che si spostano per lavoro o per garantire a chi vive nello splendido isolamento dei piccoli comuni di continuare a farlo per scelta o per necessità senza dover maledire troppo di essere rimasti o invidiare ancora di più quelli che se ne sono andati per necessità o per scelta!