Sostegno, ancora troppo pochi gli insegnanti specializzati
Uil Scuola Rua, fornisce un utile suggerimento circa la “Modalità di assegnazione delle supplenze al 31/8 e al 30/6 ai docenti specializzati sul sostegno”. La carenza maggiore degli insegnanti di sostegno è peculiarmente rilevabile nelle regioni del Nord Italia, tra cui Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte a seguire Campania, Puglia, Sicilia e così via.
Da diversi anni ormai una delle criticità della scuola italiana è la questione disabilità. Spesso non si riesce a trovare diffusamente la soluzione al problema di affiancare gli alunni disabili con insegnanti veramente qualificati. Insomma, il problema che oggi ancora ricorre è quello degli insegnanti specializzati sul sostegno a scuola. È, intanto, in ascesa il numero degli alunni disabili nelle classi. Il numero dei docenti sul sostegno, di fatto, copre il bisogno, ma è precario e in massima parte non specializzato quindi non adeguato. Nell’anno scolastico 2023/24, riferisce “La vera cronaca”, gli alunni disabili sono poco più di 311.000, in aumento di oltre 21.000 unità rispetto all’anno precedente, di oltre 40.000 rispetto a un triennio fa, raggiungendo per la prima volta la soglia dei 300.000. (..) In un solo anno, tra il 2022/23 e il 2023/24, le scuole italiane si sono impoverite di ben 91.000 tra bambini e ragazzi. Ciò si traduce in una proporzione di un alunno disabile ogni 23 iscritti (quattro anni fa erano uno ogni 28). A livello regionale, la Lombardia è la regione con il maggior numero di alunni disabili: oltre 55.000, pari a circa il 18% del totale. A seguire, praticamente appaiate, la Campania, il Lazio e la Sicilia, che hanno tutte tra i 31.000 e i 33.000 studenti con disabilità. L’insegnante di sostegno assume in questo contesto un ruolo primario; egli è “un insegnante specializzato assegnato alla classe dell’alunno con disabilità per favorirne il processo di integrazione. Non è pertanto l’insegnante dell’alunno con disabilità, ma una risorsa professionale assegnata alla classe per rispondere alle maggiori necessità educative che la sua presenza comporta.” Uil Scuola Rua, fornisce un utile suggerimento circa la “Modalità di assegnazione delle supplenze al 31/8 e al 30/6 ai docenti specializzati sul sostegno”. Nelle scuole italiane, sostiene il Sindacato, almeno il 30% dei docenti di sostegno non è specializzato e giustamente critica l’attuale sistema di assegnazione delle supplenze su posti di sostegno. “L’attuale sistema di assegnazione delle supplenze sui posti di sostegno, infatti, prevede che, in una determinata provincia, esaurita la I fascia delle graduatorie provinciali, che contiene l’elenco dei docenti specializzati, si utilizzi la II fascia, comprendente i docenti non specializzati ma con esperienza sui posti di sostegno e, in subordine, la nomina avviene per i docenti curricolari attraverso le c.d. “graduatorie incrociate”. Di contro, diverse migliaia di docenti specializzati e inseriti a pieno titolo nelle graduatorie per le supplenze di altre province, restano senza incarico per mancanza di disponibilità sui posti di sostegno nella provincia di inclusione”. In buona sostanza la tal cosa è un vero paradosso. La Federazione UIL scuola Rua, al fine di permettere il più possibile che gli alunni con disabilità abbiano un docente specializzato, ritiene che, in previsione del prossimo aggiornamento delle graduatorie per le supplenze, vadano attuate soluzioni efficaci per assumere insegnanti specializzati da altre province, prima di nominare da seconda fascia o da graduatorie incrociate docenti non specializzati. Il Sindacato destinando la sua nota al Capo di Gabinetto del Ministero dell’Istruzione e del Merito e al Capo Dipartimento del Ministero dell’Istruzione e del Merito, chiede di volere considerare un più opportuno percorso praticabile: “L’adozione della mini-call veloce per assegnare in modo obiettivo e trasparente gli incarichi a tempo determinato per i posti residuali di sostegno. Soluzione già praticata, per esempio, negli ultimi due anni per i contratti a tempo determinato finalizzati al ruolo; la creazione di graduatorie nazionali e/o regionali per gli insegnanti di sostegno, con la possibilità di indicare preferenze su base regionale/nazionale; concedere agli insegnanti specializzati su uno specifico grado di scuola di produrre domanda su posti di sostegno in altri gradi di scuola della stessa provincia, qualora siano esauriti i docenti specializzati, prima di nominare docenti che, pur essendo dello stesso grado in cui vi sia la disponibilità del posto, sono privi di specializzazione. Tutto sommato le richieste della Uil Scuola Rua trovano conforto anche in termini normativi. L’art.14, comma 6 della Legge Quadro 104/92, dispone che “L’utilizzazione in posti di sostegno di docenti privi dei prescritti titoli di specializzazione è consentita unicamente qualora manchino docenti di ruolo o non di ruolo specializzati”. La carenza maggiore degli insegnanti di sostegno è peculiarmente rilevabile nelle regioni del Nord Italia, tra cui Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte a seguire Campania, Puglia, Sicilia e così via. La prima categoria degli insegnanti di sostegno nell’anno 2022/23 è stata formata da 684.600 docenti, e tale cifra comprende sia l’organico dell’autonomia che i docenti utili all’adeguamento dello stesso organico, mentre gli insegnanti di sostegno sono stati 186.205, all’interno del cui numero rientrano sia gli insegnanti di sostegno che i posti. Oggi sono ancora troppo pochi gli insegnanti di sostegno. “Negli ultimi tre anni, scrive il Post, nei rapporti dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT) sull’inclusione scolastica degli studenti con disabilità c’è un dato che ricorre: gli insegnanti di sostegno che hanno una formazione specifica per fare quello che fanno sono pochi. Nell’anno scolastico 2019/2020 erano poco più della metà, il 63 per cento del totale, nel 2020/2021 il 66 per cento, nel 2021/2022 il 68 per cento. Anche se in calo e con notevoli differenze tra le aree geografiche, questo dato mostra un problema molto discusso dai sindacati e dalle associazioni di settore, con conseguenze per le famiglie, per gli insegnanti e per l’intero sistema scolastico”. Valditara prepara intanto una norma col fine di garantire la continuità didattica. Col decreto semplificazioni vuole attuare la sua idea che consiste, sfruttando i nuovi percorsi abilitanti, di aprire un percorso preferenziale per la conferma l’anno successivo dei supplenti annuali e fino al 30 giugno su richiesta delle famiglie. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, formula la proposta che garantisce al TFA sostegno anche ai docenti privi di abilitazione; questi successivamente dovrebbero frequentare i corsi abilitanti previsti dal Pnrr e di prossimo avvio, nonché la conferma dei supplenti di sostegno annuali e fino al 30 giugno. Tale richiesta dovrebbero avanzarla le famiglie degli alunni disabili e riscontrare il consenso dell’insegnante, a patto che l’interessato sia in turno di nomina per quel tipo di supplenza. elgr