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    La Scuola

    Occupazione al “Severi Correnti”. Danni alla struttura per 70 mila euro

    Di Emilio LA GRECA ROMANO di Romano18 Febbraio 20248 Min Lettura0 VisiteNessun commento
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    Occupazione al “Severi Correnti”. Danni alla struttura per 70 mila euro

    Valditara: “Fatti di questo tipo sono inaccettabili considerando che lo statuto scolastico prevede anche le autogestioni, luoghi di dibattito democratico consentiti agli studenti, rispettosi della legge e del bene pubblico. Non si è voluto nessun dialogo con le istituzioni scolastiche, si è rifiutata la pratica democratica dell’autogestione e si è voluto non soltanto occupare, ma addirittura sfregiare e devastare la scuola”.

    Il LATO B è quel laboratorio di socialità fuori dalle dinamiche di mercificazione che troppo spesso sembrano rappresentare il capoluogo lombardo. È gestito dall’Associazione Culturale “La Freccia”, nasce nel 2002. Promuove attività di solidarietà sociale nell’ambito dell’istruzione, della formazione e promozione della cultura e dell’arte; iniziative e attività volte alla tutela e promozione dei diritti civili, in particolare delle categorie svantaggiate per censo, istruzione, condizioni fisiche; e una cultura della solidarietà e del rispetto dell’ambiente nella valorizzazione della memoria storica. “Il LATO B, così viene presentato nel Web, è sempre imperfetto, perché sempre in trasformazione, perché sempre diverse le persone che lo attraversano, e che lo vivono. E non può essere che così perché è innanzitutto lo spazio del protagonismo dei giovani e degli studenti. Persone che spesso vivono un diritto alla cittadinanza di serie b, perché escluse dai meccanismi di governance e dalla politica della città e del Paese. Per quegli studenti che non hanno potuto organizzare attività pomeridiane autogestite nelle loro scuole perché hanno tagliato i fondi; per quegli universitari che vorrebbero un posto dove studiare; per quei giovani che continuano a vivere nella precarietà; per tutti quelli che cercano spazi dove creare, inventare e sperimentare idee e pratiche fuori da schemi e logiche di profitto e mercificazione; per chi necessita di uno spazio di democrazia studentesca dove mettersi in gioco, il Lato B è anche questo, saper prestare orecchio ad armonie nascoste. Diventa così, dopo anni di attività dal 2002, di aggregazione multiforme, lo spazio di tutte e di tutti, con una programmazione ogni volta diversa, dal concerto alle proiezioni, da presentazioni di libri, alle serate animate dai giochi da tavolo, è il luogo nel quale si prova a dar vita ad una socialità diversa, un altro modo di vivere la città, il Lato B è un volto della Milano che resiste ai trend e alle mode, tiene strette le sue abitudini per accogliere ogni volta chi è pronto ad entrare in quella storia che ha reso il Circolo, prima in XXIV Maggio e ora in Viale Pasubio, il posto che è. Riuscire a cogliere l’altro lato delle cose è proprio avere il coraggio di investire in un progetto che parla di democrazia, di creatività, dove ognuno deve munirsi di idee” Nel suo spazio web, il Lato B, con riferimento all’occupazione avvenuta nella prima decade di febbraio  al “Severi” di Milano, così  motiva l’azione: “Noi studenti abbiamo deciso di occupare le nostre scuole per manifestare il nostro dissenso alla Riforma Gelmini che ha già distrutto le elementari e il liceo e che vuole portare avanti la sua politica di tagli anche all’università. Vogliamo che il governo finanzi le scuole pubbliche anziché quelle private. Vogliamo che la scuola diventi il luogo principale di informazione e cultura. Vogliamo che anche i giovani siano protagonisti del dibattito politico nel paese. Vogliamo un futuro di opportunità e non di precariato. Noi non smettiamo di sperare e di costruire un paese migliore”. L’occupazione viene giustificata per una serie di punti: “occupo perché la scuola è prima di tutto degli studenti; occupo perché voglio fermare questa riforma; occupo perché un paese che non investe in istruzione, ricerca e università è un paese senza futuro; occupo perché voglio un futuro; occupo perché l’Italia si merita di più; occupo perché non è vero che non cambia mai nulla; occupo perché voglio una scuola migliore per i miei fratelli più piccoli e un’università di qualità per me; occupo perché il mio eroe non è Mangano, ma Don Milani; occupo perché libertà è partecipazione; occupo perché vorrei che a scuola si leggessero i giornali; occupo perché con la cultura non si mangia, ma molti ci vivono; occupo perché tagliare il 90% dei fondi per le borse di studio è una vergogna; occupo perché voglio almeno una volta dormire a scuola; occupo perché voglio difendere la scuola pubblica; occupo perché gli studenti non sono mai stati così uniti; occupo perché non voglio vivere nel paese del bunga-bunga; occupo perché voglio che la politica torni ad avere dignità e moralità; occupo perché non voglio una marionetta come ministro; occupo perché oramai non ci ascolta più nessuno ed è ora che qualcuno cominci a farlo”. La nota esplicativa prosegue con  ulteriori motivazioni  a sostegno della frequenza della scuola pubblica: ” Io frequento la scuola pubblica perché credo nella libertà di pensiero, di parola, di informazione; perché non mi piace essere controllato; perché credo di poter fare la differenza; perché mi piacerebbe confrontarmi con pareri anche contrastanti senza essere giudicato; perché è il mezzo giusto e accessibile a tutti per creare la società; perché conta chi sei e non quanti soldi hai; perché mi posso confrontare con opinioni diverse così da sviluppare apertura mentale e non un pensiero unico; perché non ho i soldi per pagare la scuola privata; perché è di tutti; perché si studia di più; perché andare in una scuola privata significherebbe essere superiori per la maggiore disponibilità economica e ciò che penso è che al mondo dobbiamo partire tutti uguali; perché c’è gente diversa; perché ci sono gli amici; perché la scuola pubblica può dare una cultura completa gratuita; perché abbiamo i professori migliori e vogliamo che siano pagati come tali; perché voglio mettermi in gioco e non voglio passare l’anno facilmente pagando; perché la vita si impara alla scuola pubblica e non in un ambiente preconfezionato; perché paghiamo le tasse per andare alla scuola pubblica; perché è un DIRITTO sancito dalla Costituzione. Ecco, tutte queste sono le ragioni alla base della occupazione degli studenti del “Severi-Correnti” di Milano. L’occupazione intanto ha causato danni e spese. Si parla di 70 mila euro di danni e didattica bloccata. Valditara cerca i responsabili e così reagisce alle malefatte: “L’occupazione dell’istituto “Severi” a Milano avrebbe causato, secondo una prima stima comunicatami dalla preside, circa 70.000 euro di danni. Risulta danneggiato anche materiale PNRR da poco fornito alla scuola dal Ministero. L’occupazione è durata tre giorni ma ha causato una inagibilità dell’istituto che dal 30 gennaio si protrarrà fino al 17 di febbraio con grave pregiudizio per la formazione degli studenti. L’occupazione, secondo quanto segnalato dalla dirigente, sarebbe stata messa in atto da una trentina di studenti a fronte di circa 1.500 alunni frequentanti l’istituto. Gli occupanti, sempre secondo la testimonianza della preside, sarebbero entrati a scuola con il volto coperto da passamontagna e avrebbero fatto barricate per ostruire gli ingressi. In queste condizioni individuare i responsabili dei danneggiamenti non è semplice. Ritengo indispensabile che i dirigenti scolastici si attivino, così come prevede la legge, per segnalare le occupazioni alle forze dell’ordine così che queste possano procedere a identificare gli occupanti e si possa dunque agire in giudizio per il risarcimento dei danni. Esistono altri strumenti per un confronto pacifico e democratico tra gli studenti, uno di questi è l’autogestione. Le occupazioni creano gravi danni alla collettività, privano gli studenti del diritto costituzionale allo studio, impediscono l’attività amministrativa delle scuole: non devono più essere tollerate”. Di recente 80 studenti sono stati convocati con i genitori per ricostruire gli eventi e i danni dell’occupazione. Presidio di protesta negli spazi esterni della scuola. Diversi compagni degli studenti convocati contestano. A sorpresa si è presentato il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “Qui un’azione militare di guerriglia. Chi occupa non deve essere promosso”.  Questa presa di posizione del Ministro ha irritato gli animi.  In sostanza diversi sono i reati commessi, oltre all’interruzione di pubblico servizio c’è danneggiamento e violenza privata.  Questo il bilancio dopo tre giorni di occupazione: “Stiamo studiando una norma per far sì che chi occupa, se non dimostra di non essere coinvolto nei fatti, risponda civilmente dei danni che sono stati cagionati. È una presunzione che solo dimostrando di essere del tutto estraneo uno può vincere. Chi occupa, chi compie un atto illecito, deve rispondere dei danni. Questa è una mia riflessione personale: credo che studenti di questo tipo non possano essere promossi all’anno successivo”. La Preside del “Severi Correnti”, Gabriella Conte, assicura: “È partito l’iter disciplinare per accertare la partecipazione la responsabilità di quanto successo. Siamo amareggiati e arrabbiati e non possiamo negare che ci sentiamo in difficoltà, ma non facciamo caccia alle streghe né processi. Io spero che siano gli stessi studenti a presentarsi e a dirci cosa hanno fatto”. Diversi genitori, mantenendo l’anonimato, intanto iniziano a fornire concreti sostegni alla istituzione scolastica, a seguito dei diffusi danni provocati. elgr

     

     

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