Valditara e la lotta contro i “diplomifici”
Il Ministro Valditara: “Per contrastare il fenomeno dei diplomifici, il Ministero ha avviato un piano straordinario di vigilanza, mentre sul fronte legislativo stiamo lavorando a misure che evitino il riprodursi di storture nel sistema”.
Norma e vigilanza, queste le armi di Valditara per combattere i diplomifici. Il Ministro dell’istruzione e del merito assicura: “per contrastare il fenomeno dei diplomifici, il Ministero ha avviato un piano straordinario di vigilanza, mentre sul fronte legislativo stiamo lavorando a misure che evitino il riprodursi di storture nel sistema”. In che cosa consiste il piano straordinario di vigilanza varato da Valditara? Viene sicuramente e significativamente potenziata l’attività di controllo da parte dei collegi ispettivi. L’azione ispettiva, in questo momento, è specialmente interessata alla verifica di alcune realtà campane, laziali e siciliane. Intanto i collegi stanno verificando il possesso dei requisiti di legge per il riconoscimento e il mantenimento dello stato di scuola paritaria. Allo stesso tempo stanno verificando la frequenza degli studenti, la regolarità delle presenze a scuola e che siano rispettate le procedure amministrative e contabili, che vengano attivati i percorsi di istruzione previsti dall’ordinamento scolastico e che siano stati sottoscritti regolari contratti di lavoro per docenti e personale ATA. Sul piano legislativo parallelamente è in fase di presentazione di un nuovo disegno di legge, in sostanza varie misure volte a garantire “l’adozione del registro e del protocollo elettronico per attestare le presenze degli studenti e impedire la registrazione in data anteriore di iscrizioni che avvengono successivamente, la limitazione numerica alla costituzione delle classi quinte collaterali – con la disciplina, peraltro, di una specifica procedura autorizzatoria con termini certi -, l’individuazione del numero minimo di studenti per la costituzione delle classi dei vari anni di corso e l’effettuazione degli esami di idoneità per non più di due anni di corso nello stesso anno scolastico, con previsione di un presidente di commissione d’esame esterno alla scuola. Non sarà più possibile, quindi, recuperare tre o quattro anni di scuola secondaria di secondo grado con un solo esame, come spesso viene pubblicizzato in rete”. All’azione del MIM si affianca quella della Guardia di Finanza. A breve la firma di un Protocollo. La Guardia di Finanza, forza di polizia con competenza generale in materia economica e finanziaria, fornirà il suo prezioso contributo con l’obiettivo di potenziare le attività d’indagine. “Si tratta di interventi fondamentali e non rinviabili, ritiene Valditara, che consentiranno di valorizzare il ruolo delle tante scuole paritarie che operano correttamente nell’ambito del sistema nazionale di istruzione”. Diffusi dossier raccontano da tempo le storie dei diplomifici sul nostro territorio. In effetti fanno narrazione documentata del considerevole numero di persone e dei più facili titoli di studio garantiti da svariate istituzioni scolastiche. In tanti, in questa rete di scuole, sembrano non frequentare le lezioni e, comunque, ricevere il titolo di studio. Taluni dossier presentano un vero e proprio turismo diplomante in quelle destinazioni ove fertili scuole, fino alla vigilia dell’esame di stato, contano un limitato numero di iscrizioni. “Poi, racconta il Corriere della sera, arriva il boom: nell’ultimo anno scolastico la crescita degli iscritti arriva al +166%. «Ipotizzando una retta media di 5 mila euro, i ricavi di questo istituto solo per le iscrizioni al quinto anno sfiorerebbero in sei anni i 7 milioni», così spiega pure il direttore di Tuttoscuola Giovanni Vinciguerra. Come e dove si svolge il turismo diplomante? Innanzi tutto, interessa migliaia di persone volenterose di percorrere lunghe distanze. Le destinazioni in totale sono 92, di certo una quantità di gran lunga inferiore al 1.423 paritarie che operano sul territorio nazionale e portano legittimamente gli studenti alla maturità. In Campania, presso diverse istituzioni scolastiche parificate, di fatto, riporta il “Corriere della sera”, si registra un considerevole numero di iscritti, in totale si attesta una percentuale del 90, 5% dei nuovi iscritti. “Segue il Lazio con il 6,3%, il 3,2% è in Sicilia. Così riporta un dossier di Tuttoscuola sui diplomifici. Su oltre un centinaio di province italiane quei 92 «paritari» sono concentrati in nove: tutte quelle della Campania più quelle laziali di Roma e Frosinone e quelle siciliane di Palermo e Agrigento». Sintesi finale: su 356 «paritari» in Campania quelli finiti nel dossier sono 82. Quasi uno su quattro. E dal 2015 ad oggi «l’incremento di iscritti a livello nazionale nelle paritarie tra il quarto e il quinto anno delle superiori è stato di 166.314». Oltre 105 mila solo in Campania. Il Dpr 122/2009 dice che «ai fini della validità degli anni scolastici, compreso l’ultimo anno di corso (…) è richiesta la frequenza di almeno tre quarti dell’orario annuale». A cui questi istituti assolvono attraverso trasferte di 48/72 ore presso l’istituto dove si svolgerà l’esame per un numero totale di visite spesso inferiore a cinque. «La violazione di legge sulla frequenza per almeno tre quarti dei giorni di lezione messa in atto quasi sempre dagli istituti in odore di diplomificio è la loro carta vincente verso la clientela», spiega il dossier. E quanto si paga? Stando ai tariffari on-line, la cifra è «compresa tra i 1.500 e i 3.000 euro, più una tassa d’iscrizione che va da 300 a 500 euro. Per gli esami di idoneità, il prezzo varia tra i 1.500 e i 3.000 euro. Per il diploma di maturità la retta media è 2.500-4.500 euro. Ma ci sono casi in cui si arriva a 8.000 o addirittura a 10.000…E i controlli? Gli ispettori erano 696, ora sono 24. A questi si aggiungono 59 dirigenti tecnici con incarichi triennali. Ovvero 83 ispettori per 20 mila istituti”. Merita peculiare attenzione la testimonianza di una docente, sempre riportata da “Tuttoscuola”. La professoressa narra la sua brutale esperienza alla maturità 2023″: “Volevo raccontarvi la mia brutale esperienza alla maturità 2023. Sono stata nominata commissario esterno in una commissione composta da due classi, una di una scuola pubblica e la seconda classe di una scuola privata. In questa scuola privata avevo prestato qualche mese di servizio più di 15 anni fa e, dopo quell’esperienza, non ho più svolto servizio in scuole private. Ho solo e sempre lavorato in scuole pubbliche. Infatti, in alcuni anni, pur di non accettare supplenze in scuole private, non ho svolto i giorni necessari per veder caricati i 12 punti validi ai fini delle graduatorie. Sin dalla riunione preliminare, il clima con la scuola privata si è rivelato un po’ teso. La documentazione presentata è risultata non sempre attendibile, crediti calcolati su 25 punti invece che su 40, alunni ammessi per merito, poi esclusi dagli esami per mancanza di requisiti. Alunni che provenivano fuori dalla regione o dalla provincia. Insomma, tante incongruenze che la Presidente di commissione ha segnalato all’USR di competenza. Gli orali per i candidati della scuola privata sono stati distribuiti su una settimana. Già a partire dal primo candidato è emersa una forte e netta impreparazione: in molti si sedevano dicendo di essersi preparato quello o quell’altro argomento disattendendo totalmente quanto recitava la normativa, ossia ‘fornire una traccia su cui il candidato/a doveva argomentare’. Molti relativamente all’inglese, esprimevano in modo stentano una loro presentazione in lingua. In italiano e matematica abbiamo sentito le più svariate corbellerie. L’episodio particolare è accaduto il secondo giorno degli orali. Da premettere che molti candidati erano stati presentati con crediti pari e/o superiori a 60, pertanto ciò garantiva loro il superamento del colloquio. Inoltre, al colloquio non partecipava nessun pubblico, tranne un paio di persone che lavorano nella segreteria della stessa scuola. A conclusione del secondo giorno di orali, all’uscita dai locali erano stati esposti 7 fogli A4 su una parete interna all’edificio scolastico e luogo di passaggio dei candidati, recanti i miei dati anagrafici e il mio certificato di servizio del periodo che avevo svolto in questa scuola paritaria. In particolare, in uno dei fogli attaccati con lo scotch alla parete, si invitavano i candidati che non avrebbero superato il colloquio a fare ricorso contro la mia persona, in quanto la mia presenza in commissione costituiva un “vulnus” di incompatibilità visto che avevo lavorato 15 anni prima nella stessa scuola. Inoltre, tra i fogli appesi era presente un documento in cui si poteva leggere di una mia richiesta di supplenza per l’anno successivo a quello svolto 15 anni prima e una dichiarazione sottoscritta dal gestore, in cui lo stesso dichiarava di non volermi concedere la suddetta supplenza, pertanto, il vulnus era determinato dal fatto che loro non mi avevano attribuito supplenza ed io, dopo 15 anni, è come se mi “fossi vendicata” bocciando gli alunni… Da premettere che per la domanda per commissario d’esami su istanze on line si richiedevano solo i due anni precedenti e inoltre, e di non meno importanza, la valutazione del colloquio è stata fatta in modo collegiale: io in sede d’esami ero solo una commissaria dei 5 presenti, oltre al presidente. L’aver visto tutti questi fogli mi ha fatto molto arrabbiare. Ho immediatamente chiamato il 112, ma non hanno ritenuto opportuno venire. Mi hanno consigliato di esporre denuncia presso un commissariato. Inoltre, ho scritto una mail al servizio ispettivo dell’UST di competenza. Gli ispettori si sono subito messi in contatto con me, mi hanno consigliato di esporre denuncia per violazione della privacy e di scrivere al garante per la privacy. Ho quindi lasciato i locali della scuola e mi sono recata presso una caserma dei Carabinieri per fare denuncia. Non è stata un’impresa da poco fare capire al carabiniere che cosa fosse successo… Con l’aiuto di un avvocato ho scritto entro 72 h al garante per la privacy. Il giorno successivo sono venuti alle 8:00 gli ispettori dell’USR che hanno verificato tutti i documenti e assistito ai colloqui per due giorni. Dal terzo giorno alcuni candidati hanno iniziato a non presentarsi e il clima si è ulteriormente negativizzato. A fine della terza giornata gli ispettori hanno chiesto in modo autorevole al gestore di staccare i fogli affissi alla parete. Io sono stata sentita dagli ispettori per conoscere i fatti. Lo stress e la tensione accumulati sono stati fortissimi. Io da anni faccio esami di stato e li considero un momento di crescita personale e professionale. Quest’anno è stato un incubo! Per fortuna ho ricevuto tantissima solidarietà dalla presidente e dai commissari esterni Subito dopo gli esami ho avuto un crollo fisico e morale, per due volte episodi di coliche da colite nervosa e forti dolori articolari per lo stress accumulato”. La riferita inchiesta di Tuttoscuola, si è, dunque, concentrata su 92 istituti (il 6,5% delle 1.423 scuole paritarie che portano studenti all’esame di Maturità), di cui 82 in Campania (e 59 in provincia di Napoli), 6 nel Lazio e 4 in Sicilia. Valditara prontamente a seguito dell’inchiesta ha mandato i suoi ispettori. La tal cosa, comunque, è stata bene accolta da tutta la stragrande maggioranza delle scuole paritarie. Il Ministro da queste ha ottenuto plauso. Così Paolo Ferrario questa estate in Avvenire: “Ben vengano controlli ed ispezioni. Così, una volta per tutte, sarà chiaro che le scuole paritarie non hanno nulla a che fare con i diplomifici». Mentre dal ministero dell’Istruzione e del Merito partono gli ispettori alla volta delle scuole di Campania, Lazio e Sicilia, sotto osservazione per i cosiddetti “diplomi facili”, dal mondo delle scuole paritarie sale un consenso unanime all’iniziativa annunciata ieri con un tweet dal ministro Valditara. Anche se si fa notare che gli strumenti per le opportune e necessarie verifiche di regolarità, si sarebbero potuti attivare anche prima della Maturità e non soltanto dopo che il danno è stato fatto. (..) Il dossier di Tuttoscuola ha individuato un incremento di iscrizioni all’ultimo anno anche di diverse centinaia di studenti. Una scuola, per esempio, è passata da 138 iscritti in quarta a 1.388 in quinta. Il tutto con rette che, in alcuni casi, possono arrivare a toccare i 5mila euro l’anno. Tuttoscuola ha calcolato che, soltanto i circa 10mila candidati che hanno sostenuto e superato la Maturità 2023 con modalità quantomeno «sospette» – alimentando un vero e proprio «turismo da diploma», che ha visto alunni di tutta Italia sostenere le prove nelle 92 scuole paritarie finite nell’occhio del ciclone – abbiano prodotto un giro d’affari di almeno 50 milioni. Un “mercato” su cui ora il Ministero vuole vederci chiaro, anche se, come detto, qualche verifica si sarebbe potuta avviare anche prima”. Nel corso del suo intervento all’Università Cattolica di Milano, Valditara, lo scorso ottobre, ha voluto condividere alcune sue riflessioni sulla scuola paritaria: “Oggi è una giornata di libertà perché quando parliamo di scuola paritaria parliamo di scuola libera innanzitutto e parliamo di un sistema ispirato alla libertà”. Nel corso dell’intervento, ha dichiarato il Ministro del MIM, occorre orientarsi a una “scuola costituzionale a 360 gradi” capace di dare coraggio ai fini della integrazione e della parità fra entità statale e paritaria, permettendo la crescita di un forte ed equo sistema educativo per tutta la realtà studentesca del nostro Paese. La politica scolastica oggi riserva “oltre 260 milioni per le scuole paritarie”. Tali utili provvedimenti verranno, si spera, destinati esclusivamente alla larga e sana porzione della scuola paritaria, anche alla luce dell’l’importanza dell’articolo 30 della Costituzione, richiamato dal Ministro Valditara, che riconosce il diritto dei genitori di istruire e educare i propri figli. È la base questo articolo per una scuola pubblica capace di mettere insieme, di integrare, sia l’istruzione statale che quella paritaria, impedendo ogni ingiusta divisione.
elgr