Il Presidente Mattarella inaugura il nuovo anno scolastico
Oggi pomeriggio, da Forlì, precisamente dall’Istituto tecnico “Saffi-Alberti”, diretto attualmente dal Prof. Giovanni Maria Ghidetti, “Tutti a Scuola”, l’inaugurazione del nuovo anno scolastico con il Presidente Mattarella e il Ministro Valditara. Il Presidente Mattarella: “…La scuola deve essere sempre più aperta e accogliente, integrante. È nella compagnia che si apprende “ad avere idee”, come scrive Omero in un canto dell’Iliade. Ragazze e ragazzi hanno risorse che le generazioni più anziane neppure avrebbero potuto immaginare. Sono molti passi più avanti nelle conoscenze tecnologiche e digitali. Sono allenati a vivere in un tempo dove tutto è accelerato e globale. La scuola deve correre per stare al passo con loro, e può farlo soltanto rendendo i giovani protagonisti, rafforzando il dialogo tra insegnanti e famiglie, e con la realtà sociale in cui è inserita. Dobbiamo credere nei giovani. Puntare su di loro. Aiutarli nella crescita. Perché la scuola siete voi, care ragazze e cari ragazzi. La scuola è il vostro cammino di libertà. Buona strada. Buon anno scolastico a tutti”.
Oggi pomeriggio, da Forlì, precisamente dall’Istituto tecnico “Saffi-Alberti”, diretto attualmente dal Prof. Giovanni Maria Ghidetti, “Tutti a Scuola”, l’inaugurazione del nuovo anno scolastico con il Presidente Mattarella e il Ministro Valditara. Prima della cerimonia, il Capo dello Stato ha visitato l’Istituto Saffi-Alberti e ha incontrato i rappresentanti dell’associazione “Vittime del Fango”. Flavio Insinna e Malika Ayane hanno condotto la diretta TV. Diverse le delegazioni delle scuola del nostro Paese. Fra i presenti gli studenti dell’Istituto comprensivo “Chieri 3” di Chieri (TO): 25 violinisti hanno eseguito “Carovana nel deserto”, accompagnati dal loro maestro Simone Zoja. Presenti, inoltre, gli alunni del Liceo coreutico “Angelo Musco” di Catania. Questi hanno partecipato alla manifestazione con un’esibizione dedicata a “Pandora, il mito”. Fra le ulteriori presenze: il Liceo coreutico teatrale “Germana Erba” di Torino; gli alunni hanno interpretato “High School Musical”, con 25 ballerini e due ragazze in carrozzina; l’Istituto professionale “Morvillo Falcone” di Brindisi che ha presentato una sfilata di moda con abiti realizzati a scuola. Un video ha poi narrato la ricostruzione, con fondi MIM, del laboratorio del Polo tecnico professionale di Lugo (RA), danneggiato dall’alluvione che ha colpito Emilia-Romagna e Marche. Sono stati trattati diversi temi. Sì è trattato di lavoro e salute, di sport. E’ stata spiegata la nuova figura del tutor scolastico. Ha poi preso la parola il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone. Ha trattato la questione sicurezza sul lavoro e nei Percorsi per le Competenze Trasversali e l’Orientamento (PCTO). Sono stati accolti calorosamente il 16enne Alessandro Dioni che si è reso prezioso in un intervento di salvamento a seguito di un corso di pronto soccorso frequentato a scuola. Lo studente si è reso fortunatamente utile con competenza salvando la vita con un defibrillatore Col Presidente CONI, Giovanni Malagò, con il Presidente del Comitato Italiano Paralimpico Luca Pancalli e con gli atleti Simone Giannelli e Sofia Raffaeli e gli atleti paralimpici Claudia Cretti e Maxcel Amo Manu, s’è trattato di sport. Fra gli altri sono intervenuti il cantante Alfa, l’attore Nicolò Galasso e il gruppo musicale “The Kolors”. Si è esibita l’Orchestra Sinfonica, diretta dal Maestro Leonardo De Amicis, delle Scuole Marchigiane e un coro composto dagli allievi delle Scuole militari “Nunziatella” di Napoli, “Pietro Teulié” di Milano, “Francesco Morosini” di Venezia, “Giulio Douhet” di Firenze e da studenti del “Saffi-Alberti”.
Questo l’intervento integrale del Presidente della Repubblica. Così, dopo i ringraziamenti, Sergio Mattarella: “..Care ragazze, cari ragazzi, la scuola riparte. E con la scuola riparte il ritmo consueto e dinamico della società. La scuola scandisce l’anno non soltanto dei giovani, ma anche delle famiglie, delle comunità, delle città e dei paesi. La riapertura della scuola da sempre rappresenta un’opportunità, una forte ragione di impegno comune, un motivo di speranza. È il percorso verso il nostro futuro. Abbiamo deciso, per questo inizio, di ritrovarci qui, nel cuore della Romagna, colpita a maggio scorso da una devastante alluvione, che ha causato vittime, distrutto abitazioni e aziende, allagato campi di coltivazione, sconvolgendo la vita di tante persone. L’anno scolastico si apre in queste terre con regolarità, nonostante i danni subiti dalle strutture. Anche se il terremoto di questa notte, in un Comune non lontano da qui, ha creato problemi alla scuola del luogo. Questo inizio così in Romagna è segno, forte e concreto, di tenacia e di resistenza. L’apertura qui, oggi, rappresenta – attraverso la scuola e al di là di essa – un messaggio di inalterata vicinanza alla gente di Romagna. Nei giorni successivi all’alluvione tanti volontari provenienti da tutta Italia, soprattutto ragazze e ragazzi, hanno impugnato pale, scope e secchi. Il loro contributo è stato prezioso nella lotta contro il fango e nel manifestare cultura della solidarietà. Hanno dimostrato, concretamente, che l’Italia è una comunità. Che dai problemi si esce tutti insieme. La scuola italiana, nel suo complesso, è una grande realtà. Dispone di preziose energie. È ricca della passione, della cultura, della dedizione di insegnanti, dirigenti, personale addetto. Come ogni anno rammentiamo che non mancano problemi, lacune e insufficienze, spesso tamponate dall’impegno quotidiano del personale docente e non docente. Non sempre si riesce ad attribuire al sistema educativo risorse e investimenti adeguati. Ma cresce, in ogni ambiente, la consapevolezza del valore strategico della formazione: per la realizzazione personale dei ragazzi, per le loro future prospettive di lavoro, per l’acquisizione di una coscienza civile e democratica. La Costituzione repubblicana – la Carta fondamentale che regola e ispira la nostra convivenza – ha disposto che “la scuola è aperta a tutti.” Perché tutti i cittadini, sin dalla nascita, sono uguali. Sul diritto universale all’istruzione si fonda uno dei pilastri della Repubblica. La scuola è, dunque, per tutti e di tutti. Non tollera esclusioni, marginalizzazioni, differenze, divari. Ne sarebbe – e, talvolta, ne viene – deformata. È il luogo dove i bambini e i ragazzi apprendono i fondamenti della conoscenza. Dove fanno i conti con la propria storia e con le proprie radici. Dove si cimentano con la diversità e la convivenza. Dove si appassionano all’arte, alla letteratura, alla scienza, alla tecnica, disegnando il cammino del proprio domani. Dove sperimentano la padronanza di sé, dei propri sentimenti, del vivere insieme. Non c’è futuro individuale senza il sapere. Non ci può essere società libera e ordinata senza la scuola. L’inclusione è, quindi, un obiettivo di importanza decisiva. Molti passi sono stati fatti negli ultimi decenni per i giovani portatori di disabilità, grazie anche allo straordinario lavoro degli insegnanti di sostegno. Ma su questo fronte non possiamo fermarci né, tantomeno, tornare indietro. Va considerato anche con attenzione che le nostre classi sono frequentate da circa 800 mila studenti, migranti o figli di migranti stranieri. Un decimo degli iscritti nei nostri istituti. Si tratta di un impegno educativo imponente. Studiano da italiani, apprendono la nostra cultura e i nostri valori, e possono costituire un grande potenziale per il nostro Paese. Dal loro positivo inserimento può dipendere parte importante del futuro dell’Italia. Tuttavia la peculiare condizione di migranti, unita alle condizioni di povertà di molte loro famiglie, fa sì che queste ragazze e questi ragazzi siano esposti – più di altri – a ritardi o abbandoni scolastici. Non si cresce con il necessario spirito civico nell’isolamento. Perché forme, pur non dichiarate né intenzionali, di separazione producono rischi gravemente insidiosi per l’intera società. Dobbiamo scongiurare il rischio di giovani che, crescendo al di fuori dei canali scolastici, traducano la loro marginalizzazione in rifiuto della convivenza o come impulso alla ribellione. Per questo l’inclusione è valore fondamentale della scuola. I riflettori della cronaca recente si sono appuntati su alcuni casi di gravissima devianza che hanno visto dei ragazzi come protagonisti. Rapine, omicidi, risse tra bande giovanili, intollerabili violenze e molestie ai danni delle ragazze, inaccettabili episodi di bullismo e di prepotenza che mortifica altri ragazzi. È necessaria un’azione di ampio respiro a diversi livelli. Con politiche volte a investire sui giovani e sul futuro, con interventi strutturali per colmare i divari tra i territori, con strategie per ampliare le opportunità e i percorsi di integrazione e di solidarietà, con la repressione dei reati, in particolare dell’attività delle organizzazioni criminali che cercano di imporsi come violenta alternativa alla vita civile, alla legalità, alle stesse istituzioni democratiche. Tutto questo, ancora una volta, rende ancor più fondamentale combattere, con sempre maggior determinazione, l’abbandono scolastico. Perché la scuola è la prima e la più importante risposta al degrado. E’ la buona scuola lo strumento più efficace e prezioso di cui la Repubblica dispone per creare e diffondere tra le giovani generazioni una cultura della legalità, della convivenza, del rispetto. Dobbiamo incoraggiare il lavoro di tanti insegnanti, entusiasti e volenterosi, aiutare la loro strada per camminare insieme agli studenti, evitando che cambino ogni anno, con la necessità di ricostruire ogni volta il rapporto con loro. Assicurando agli insegnanti condizioni economiche adeguate, e restituendo pienamente alla loro funzione il prestigio che compete loro nella società e che talvolta è messo in discussione da genitori che non si rendono conto di recar danno ai propri figli. Perché, come insegnava Platone “Quando i figli presumono di essere uguali ai padri, i maestri tremano davanti agli scolari, e preferiscono adularli anziché guidarli; quando si disprezzano le leggi, e non si sopporta più alcuna autorità, allora è segno che sta per cominciare la tirannide” Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – occasione storica per l’Italia – riguarda ovviamente anche il potenziamento della scuola. Ovunque, in tutto il territorio nazionale, perché la scuola è un patrimonio comune dell’intera Italia. Lo spirito che deve guidarci è quello di un’impresa corale per le istituzioni e la società. La scuola ha bisogno di continua manutenzione e di aggiornamento. Anche per colmare limiti strutturali. Si deve operare per evitare l’affollamento delle classi, che penalizza i programmi di studio e le opportunità per gli alunni. Va garantita anzitutto la sicurezza degli edifici scolastici e quella dell’alternanza tra scuola e lavoro. Ho apprezzato in questo senso le parole dei Ministri Valditara e Calderone. I genitori e i ragazzi devono vivere l’esperienza scolastica con piena serenità. L’attenzione ai giovani è fondamentale. Maria Montessori, la grande educatrice italiana famosa nel mondo, scriveva: «La società umana non può cambiare senza che gli adulti e i bambini collaborino». Occorre rendere appetibile, accattivante, anche divertente l’insegnamento, la frequenza scolastica. Occorre trasmettere il gusto per l’apprendimento, per la cultura, per la vita insieme. I ragazzi – gli scolari, gli studenti – sono a scuola per imparare ma anche per crescere, per diventare protagonisti del loro futuro. Non per adeguarsi passivamente, tanto meno per essere oggetto di omologazione ma, al contrario, per sviluppare iniziativa e creatività e metterle alla prova. La scuola deve essere sempre più aperta e accogliente, integrante. È nella compagnia che si apprende “ad avere idee”, come scrive Omero in un canto dell’Iliade. Ragazze e ragazzi hanno risorse che le generazioni più anziane neppure avrebbero potuto immaginare. Sono molti passi più avanti nelle conoscenze tecnologiche e digitali. Sono allenati a vivere in un tempo dove tutto è accelerato e globale. La scuola deve correre per stare al passo con loro, e può farlo soltanto rendendo i giovani protagonisti, rafforzando il dialogo tra insegnanti e famiglie, e con la realtà sociale in cui è inserita. Dobbiamo credere nei giovani. Puntare su di loro. Aiutarli nella crescita. Perché la scuola siete voi, care ragazze e cari ragazzi. La scuola è il vostro cammino di libertà. Buona strada. Buon anno scolastico a tutti”.
Queste le parole, invece, del Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara: “Ringrazio tutti i dirigenti scolastici, i docenti, il personale e gli studenti che nei giorni dell’alluvione si sono prodigati per rendere di nuovo agibili le loro scuole. Il primo giorno scuola è sempre un momento importante, è un nuovo inizio, nuove opportunità, nuovi traguardi. C’è sempre l’idea della novità e della conoscenza, di rapporti umani fondamentali che si inaugurano e si rinnovano. Il primo giorno di scuola vede al centro lo studente”. Valditara, in apertura del suo intervento, ha voluto richiamare La Pira, illustre docente di diritto romano, legislatore all’Assemblea Costituente per la Democrazia Cristiana, fervente cattolico, espressione rilevante del cristianesimo sociale, promotore dell’azione dialogico politica ed ecumenica, il “sindaco santo”. “La Pira, nel suo discorso, ha detto Valditara, nella relazione sui principi, sottolineava la radicale differenza tra l’ordinamento fascista e quello democratico. Nel primo la persona era asservita alle esigenze dello Stato, nel secondo al contrario. La scuola repubblicana, costituzionale, deve mettere sempre al centro la persona di ogni studente, senza discriminazioni, senza altre finalità se non offrire le stesse opportunità formative. La scuola e l’istruzione sono decisivo per lo sviluppo della persona. La scuola è al servizio di ogni studente. L’istruzione deve passare attraverso la comunità educante, un patto tra famiglia e scuola. L’idea di merito non va inteso in una concezione elitaria, ma partecipativa, volta a valorizzare i talenti di ciascuno, per tirare fuori i talenti di ciascuno. Ho visitato tante scuole che hanno trasformato giovani perduti: quelle scuole hanno saputo toccare i tasti giusti. Quei ragazzi sono diventati maturi, responsabili, pieni di impegno e passioni. Da qui la riforma del docente tutor, che ha la funzione di personalizzare l’istruzione. Da qui una scuola delle opportunità che sappia valorizzare i talenti degli studenti con disabilià. Da qui Agenda Sud per evitare la spaccatura in due del Paese, che non offre ai giovani le stesse opportunità. Da qui la riforma dell’istruzione tecnico-professionale oggi approvata in Cdm, che deve diventare un canale formativo di serie A, con la stessa dignità dei licei. Non esiste un unico modello di intelligenza, ma tante di egual valore. Da qui la necessità di semplificare i rapporti tra genitori e scuola con la piattaforma Attiva, nuovo strumento attivo dall’11 ottobre, favorendo l’orientamento e rendendo semplici le procedure amministrative. Una scuola moderna e democratica deve consentire di trovare lavoro. Se lo studente è al centro nessuna scuola può avere senza insegnanti motivati. La professione docente non è giustamente retribuita. Dobbiamo ridare autorevolezza alla figura del docente. Da qui la tutela legale, l’uso appropriato del cellulare a scuola, il voto di condotta e la riforma della sospensione per dare più forza ai docenti, la necessità di chiarire le norme per evitare che le decisioni dei docenti vengano stravolte dai procedimenti giudiziari. La scuola come comunità educante ha bisogno di rispetto, verso i docenti, gli studenti, verso ogni diversità, se sappiamo ricreare una grande alleanza con le famiglie con serenità e fiducia. Cari ragazze e care ragazze, l’augurio di un buon anno scolastico”.
elgr