Valditara scrive ai proff delle paritarie
Scuole pubbliche e paritarie. Attuato il principio di non discriminazione fra pubblico e privato. “…Gli insegnanti delle paritarie, con almeno trentasei mesi di servizio (anche non continuativi) nei cinque anni precedenti, di cui uno nella classe di concorso per cui chiedono l’abilitazione, potranno ottenerla conseguendo 30 crediti formativi universitari (Cfu o Cfa). Come i loro colleghi delle scuole statali, i docenti delle paritarie avranno quindi la possibilità di abilitarsi e di essere assunti a tempo indeterminato…” (..) “..Con l’approvazione nelle commissioni I e XI dell’emendamento alla legge 75/23 (il cosiddetto PA bis), si è finalmente compiuto un significativo passo in avanti, proprio sulla strada della concreta attuazione della normativa sulla parità scolastica…”
La differenza sostanziale fra scuole statali e paritarie è stata, per anni, fortemente rilevante. In buona sostanza le istituzioni scolastiche paritarie sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. La differenza che intercorre tra Pubblica e Paritaria consiste nel fatto che l’istituzione pubblica è amministrata e gestita interamente dal Miur, in termini economici è sostenuta dallo Stato. Ulteriore differenza, come già ben nota a tanti, si rileva fra le scuole paritarie e le scuole private. Il MIM a riguardo chiarisce, in sintesi, ciò che è avvenuto a seguito della legge 62 del 2000 (al comma 7 dell’articolo 1). La citata normativa prevedeva che a seguito di un triennio dalla sua entrata in vigore, le varie tipologie di scuole non statali previste dall’ordinamento allora vigente (autorizzate, legalmente riconosciute, parificate, pareggiate…) sarebbero state ricondotte a due: scuole paritarie e scuole non paritarie. “Le scuole paritarie svolgono un servizio pubblico e sono inserite nel sistema nazionale di istruzione. Per gli alunni, la regolare frequenza della scuola paritaria costituisce assolvimento dell’obbligo di istruzione. Il riconoscimento della parità garantisce: l’equiparazione dei diritti e dei doveri degli studenti; le medesime modalità di svolgimento degli esami di Stato; l’abilitazione a rilasciare titoli di studio aventi lo stesso valore legale delle scuole statali. Le scuole non paritarie sono sempre di natura privata, e sono iscritte in elenchi regionali aggiornati ogni anno, reperibili sul sito internet dell’Ufficio scolastico regionale competente per territorio. La regolare frequenza della scuola non paritaria da parte degli alunni costituisce assolvimento dell’obbligo di istruzione, ma esse non possono rilasciare titoli di studio aventi valore legale né attestati intermedi o finali con valore di certificazione legale. Pertanto gli studenti devono sostenere un esame di idoneità al termine di ogni percorso scolastico oppure se vogliono trasferirsi in una scuola statale o paritaria. Tali scuole devono sempre esplicitamente indicare il proprio status di non paritaria. Eventuali denominazioni che possono indurre in equivoco circa la natura della scuola debbono essere contestate dall’Ufficio scolastico regionale, anche, eventualmente, con apposita segnalazione all’Autorità garante della concorrenza e del mercato. Tanto è precisato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito”. Valditara, nel corso di questa estate, con riferimento alla funzione docente nella scuola paritaria, con un importante provvedimento, ha confermato pure il principio di non discriminazione fra pubblico e privato. Si tratta in effetti di una vera e propria svolta. L’abilitazione dei proff delle paritarie non sarà più un tabù. La novità interessa quindicimila docenti; questi avranno la possibilità di abilitarsi e, di conseguenza, di essere assunti a tempo indeterminato e non avranno più l’obbligo di partecipare ai concorsi statali. Valditara ha voluto rassicurare i docenti delle paritarie. Agli stessi verrà garantito lo stesso riconoscimento in termini di valutazione di servizio, equiparato a quello statale ai fini dell’abilitazione. Il Ministro dell’Istruzione e del Merito ha poi assicurato finanziamenti di 20 milioni di Euro per il 2023 e 110 milioni di euro dal 2024 (di cui 70 per le esigenze degli alunni con disabilità). Insieme a tutto ciò viene confermato il principio di non discriminazione fra pubblico e privato. garantendo così la libertà di scelta educativa voluta con forza da tutte le componenti politiche del governo. In tal modo è resa garanzia dell’affermazione della libertà di scelta educativa. Un orientamento quest’ultimo fortemente auspicato dalle componenti politiche del governo. Il Ministro Valditara, con un suo scritto, ha voluto rasserenare gli animi dei proff delle paritarie comunicando la raggiunta effettiva parità. “Cari tutti,scrive il Ministro, la legge 62 del 2000 riconosce la piena parità fra scuole statali e scuole private in possesso di determinati requisiti. Tuttavia, fino ad ora questa legge, di fatto, non aveva trovato piena attuazione. Con l’approvazione nelle commissioni I e XI dell’emendamento alla legge 75/23 (il cosiddetto PA bis), si è finalmente compiuto un significativo passo in avanti, proprio sulla strada della concreta attuazione della normativa sulla parità scolastica. Si è parlato giustamente di “svolta storica”. Infatti, grazie a questo provvedimento legislativo, il servizio prestato dai docenti precari nelle scuole paritarie viene equiparato a quello prestato nelle scuole statali, ai fini specifici dell’abilitazione. In questo modo, gli insegnanti delle paritarie, con almeno trentasei mesi di servizio (anche non continuativi) nei cinque anni precedenti, di cui uno nella classe di concorso per cui chiedono l’abilitazione, potranno ottenerla conseguendo 30 crediti formativi universitari (Cfu o Cfa). Come i loro colleghi delle scuole statali, i docenti delle paritarie avranno quindi la possibilità di abilitarsi e di essere assunti a tempo indeterminato. Una stima attendibile indica in circa 15 mila gli insegnanti precari delle scuole paritarie. In questo modo si pone anche un freno alla emorragia di insegnanti che erano indotti a lasciare le scuole paritarie: non saranno infatti più costretti a partecipare ai concorsi statali per ottenere l’abilitazione. Sempre in accordo con il principio di pari valore e dignità del servizio prestato sia presso le scuole paritarie che presso quelle statali, con l’emendamento si provvede anche a meglio definire il canale riservato di accesso ai futuri percorsi abilitanti, la cui quota sarà definita dal DPCM di prossima adozione. Inoltre, nella consapevolezza che l’avvio dei percorsi abilitanti necessiterà di tempo per entrare a pieno regime, le scuole paritarie potranno prescindere dal possesso dell’abilitazione da parte dei docenti che abbiano almeno tre anni di servizio negli ultimi dieci. Ciò al fine di conservare i requisiti per il riconoscimento della scuola. Come detto, questo è un importante passo in avanti verso una autentica parità scolastica, seguendo un percorso che mira a rendere effettivamente pubblica tutta la scuola italiana. Un percorso che è partito nella legge di bilancio con uno stanziamento aggiuntivo di 20 milioni di Euro per il 2023 e 110 milioni di euro dal 2024 (di cui 70 per le esigenze degli alunni con disabilità) destinati alle scuole paritarie, e si è consolidato con l’estensione alle paritarie stesse dell’accesso ai fondi PNRR e con l’ammissione dei docenti di queste scuole ai corsi di formazione per docente tutor e orientatore. Oggi, con l’approvazione nelle commissioni alla Camera dell’emendamento in questione, concepito ed elaborato dal Ministero dell’Istruzione e del Merito a seguito di un confronto con le associazioni di riferimento, sostenuto da parlamentari delle quattro forze che compongono la maggioranza di Governo, si avvia la realizzazione dei collegati principi di non discriminazione e di libertà di scelta delle famiglie, che sono ben scolpiti nel nostro ordinamento e ai quali tengo particolarmente nell’ottica di garantire a ciascuno studente il percorso educativo migliore per la valorizzazione dei suoi talenti. Con la certezza che le scuole paritarie saranno una componente importante della grande alleanza per l’istruzione, anche a livello internazionale, per ridare centralità al nostro sistema scolastico, alleanza alla quale sto lavorando sin dal mio insediamento come Ministro, vi porgo i miei migliori auguri di buon lavoro”.
elgr