La scuola di merito fra tagli e accorpamenti
La Regione Campania non concorda la linea del Ministro Valditara. Annuncia una partecipata e diffusa mobilitazione contro i tagli alle scuole. Il Governatore De Luca è pronto a mobilitarsi, non vuol perdere nulla.
Secondo il progetto di riforma della scuola, a firma Valditara, si volle dare assicurazione in merito alla sottrazione delle reggenze dei presidi, in merito all’accorpamento di istituti e all’adozione di nuove norme per l’istituzione di “autonomie scolastiche”. Queste le intenzioni di Valditara. Questi necessari propositi del Ministro dell’Istruzione e del Merito, a inizio giugno, resi manifesti in una intervista rilasciata al Messaggero. Siamo chiamati a rispondere alle richieste di razionalizzazione UE a mezzo accorpamenti e la rimozione del limite minimo di 400 studenti per creare un’autonomia scolastica. Il Ministro assicurò, comunque, dialogando intorno alla scuola, che nel nostro Paese non ci sarebbe stata una sola scuola in meno. Le autonomie dipendono dalle Regioni. Sono in effetti proprio le Regioni ad organizzarle sul territorio specifico. Intanto però, nel corso di un tempo allungato, fino a 9 anni, verranno abolite 866 reggenze e accorpati 633 istituti. Così facendo si potranno risparmiare 88 milioni di euro fino al duemilatrentadue. I tagli garantiranno benefici a studenti e famiglie. Il Ministro Valditara è convinto che le istituzioni scolastiche, in tal modo, saranno più efficienti e potranno fornire più qualificate risposte all’utenza. Le stesse Regioni otterranno una considerevole flessibilità organizzativa nella logica dell’adattamento di una politica scolastica ai distinti diversi territori. Valditara in tutto questo mutare vede efficacia ed agilità del sistema scuola. La Regione Campania non concorda la linea del Ministro Valditara. Annuncia una partecipata e diffusa mobilitazione contro i tagli alle scuole. Il Governatore De Luca è pronto a fare battaglia, a mobilitarsi, non vuol perdere nulla. I Membri del Movimento 5 Stelle, in una nota hanno così preso posizione: “Nonostante le smentite del ministro Valditara, la questione dimensionamento e il taglio al numero di scuole sui territori italiani emerge con prepotenza. A dirlo è questa volta la regione Campania, che ha pubblicato una tabella allegata al Decreto Ministeriale 70/2023, relativo agli organici Dirigenti Scolastici 2023/2024, firmato proprio da Giuseppe Valditara, dalla quale si evince con chiarezza che la regione subirà un taglio del numero di scuole. E con ogni probabilità non sarà l’unica. Ma non è stato proprio Valditara a venire in Parlamento a dire che non ci sarebbe stato alcun taglio del numero di scuole? Si trattava evidentemente di una presa in giro, visto che in ogni caso ad essere tagliato sarà il numero di dirigenti scolastici, con casi come quello del dirigente scolastico irpino Franco Di Cecilia, preside in 38 istituti distribuiti su 11 comuni. Ma a questo punto ci chiediamo se non si trattasse di una vera e propria menzogna, a cui mette una pezza parlando di una previsione del PNRR ma, lo diciamo a Valditara, da nessuna parte il PNRR chiede di tagliare sulle scuole. I nuovi parametri li ha fatti proprio Valditara e sarebbe ora che se ne assumesse, seriamente, le responsabilità”. Pensando poi a De Luca, sovviene alla memoria Tacito quando sottolinea il contrasto fra i canti e il clamore dei Germani, che si preparavano alla battaglia del giorno dopo e il silenzio dei Romani, costretti a difendere una difficile posizione. Insomma è guerra. De Luca alza la voce sul dimensionamento delle scuole in Campania. Il Governatore è pronto a mobilitarsi alla luce dei tagli delle scuole sul territorio campano. La Regione precisa le sue spettanze a Valditara. Viene ricordato che la Campania ha titolo a 865 autonomie e non alle 839 concesse. “La nota arriva, come riferisce la Tecnica della scuola, in seguito ad un allegato al decreto ministeriale 70/2023 relativo agli organici 2023/24 dal quale emerge che per la Campania risultano 959 istituzioni scolastiche, 26 sedi sottodimensionate, 941 normodimensionate con i parametri 500/300, 865 sedi normodimensionate con i parametri 600/400”. Il Governatore della Regione Campania, Vincenzo De Luca, guerriero provato, addestrato all’arte della “guerra” politica, carismatico difensore della sua gente e della sua terra, fa sentire la sua voce con certa determinazione: “Il governo prevede tagli di scuole, di risorse e di personale scolastico e sia chiaro a tutti, la Regione Campana intende battersi perché non sia tolta una scuola, un’autonomia scolastica, un docente, un esponente del mondo degli amministrativi, non intendiamo perdere nulla, vogliamo difendere fino all’ultima realtà. Visto che al Sud abbiamo il più alto tasso di dispersione scolastica, non abbiamo il tempo pieno nelle scuole, vuol dire che avremo classi meno numerose, si potrà seguire meglio la formazione degli alunni, se vogliamo lavorare per recuperare, anche da questo punto di vista, il divario tra Nord e Sud. Faremo battaglia su questa linea contro il finto risparmio che propone il governo nazionale”. E’, comunque, ormai montata la protesta per il provvedimento in legge di bilancio, volto a determinare gli accorpamenti tra scuole sottodimensionate dello stesso territorio. Più tagli di dirigenze e accorpamenti intanto interesseranno le regioni del Sud. Il dimensionamento previsto già da quest’anno comporterà l’accorpamento di quasi settecento scuole. La Campania, fra tutte, sarà la regione maggiormente penalizzata. Quasi centocinquanta fusioni fra scuola, tagli al personale fra cui dirigenti e Dsga. “Le classi sovraffollate, sostiene Marcello Pacifico, Presidente ANIEF, non sono un bel viatico per chi studia e chi vi insegna il Governo sta cercando di rispondere a questo trend con il docente tutor e orientatore: un’operazione che si avvale dei fondi derivanti dal Pnrr e che ci trova sostanzialmente d’accordo. Si porta avanti, in pratica, quel processo di attenzione indispensabile verso gli studenti più in difficoltà che altrimenti rischierebbero di perdersi, soprattutto se collocati in classi numerose. Accanto a questa manovra, tuttavia, occorre assolutamente portare a 20 il numero massimo di studenti per classe. E bisogna anche abbassare il numero minimo di alunni che mantiene in vita una sede autonoma e un edificio, inteso come plesso coordinato o succursale. Pensare, come sta facendo oggi il Governo, di portare ad oltre 900 gli iscritti per garantire l’autonomia di una scuola è un’operazione che produrrà ulteriori chiusure del servizio scolastico italiano. Come pure l’idea malsana di applicare anche all’Istruzione l’autonomia differenziata che sempre il Governo vuole portare avanti a tutti i costi, contro anche il volere di alcune regioni di centro-destra. E’ sempre stata diffusamente dura la posizione dei sindacati circa il Piano dimensionamento scolastico del Governo Meloni. E’ un male inevitabile ebbe a dire Valditara, ‘Lo abbiamo fatto nel modo più indolore possibile’. Il Piano, approvato dal governo Meloni nella Legge di Bilancio 2023, considera che la cifra attuale di studenti da assegnare a ciascun istituto, passerà da 600 a 900 circa. Ciò comporta e comporterà inevitabili accorpamenti d’ istituti. Dalla stima effettuata, in un solo biennio, chiuderanno 700 scuole.
elgr