La scuola di merito di Valditara tutela Alunni, Prof e Ata
Alta l’attenzione intorno al fenomeno dispersione. Tale fenomeno in Italia è al 12,7%, percentuale tra le più alte d’Europa. Al via Agenda Sud, un progetto del MIM rivolto alle Regioni del Mezzogiorno con la finalità di ridurre le distanze Nord Sud, offrendo uguali opportunità d’istruzione a tutti. L’obiettivo consiste nel combattere la dispersione scolastica fin dalla Scuola primaria, con interventi mirati sugli istituti del Mezzogiorno. Preziosa, a tal fine, secondo Valditara, la figura del tutor; una mansione docente importante per personalizzare la formazione e, in accordo con altri colleghi, per costruire un percorso per far sì che il ragazzo con problemi possa recuperare anche con la didattica extracurricolare.
Merito non indica esclusione e selezione, ma estrazione di talenti, ricerca costante e intensa di preziose risorse. E’ questo il principio che intende Valditara con la scuola di merito. Come potrà essere possibile scorgere e recuperare e potenziare talenti quando questi sono troppo nascosti, silenziosi, quando lo studente è renitente, restio alla proposta educativa o si trova solo, in difficoltà, nella indifferenza familiare e disinteressato all’attività di studio? Viene, per analogia, da fare una considerazione. Per quanto possano rappresentarsi moderne le tecniche di estrazione dei metalli dal sottosuolo, si rappresentano impattanti soprattutto se consideriamo i macchinari energivori; strumentazione che consuma significative quantità di combustibili fossili. Per arrivare al cuore dei giacimenti però esistono tecnologie che consentono di ricavare preziosità da materiale estratto e scartato, recuperandolo da terra e roccia. Una sorta di rimedio si ravvisa. Un po’ così dovrebbe accadere nella scuola, però con cura didattica e umana nei confronti dei giovani per arrivare al loro cuore e alla loro mente. Empatia, pazienza e fiducia da parte del docente indurranno ai risultati auspicati. L’intelletto e il cuore sono materie vive, modulabili, trasformabili sono le nostre idee e il nostro sentire, occorre entrare nella sensibilità, stabilire una intesa empatica e partecipare le difficoltà, le complessità, tutto nell’agire d’ insieme per superarle col sostegno di un compagno esperto, vissuto, un vero amico di avventura sulla via della conoscenza e della crescita formativa. Il Ministro Valditara in merito a questo complesso quesito risolve con riferimento al docente tutor, una nuova figura che ha riscontrato largo consenso e interesse. Il Ministro, in una intervista rilasciata a La Tecnica della Scuola risponde: “La figura del docente tutor, che tra l’altro ha avuto un successo incredibile con il 99,8% di scuole che ha risposto positivamente; credo che in tutta Italia soltanto otto scuole superiori non hanno partecipato a questa sperimentazione. Oltre 52.200 docenti si sono iscritti, a fronte della richiesta da parte nostra di 37.000 tutor: è una figura che io ritengo molto importante per personalizzare la formazione e, in accordo con altri colleghi, per costruire un percorso per far sì che il ragazzo con problemi possa recuperare anche con la didattica extracurricolare. Abbiamo trovato per la prima volta le risorse non solo per pagare il docente tutor, ma anche per gli insegnanti disciplinari che di pomeriggio piuttosto che durante le vacanze estive, potranno costruire quel percorso di personalizzazione per far sì che il ragazzo che ha un ritardo nell’apprendimento in determinate materie possa mettersi alla pari. Ma anche per valorizzare i talenti di ciascuno, per fare sì che quei ragazzi che in classe si annoiano perché sono più avanti, possano accelerare il loro percorso. Questa è la risposta, insieme col docente orientatore: consentire alle famiglie e agli studenti di fare delle scelte opportune”. Nella medesima intervista Valditara affronta altre interessanti questioni che accendono attualmente il dibattito in lungo e in largo: dispersione scolastica, divari di competenze territoriali, aumento dell’autorevolezza dei docenti, più soldi al personale e tutele dalle aggressioni, assicurazione automatica per tutti, anche per gli studenti, in caso di incidenti a scuola, in itinere, durante gli stage o le visite didattiche esterne. Nella prima decade di giugno il Ministro dell’Istruzione e del Merito presso la Cittadella della Regione Calabria ha presentato l’Agenda Sud. Una prima concreta risposta al fenomeno della dispersione. L’Agenda Sud in effetti è un progetto del MIM rivolto alle Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. La finalità di Agenda Sud consiste nel bisogno di ridurre le distanze Nord Sud, offrendo uguali opportunità d’istruzione a tutti. La dispersione scolastica, questo è il dato principale. L’obiettivo consiste nel combattere la dispersione scolastica fin dalla Scuola primaria, con interventi mirati sugli istituti del Mezzogiorno. L’intervento avrà una durata biennale e verrà applicato in 150 scuole del Sud individuate dall’Invalsi (Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione), con l’aspettativa di estenderlo a molte altre. “Oggi, dichiarò il Ministro Valditara, da una terra straordinaria come la Calabria, lanciamo un messaggio al Mezzogiorno e a tutta l’Italia. È inaccettabile continuare a leggere report sulla scuola che danno risultati tanto diversi tra il Sud e il resto del Paese. Il PNRR è già intervenuto con risorse importanti ma noi oggi andiamo oltre, con una strategia per il contrasto della dispersione scolastica. Avviamo un percorso che moltiplicherà le opportunità per i nostri ragazzi e permetterà di valorizzare al meglio le intelligenze di cui disponiamo, per fare dell’Italia sempre più un punto di riferimento in Europa e nel mondo. Oggi facciamo un passo ulteriore per riunificare l’Italia”. Il Progetto ha registrato il coinvolgimento di 50 Scuole primarie, 50 Secondarie di I grado e 50 di II grado e sono stati scelti dall’Invalsi in base a dati relativi ai tassi di dispersione scolastica, abbandono in corso d’anno, assenze, fragilità nei risultati degli apprendimenti, contesto socio-economico. Ci si adopera per allargare il coinvolgimento. Si lavora per estendere la sperimentazione a ulteriori istituti. Le pratiche adottate in questo Piano potranno essere diffuse in varie aree del Sud. “L’Agenda, riferisce il MIM, è basata sul principio della personalizzazione dell’insegnamento, in modo da porre al centro le esigenze delle studentesse e degli studenti, tramite attività di orientamento e tutoraggio estese anche al Primo ciclo e in coerenza con le Linee guida per l’orientamento e attività di supporto alle famiglie. Verrà promossa una didattica innovativa e laboratoriale, con l’introduzione di nuove metodologie, scuole aperte tutto il giorno, attività anche durante la sospensione delle lezioni, orari più flessibili, potenziamento del tempo pieno e delle mense scolastiche. Verrà rafforzato l’organico dei docenti nelle Secondarie di I e di II grado nelle materie di base: italiano, matematica e inglese (in media 4 docenti in più per scuola) e gli insegnanti saranno retribuiti per incarichi aggiuntivi oltre l’orario scolastico. L’Invalsi supporterà le 150 scuole, anche con la formazione dei docenti su didattica orientativa, progettazione, utilizzo dei dati per migliorare gli esiti degli apprendimenti. Saranno attivati progetti speciali di offerta formativa, d’intesa con i Presidenti di Regione e le realtà locali, per valorizzare pienamente le potenzialità delle aree interessate” Il Pnrr destina 2,5 mld per le scuole del Sud. Il Ministero poco dopo l’inizio dell’anno scolastico ha autorizzato e sbloccato per il Mezzogiorno investimenti pari a 2,5 miliardi di euro per attuare i progetti del PNRR. “Per le palestre scolastiche, precisa ancora il MIM, 77,9 mln sono andati alle Regioni del Sud; per azioni di messa in sicurezza sono andati alle scuole del Mezzogiorno 608,2 mln; con il Piano “Scuola 4.0”, 693,9 mln; per il contrasto della dispersione scolastica, 255,8 mln; per materie STEM e orientamento, 300 mln; per la formazione del personale scolastico, agli istituti del Mezzogiorno sono stati assegnati 180 mln; agli ITS Academy del Sud sono andati 464,3 mln.” Questa la risposta, nel corso della intervista, del Ministro Valditara intorno alla questione dispersione e alle ultime attività e iniziative MIM sulla questione: “Abbiamo lanciato una grande sfida proprio per combattere la dispersione scolastica ma soprattutto per consentire a tutti i ragazzi italiani, a prescindere da dove vivono, di potere raggiungere gli obiettivi formativi per essere cittadini attivi e trovare un posto di lavoro che li soddisfi. L’Italia, purtroppo lo sappiamo, è spaccata in due da questo punto di vista: noi vogliamo mettere la parola fine a questa spaccatura, da qui la sperimentazione in dieci punti. Abbiamo presentato il progetto in Calabria ma ovviamente riguarda tutte le regioni del Mezzogiorno: d’intesa con l’invalsi abbiamo individuato 210 scuole e probabilmente riusciremo a trovare nei prossimi giorni ulteriori risorse per estenderlo ad altre scuole. Il progetto partirà già da settembre: è un percorso con più insegnanti delle scuole individuate, con corsi di formazione specifici per i docenti che insegnano in quegli istituti e con più soldi per pagare le attività extracurricolari. I docenti, quindi, verranno formati per supportare i ragazzi e per potenziare l’offerta formativa, con il coinvolgimento delle famiglie e dei genitori. Insomma, ci sarà un’estensione del tempo a scuola, con il tempo pieno in tutti gli istituti coinvolti. Insomma, una vera e propria rivoluzione che se funzionerà sarà estesa a tutte le scuole del Mezzogiorno che in qualche modo manifestano criticità o che si trovano in aree disagiate. In effetti il tema è internazionale: ne ho parlato già con il ministro francese dell’Istruzione, perché anche loro hanno problemi analoghi a quelli dei nostri figli. E voglio portare queste nuove buone pratiche sul tavolo di Bruxelles, in modo che si possano condividere e recepire suggerimenti anche dagli altri governi. Credo che possa essere un esempio la nostra sperimentazione. Certamente, risulta molto stimolante la collaborazione con gli altri ministri: voglio solo citare il ministro dello Sport, con cui stiamo parlando per una serie di interventi importanti, finalizzati a garantire e coinvolgere sempre di più i ragazzi; perché lo sport è anche strumento di recupero della dispersione, momento di valorizzazione dei giovani e trasmissione di valori importanti”. Per quanto riguarda la situazione dispersione scolastica in Italia, per avere un quadro preciso, facciamo ora ricorso ai dati ufficiali disponibili provenienti da tre fonti principali: il Ministero dell’Istruzione, l’ISTAT e l’INVALSI. Il tasso di abbandono scolastico in Italia è del 12,7% con picchi in Sicilia (21,1%), Puglia (17,6), Campania (16,4%) e Calabria (14%). La percentuale dei NEET (cioè dei giovani che non studiano, non seguono percorsi di formazione e non lavorano) è invece del 23,1%. In regioni come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia i 15-29enni NEET hanno addirittura superato i coetanei che lavorano (3 giovani NEET ogni 2 giovani occupati). Secondo i dati INVALSI, la percentuale di studenti che non raggiunge livelli adeguati di lettura e comprensione del testo è passata dal 34% del 2018 al 39% del 2022. In matematica, sempre nello stesso periodo, tale quota è passata dal 39% al 44%. I risultati si fanno ancora più preoccupanti se guardiamo alle differenziazioni regionali: tra le regioni del Sud e del Nord troviamo un distacco di ben 10 punti percentuali. In italiano si passa dal 49% nelle regioni del Sud e delle Isole, al 34%-35% delle regioni del Nord e del Centro. Così anche per le prove di matematica. Geopop, inoltre, riporta ulteriori preziose informazioni. In maniera sintetica viene descritto che il fenomeno dispersione riguarda soprattutto: principalmente i maschi, nella fascia di età 14-15 anni, gli studenti delle regioni meridionali: sebbene il fenomeno sia in calo, il divario fra Nord e Sud continua a presentare livelli preoccupanti: Campania, Sicilia, Calabria, Puglia e Molise sono le regioni che presentano l’incidenza maggiore del fenomeno della dispersione scolastica; gli alunni stranieri nati all’estero (in maggiore difficoltà rispetto ai nati in Italia); il periodo di passaggio tra le medie e le superiori, che rappresenta ad oggi il momento più “critico”; si concentra soprattutto in alcuni istituti: il tasso di dispersione scolastica più contenuto si registra nei licei (1,8%), seguiti dagli istituti tecnici (4,3%) e dagli istituti professionali (7,7%).
elgr