Nei piani del Governo Meloni, il Liceo del “Made in Italy”
Bisogna accostare il mondo della scuola al mondo del lavoro. Valditara: “..Uno degli obiettivi della nostra azione di governo, è valorizzare la filiera della istruzione tecnico-professionale. Stiamo predisponendo un percorso sperimentale particolarmente avanzato. Uno dei passaggi fondamentali sarà aprire alle professionalità provenienti dal mondo delle imprese per offrire specializzazioni che il sistema scolastico da solo non riesce a mettere in campo, arricchendo così il piano dell’offerta formativa”.
Meloni e Valditara vogliono fare, fra l’altro, la rivoluzione buona della scuola. L’intero sapere e saper fare tecnico dovrà essere assunto per mezzo di percorsi flessibili e in sintonia con i bisogni delle imprese. Tra i programmi del cambiamento buono questo non basta. Meloni e Valditara vogliono lanciare anche una novità d’indirizzo assoluta, parliamo del Liceo del Made in Italy. Il fine resta lo stesso, ovvero accostare il mondo della scuola al mondo del lavoro. Del Liceo Made in Italy si sentì già parlare durante le elezioni politiche passate. Quelle elezioni che per Fratelli d’Italia, insieme alla coalizione centrodestra, si rappresentarono un vero trionfo. Snodato il nastro, dal pacchetto promesse elettorali, uscì il liceo del “Made in Italy”. Tale novello indirizzo era incluso nel capitolo “Made in Italy”. Nel testo si leggeva: “L’amore del mondo per l’Italia si chiama Made in Italy. Un marchio, uno stile di vita, un’opportunità economica e diplomatica per la nostra Nazione, troppo spesso trascurati. Riconoscere l’importanza strategica delle nostre eccellenze significa anche promuovere il ruolo di ambasciatori dell’Italia nel mondo dei nostri connazionali che vivono all’estero”. Insomma la Meloni s’impegnò ufficialmente coi suoi elettori nella “promozione del marchio Made in Italy e dell’eccellenza italiana in campo culturale, enogastronomico, del design, dell’architettura, del lusso, dell’imprenditoria, anche attraverso una certificazione governativa che valorizzi i prodotti italiani, sul genere del marchio doc” e a mettere in pratica un efficace “contrasto reale all’Italian soundinge a ogni forma di falsificazione”. La piattaforma online, vetrina dei prodotti Made in Italy fu un’altra idea Meloni, una novità col fine della promozione del turismo commerciale. Il Liceo Made in Italy darà qualità e prestigio al contesto lavorativo e culturale del “Marchio Italia”. Meloni e Valditara vogliono formare studenti e studentesse con scambi culturali fuori territorio e tirocini sia dal punto di vista della conoscenza della produzione italiana di alto livello sia della promozione delle attività di business orientate verso il mercato estero. “Siamo in un tempo in cui il marchio Italia è considerato il terzo marchio per riconoscibilità al mondo, ebbe a dire la Meloni, siamo in una stagione in cui tutti vogliono comprare prodotti italiani e l’Italia che ha fatto rispetto a questo? Ha svenduto marchi italiani. Noi invece dobbiamo difendere quel marchio perché nel tempo della globalizzazione non competiamo sulla quantità del prodotto, ma c’è una cosa sulla quale nessun altro compete con noi: la qualità del prodotto. Bisogna investire su questo, difendere il marchio, formare i nostri giovani. Voglio in Italia un liceo del made in Italy che formi i giovani per dare continuità a una serie di settori della nostra economia che rischiano di essere totalmente perduti”. Tanta roba bolle in pentola, finanche altri settecento milioni, utili per foraggiare gli Its bisognosi di rinforzo. Tanti soldoni finalizzati a formare anche il personale e i proff.; fondi utili per valorizzare i talenti, per rendere più efficace la lotta al grave fenomeno della dispersione, un cospicuo utile economico per uscire vittoriosi dalla sfida lanciata con il Pnrr, sfida alla competitività del sistema paese, alla innovazione dell’agenzia educativa nella sua varia entità e funzione. Sono stati destinati attualmente 1,2 miliardi per incrementare le discipline dell’area Stem e della Scuola 4.0. Per il Ministro Valditara trattasi di un investimento necessario ed importante per formare docenti e personale, dare valore al merito di ogni studente e di ogni studentessa. Si farà meglio, come accennato, la lotta contro la dispersione. Seicento milioni saranno utilizzati per formare docenti, dirigenti e personale amministrativo. Altri seicento milioni saranno destinati “..a finanziare percorsi didattici, di formazione e di orientamento per studentesse e studenti di tutti i cicli scolastici: sono finalizzati a promuovere e sviluppare le competenze nelle materie scientifiche, in quelle digitali nonché in quelle linguistiche, con particolare attenzione a garantire pari opportunità per tutti gli studenti. Le scuole potranno prevedere percorsi formativi personalizzati a piccoli gruppi di studenti anche in orario extracurricolare”. Le scuole paritarie, questa è una bella novità, entrano a far parte del progetto.“Uno degli obiettivi della nostra azione di governo, ha dichiarato il Ministro Valditara a Il sole24ore, è valorizzare la filiera della istruzione tecnico-professionale. Stiamo a tal fine predisponendo un percorso sperimentale particolarmente avanzato. Uno dei passaggi fondamentali sarà aprire alle professionalità provenienti dal mondo delle imprese per offrire specializzazioni che il sistema scolastico da solo non riesce a mettere in campo, arricchendo così il piano dell’offerta formativa. Con il decreto di dicembre intanto abbiamo già iniziato a potenziare l’attività di orientamento. A questo fine giocheranno un ruolo significativo il docente tutor e il docente orientatore. Per quanto riguarda la riforma dell’istruzione tecnica prevista dal Pnrr, la nostra attenzione si sta concentrando soprattutto sulle innovazioni che permettano nei vari indirizzi di studio una maggiore flessibilità dei percorsi e dei quadri orari al fine di renderli più aderenti ai contesti produttivi di riferimento. Inoltre, si punterà molto sull’acquisizione da parte degli studenti di certificazioni linguistiche e professionali spendibili all’ingresso nel mondo del lavoro. Per raggiungere compiutamente questi obiettivi sono, tuttavia, necessarie talune modifiche al decreto approvato dal precedente Governo, che potremo apportare solo dopo aver interloquito con la Commissione europea ed aver dimostrato che queste innovazioni accrescerebbero, di molto, il valore della riforma”. Ad oggi, va detto, i primi cinquecento milioni, già contemplati in seno al Pnrr, sono stati destinati agli Its. Restano ancora sospesi i diversi provvedimenti attuativi. Al momento, in verità, iniziano le progettazioni per laboratori e fondazioni. Valditara, comunque, assicura che il governo in carica, ad oggi, si è fattivamente mosso per sveltire il processo con riferimento ai decreti attuativi della riforma. Restano in standby quasi venti provvedimenti attuativi. Si attende, intanto, da parte delle Regioni la proposta definitiva di riparto entro la prima decade di maggio. Si dovrebbe quindi adottare un ulteriore decreto di settecento milioni da destinare al potenziamento delle competenze e alla didattica per l’attivazione di nuovi corsi. Il Ministro Valditara poi, nella sua chiosa al quotidiano, ha voluto fornire una ulteriore precisazione: “..Altri cinque decreti sono già stati istruiti e sono pronti per i successivi passaggi. Ritengo importante sottolineare che la stesura dei provvedimenti attuativi della riforma degli Its ha visto negli ultimi mesi, oltre a una significativa accelerazione, un lavoro congiunto, e un costante, proficuo confronto con tutti i soggetti istituzionali coinvolti. Abbiamo scelto un metodo molto partecipato di definizione dei testi dei decreti ministeriali che sta dando i suoi frutti”.
elgr