Tagli al personale nella scuola di merito a causa del dimensionamento scolastico dovuto al calo demografico
Continua il decremento delle scuole e degli organici dei DS, specialmente nelle istituzioni scolastiche del Mezzogiorno. La nota ministeriale sulla dotazione organica complessiva dei docenti per l’a.s.2023/24 conferma la tendenza negativa. Il contingente di diritto è invariato rispetto allo scorso anno sui posti comuni. Unico dato innovativo riguarda l’insegnamento di educazione motoria nella scuola primaria che entra a regime nelle classi quarte e quinte.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha trasmesso ai Direttori Generali degli Uffici Scolastici Regionali la nota delle dotazioni organiche del personale docente per l’anno scolastico 2023/24. La nota dispone istruzioni operative in merito alla determinazione dell’organico per il personale docente dell’anno scolastico 2023/24, facendo innanzitutto riferimento alle innovazioni introdotte con la legge 30 dicembre 2021, n. 234 anche al fine di conseguire gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). La nota ministeriale sulla dotazione organica complessiva dei docenti per l’a.s.2023/24 conferma la tendenza negativa. Il contingente di diritto è invariato rispetto allo scorso anno sui posti comuni: sono 670.450 in totale (inclusi i 50.202 di potenziamento). Per quanto riguarda il sostegno è autorizzato un incremento di 9.000 posti aggiuntivi per una dotazione totale di 126.170. Non si rilevano, comunque, novità con riferimento alla costituzione dei posti/cattedra in ogni grado d’istruzione. Con specifica attinenza agli Organici docenti per il prossimo anno scolastico, la nota ministeriale presenta un solo dato innovativo connesso all’insegnamento di educazione motoria nella scuola primaria che entra a regime nelle classi quarte e quinte. Trattasi sostanzialmente di 4.405 posti/ore ricondotte a posti, che non prevedono reclutamento, ma contratti di supplenza del personale in GPS delle classi di concorso A-48 e A-49. Si prevede intanto un calo di posti per Dirigenti Scolastici. La notizia è data dalla FLC CGIL. Prosegue il decremento delle scuole e degli organici dei DS, specialmente nelle istituzioni scolastiche del Mezzogiorno. Lievitano le istituzioni sottodimensionate e diminuiscono le possibilità per i dirigenti scolastici in servizio fuori regione. Questa la situazione analizzata da Claudia Scalia per Scuola informa: “Organici Dirigenti Scolastici 2023/24: perché in calo? Secondo i dati presenti nella tabella allegata alla bozza di decreto sugli organici dei dirigenti scolastici per l’a.s. 2023/2024, confrontando quelli dell’a.s. 2023/24 con quelli dell’a.s. in corso, emerge che le istituzioni scolastiche funzionanti il prossimo anno saranno 7960, a fronte delle attuali 8.007, con un decremento di 47 scuole. Se però si va nel dettaglio, sono solo 7.445 le istituzioni cosiddette “normo-dimensionate”, cioè quelle a cui possono essere preposti un dirigente scolastico e un DSGA titolari, a fronte delle attuali 7.517, con un decremento del numero dei dirigenti scolastici in organico di 72 unità. Se uniamo le unità perse lo scorso anno scolastico, arriviamo ad un decremento totale di 201 posti in 2 anni. Cambiano le regole: Il Ministero ha sottolineato che si tratta dell’ultimo anno in cui vengono utilizzati i parametri previsti dal dl 98/2011 e successive modifiche, che fissano a 600 il numero minimo di alunni che permette alle istituzioni scolastiche di avere un dirigente scolastico e un DSGA titolari. Dal prossimo anno entrano in vigore le modifiche al dl introdotte dall’art. 99 della legge di Bilancio 2023, per cui gli organici dei dirigenti scolastici saranno definiti con cadenza triennale (con eventuali aggiornamenti annuali) tramite un decreto di concerto MIM/MEF, previo accordo in sede di Conferenza Unificata. Il commento del sindacato è negativo, che lamenta uno stravolgimento degli obiettivi del PNRR, trasformati in una misura di razionalizzazione della spesa e di impoverimento complessivo. Chiede anche la verifica delle disponibilità presenti nelle regioni del centro-sud, per evitare le criticità registrate lo scorso anno in fase di mobilità interregionale e di assunzioni”. A partire dal prossimo anno scolastico, comunque, a largo raggio, si cominceranno a praticare diversi accorpamenti. Si valuta l’accorpamento di ben settecento scuole eseguibile gradualmente. Questo il quadro regionale: Campania con 140 fusioni; Sicilia con 109 fusioni; Calabria con 79 accorpamenti;Puglia con 66; Sardegna 45; Lazio 30. Tanto, asserisce Teresa Maddonni, in Money.it: “Nella scuola potrebbero esservi tagli al personale progressivi. Sarebbe questo il piano per il dimensionamento scolastico del governo Meloni previsto dalla legge di Bilancio 2023 e che si andrà a concretizzare nei prossimi anni, tenendo conto anche dell’ultimo Rapporto Istat pubblicato che registra un nuovo calo delle nascite in Italia”.
elgr