Valditara difende i Proff
“La scuola italiana ha docenti e dirigenti di assoluto valore e che, con stipendi modesti, svolgono un eccellente lavoro. Non generalizziamo giudizi estemporanei. Lavoriamo insieme per migliorare sempre più il nostro sistema scolastico, a iniziare dalla valorizzazione del ruolo dei docenti”.
Da un po’ di tempo, in lungo e in largo, dalle piazze e negli spazi virtuali, viene focalizzata la figura dell’insegnante. Già, proprio in quello spazio di memoria messo a disposizione dal sistema operativo per altro tipo di processo, non avviene disputa, analoga all’indirizzo medievale, ma si giudica tacciando di limite e incapacità il docente nella sua funzione. Altra cosa, in verità, era quella disputa dello scolasticismo, il sistema di istruzione del Medioevo, che lasciava spazio appunto al disputare in quanto modalità formale di dibattito, utilizzata per elaborare e dichiarare teorie e leggi in teologia e in scienza. Nemmeno lontana questa analogia. Nella nostra mediocrità temporale, spesso, predomina il sapere del bar, della strada cattiva, delle piazze ove si emettono, con smodata leggerezza scarse riflessioni inculturali e troppo facili giudizi. Il sapere diffuso del troppo poco è anche dell’arena virtuale impastata dell’opera e della parola violenta, offensiva, incarognita dal proprio stesso limite. Per alcuni genitori nella scuola ci sono docenti frustrati che non dovrebbero insegnare. Questo il titolo che sventola su qualche blog in internet, come vessillo ai quattro venti. Sarà pur vero che nel grande gregge zoppichi qualche pecorella, ma farne convinzione e verità di fede è sicuramente una estremizzazione che si palesa con molte esplicite venature di cattiveria. Proponiamo una delle diverse espressioni insistenti e monocordi di dolore o di rammarico: Riportiamo alcuni commenti riferiti all’articolo ” I difficili rapporti tra genitori e insegnanti riportati nel film “Educazione fisica” che dicono così: ” …Secondo me il problema sono da un lato i genitori, ma dall’altro alcuni docenti. Non parlo in generale, ma ce ne sono tanti frustrati che non sanno valutare in modo oggettivo e non sanno trasmettere gli insegnamenti. Un altro problema è anche il fatto di voler difendere questi docenti a tutti i costi dando sempre la colpa ai genitori. Non c’è la collaborazione scuola famiglia perché entrambe le parti si approfittano dell’altra. ” e ancora ” ci sono docenti frustrati che non dovrebbero insegnare. Farlo notare significa “non studiare” oppure “voler i voti belli senza far nulla” quando, invece, è evidente la loro incapacità. Le colpe sono sia di genitori che di docenti, in alcuni casi solo dei primi, in altri solo dei secondi, oppure di entrambi. Purtroppo la scuola di oggi fa pena e da nessuna delle due parti c’è voglia di collaborare per migliorarla. ” A tanto dire seguono poi ulteriori commenti: “Ci sono docenti anziani che non ce la fanno più e dovrebbero essere in pensione o in altro ufficio”. (Paola Caponi); “Ci sono anche tanti genitori frustrati a cui non affiderei manco un criceto….” (Davide Uggeri). Finalmente poi qualcuno in difesa dei proff.: “Chi blatera sugli insegnanti anziani frustrati non soltanto dice sciocchezze, ma contribuendo ad abbassarne la stima sociale, concorre alla loro demotivazione e danneggia quindi l’intero sistema dell’istruzione” (Donato Loliva). Tutto nel Gruppo fb “Nella scuola non si può rimanere fino a sessantasette anni”. Il sistema scolastico, malgrado tutto, continuando a svolgere la sua funzione, viene fatto continuamente oggetto di critiche. Il Ministro Giuseppe Valditara, rispondendo ai diffusi sfavorevoli giudizi, fermamente assume la difesa dei docenti dichiarando che la scuola italiana ha professori di assoluto valore. La risposta Valditara è diretta alla famiglia finlandese che di recente ha ritirato dalla scuola italiana i propri figli. Lo scritto dei genitori finlandesi sollevò rumore e malumore. I finlandesi scelsero la Sicilia, fertile terreno d’arance e di limoni, isola di monumenti, spiagge d’incanto, itinerari naturalistici, siti archeologici e prodotti tipici, vecchia trinacria presso i greci, ricca terra di storia, tradizione e cultura. Fino a qua tutto bene e bello, paradiso in terra, ma terra d’infelice dottrina, senza scuola adeguata. A loro dire, infatti, il metodo utilizzato nelle scuole nostrane non sarebbe accettabile. In Italia si sta troppo sui banchi; gli insegnanti sono impreparati. Insomma i finlandesi non l’hanno mandata a dire, hanno voluto fortemente e aspramente criticare il nostro sistema d’istruzione. Un evento che ha fatto discutere, ma che ha creato anche il bisogno di una seria riflessione. L’Italia avrà, di sicuro, una scuola imperfetta, ma gli italiani restano, malgrado ogni limite, gli studenti maggiormente preparati in tutta Europa. “Studiano più di tutti, e vantano il maggior numero di fuorisede”, scrive Samuele Maccolini. E aggiunge: “Lontano dagli stereotipi, lo studente italiano è uno sgobbone come pochi altri. Forse, anziché biasimare i giovani, bisognerebbe investire di più nella scuola. (…) Gli universitari italiani impiegano nello studio quasi 44 ore settimanali, il 30% in più della media calcolata in Europa. Per quanto riguarda il tempo di studio, è stata rilevata una crescita regolare dell’impegno degli studenti, con il monte ore settimanale che è cresciuto di circa il 38% negli ultimi venti anni. Vale ben poco il giudizio della famiglia finlandese come quello di ogni facilone sprovveduto sugli insegnanti. Tutte le polemiche sono legittime, comunque, anche quelle più aspre. Il Ministro Valditara intanto non restò a guardare. Ebbe a replicare per le rime: “La scuola italiana ha docenti e dirigenti di assoluto valore e che con stipendi modesti svolgono un eccellente lavoro. Non generalizziamo giudizi estemporanei. Lavoriamo insieme per migliorare sempre più il nostro sistema scolastico, a iniziare dalla valorizzazione del ruolo dei docenti”.
elgr