L’Herpes zoster, nota anche come ‘fuoco di Sant’Antonio’ è una patologia virale causata dal virus della varicella-zoster che colpisce le terminazioni nervose, con una dolorosa eruzione cutanea. Questa condizione è la fase latente dell’infezione dal virus della varicella che subisce una riattivazione. L’Herpes virus umano 3 colpisce generalmente in età infantile, e si risolve con la produzione di anticorpi sufficienti a bloccare la malattia. Il virus però, per sfuggire all’azione degli anticorpi prodotti dall’organismo, si annida nei gangli sensitivi dei nervi, dove può restare inattivo per anni o per tutta la vita. Specifiche situazioni che inducono uno stress psicofisico o terapie farmacologiche con immunosopressori, corticosteroidi o radioterapia, provocano l’abbassamento improvviso delle difese immunitarie, dando lo spazio al virus di scatenare una reazione. Per questo motivo, la percentuale più alta di insorgenza di Herpes zoster è nella popolazione anziana e nei soggetti immuno-compromessi come i malati di AIDS. All’inizio si manifesta come un dolore lancinante che interessa in genere la regione toraco-lombare, per poi sviluppare entro 2-3 giorni una caratteristica eruzione cutanea con gruppi di vescicole distribuite in maniera longilinea ma sempre unilateralmente, a seguire le porzioni di cute su cui i singoli nervi spinali svolgono le funzioni sensitive ed in cui il virus si era annidato, con lesioni che possono continuare a formarsi per 3-5 giorni. Per ridurre la gravità e la durata dell’eruzione acuta si somministrano gli antivirali che bloccano la replicazione virale, e per contrastare i sintomi dolorosi gli antidolorifici e anti-infiammatori per via sistemica. La più comune complicanza da Herpes Zoster è l’insorgere della nevralgia postererpetica, un dolore neuropatico frutto del danneggiamento delle fibre dei nervi, con un aumento della sensibilità nell’area dove è insorta l’infezione. Si può intervenire sul dolore con farmaci antiepilettici e tecniche innovative, come la neuro modulazione elettrica.