Valditara firma le “Linee guida per l’orientamento scolastico”
Questi gli obiettivi della riforma: bisogna rafforzare il raccordo tra primo e secondo ciclo di istruzione e formazione, per consentire una scelta consapevole e ponderata a studentesse e studenti che valorizzi i loro talenti e le loro potenzialità; contrastare la dispersione scolastica; favorire l’accesso all’istruzione terziaria. Il nuovo orientamento deve garantire un processo di apprendimento e formazione permanente, destinato ad accompagnare un intero progetto di vita.
La riforma prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) riserva ampio spazio all’orientamento. L’antivigilia di Natale, il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, ha firmato il decreto che approva le Linee guida per l’orientamento.
A tal fine, infatti, l’attuale Ministro ha lanciato l’idea del prof tutor, una figura da istituire in ogni scuola, col compito di seguire i ragazzi anche in orario extrascolastico. Questo docente avrà compiti di “tutoraggio” per seguire passo passo i ragazzi in difficoltà e valorizzare i più bravi. Per questa ragione Valditara ha pure destinato una missiva a famiglie e studenti, ecco cosa anticipò a Repubblica:“Vogliamo costruire una piattaforma nazionale per orientare le famiglie e gli studenti. Scriverò a breve a chi ha figli in terza media indicando i dati che devono conoscere per poter fare scelte consapevoli per non bruciare possibilità di successo lavorativo dei figli. Darò loro informazioni concrete sui fabbisogni del territorio in cui vivono, sulle prospettive occupazionali e retributive che ogni indirizzo scolastico offre. Per esempio, devono sapere che chi va al liceo e poi non finisce l’università avrà potenzialità occupazionali e retributive inferiori a chi esce da un tecnico e professionale. E poi insisterò sulla formazione dei docenti all’orientamento affinché diventino consiglieri delle famiglie”. Promesse mantenute. La lettera del Ministro è stata destinata prima delle vacanze natalizie. La reazione dei Dirigenti scolastici, a dire di Antonio Giannelli, presidente dell’Associazione nazionale presidi, è stata favorevole: “è essenziale che il docente svolga questa funzione di tutoring, ha dichiarato Giannelli, o se vogliamo chiamarla di orientamento, o ancora di coaching: perché l’idea che il docente sia una persona, un lavoratore che debba solo insegnare è un’idea assolutamente superata e inefficace”. Meno entusiasti gli studenti. Per i ragazzi più che soddisfare il bisogno orientamento occorre la garanzia di diritto allo studio, utile a formulare scelte indipendentemente dalla condizione di partenza. Lo scorso autunno, infatti, gli studenti sono scesi in piazza per questo motivo. Queste le dichiarazioni dell’Unione degli Studenti: “noi studenti non vogliamo essere ben orientati, ma avere un diritto allo studio garantito da una legge nazionale che ci permetta di scegliere senza tenere conto della nostra condizione di partenza”.
Intanto quali sono gli obiettivi che si vogliono raggiungere con le Linee guida per l’orientamento? “Bisogna rafforzare il raccordo tra primo e secondo ciclo di istruzione e formazione, per consentire una scelta consapevole e ponderata a studentesse e studenti che valorizzi i loro talenti e le loro potenzialità; contrastare la dispersione scolastica; favorire l’accesso all’istruzione terziaria. Il nuovo orientamento deve garantire un processo di apprendimento e formazione permanente, destinato ad accompagnare un intero progetto di vita”. Riforma è fatta. E’ stata approvata prima della fine del mese di dicembre a seguito di varie intese con le Organizzazioni sindacali e dopo avere recepito la quasi totalità delle osservazioni formulate dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI). Questi i punti fondamentali della riforma: I moduli curriculari di orientamento nella Scuola secondaria; E-Portfolio; Docente tutor; La formazione dei docenti; Campus formativi; Piattaforma digitale unica per l’orientamento; ob placement anche per la scuola; Le Risorse; Monitoraggio.
Per quanto riguarda il primo punto di riforma ovvero l’orientamento nella scuola secondaria di primo e secondo grado, per ogni anno scolastico, sono state introdotte ben trenta ore di orientamento curriculari ed extra curriculari; trenta ore curriculari per ogni anno scuola nel triennio conclusivo della scuola secondaria di secondo grado. Superata in tal modo, dunque, la riforma PNRR volta a considerare esclusivamente e in modo riduttivo solamente trenta ore d’oriento per il biennio conclusivo della secondaria di secondo grado. Il pacchetto ore orientamento potrà essere gestito da ogni singola autonomia scolastica. “Ogni modulo di orientamento di almeno 30 ore, precisa il Ministero, prevede apprendimenti personalizzati che vengono registrati in un portfolio digitale – E-Portfolio – che integra il percorso scolastico in un quadro unitario, accompagna ragazzi e famiglie nella riflessione e nell’individuazione dei maggiori punti di forza dello studente all’interno del cammino formativo, ne evidenzia le competenze digitali e le conoscenze e le esperienze acquisite”. Come accennato in apertura verrà garantita la figura del tutor. Questi, in ogni grado di scuola, supporteranno gli studenti assicurando un costante dialogo orientato su tre indirizzi studenti, famiglie e docenti. Il fine dell’azione del docente consiste nell’aiutare ogni studente a rivedere le parti fondamentali che contraddistinguono ogni E-Portfolio personale; costituirsi “consigliere” delle famiglie, nei momenti di scelta dei percorsi formativi e/o delle prospettive professionali. Ulteriore elemento di riforma la formazione. Sarà assicurata in quanto strategica peculiarità come formazione docente in ogni contesto scolastico. I tutor dovranno partecipare a percorsi di formazione specifici e in via sperimentale, saranno attivati “campus formativi”, a mezzo reti di coordinamento tra istituzioni scolastiche e formative. Una Piattaforma digitale unica per l’orientamento sarà disposta a favore delle famiglie col proposito di soddisfare “una scelta consapevole nel passaggio dal primo al secondo ciclo d’istruzione, sulla base delle competenze chiave e degli interessi prevalenti dello studente; documentazione territoriale e nazionale sull’offerta formativa terziaria (corsi di laurea, ITS Academy, Istituzioni AFAM, ecc.); dati utili per la transizione scuola-lavoro, in relazione alle esigenze dei diversi territori; funzioni per l’utilizzo di E-Portfolio”. Ulteriore novità è rappresentata dal ob placement anche per la scuola. Servirà in pratica ad agevolare la prosecuzione del percorso di studi o l’ingresso nel mondo del lavoro, col proposito di favorire l’incontro tra le competenze degli studenti e la domanda di lavoro. “Le scuole, assicura il comunicato del Ministero dell’Istruzione e del Merito, possono utilizzare le risorse offerte da piani e programmi nazionali ed europei a titolarità del MIM e da iniziative locali e nazionali promosse da regioni, atenei, enti locali, centri per l’impiego, associazioni datoriali, enti e organizzazioni territoriali.
Inoltre, il PNRR consente l’attivazione di molti percorsi e interventi per promuovere l’orientamento nell’ambito di diverse linee di investimento di titolarità del Ministero quali: Nuove competenze e nuovi linguaggi, Interventi per la riduzione dei divari e della dispersione scolastica, Didattica digitale integrata, Sviluppo del sistema di formazione terziaria degli ITS Academy”. Servirà monitorare l’attuazione del Piano e valutarne l’impatto. Anche questo aspetto è stato utilmente considerato.
Emilio La Greca Romano