“Tutti a Scuola“
“Tutti a Scuola“ è la cerimonia d’inizio di anno scolastico giunta alla XXII edizione. E’ stato un momento di grande importanza e significato; ha messo al centro le esperienze delle scuole ed è stato dedicato ai temi dell’inclusione e dell’integrazione. Sergio Mattarella: “La scuola è libertà, integrazione, legalità e opportunità”.
La scuola è libertà, integrazione, legalità, opportunità. Ne è convinto Mattarella, il nostro Presidente. E’ cara la scuola alla nostra Repubblica. Essa è centrale, come la questione educativa, decisiva per la crescita civile, culturale, sociale ed economica, se pure, sotto questo profilo, secondo il Presidente Mattarella, non sempre valorizzata in misura opportuna. L’apertura di un nuovo anno di scuola si rappresenta sempre una occasione d’attesa e d’importanza per un Paese. Con l’avvio dell’anno scolastico nuovo si moltiplicano le speranze in ognuno. Ancor più, dopo due anni di drammatica pandemia, la scuola ha fatto sentire l’importanza del suo ruolo. Sofferenze e limitazioni sono servite a dare una nuova impostazione alla nostra esistenza. Tale esperienza, fra morte e solitudine, ha dettato in ognuno e ovunque il valore dell’istituzione scolastica. L’assenza di scuola riduce e fa star male. I nostri piccoli e i nostri giovani, in questi due anni difficili, sono apparsi spesso disorientati, spaesati, talvolta persino sradicati. ll Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con statistiche alla mano, in occasione dell’inaugurazione dell’anno scolastico in corso, a Grugliasco, ha fra l’altro richiamato l’importanza dell’istituzione scolastica anche in termini di crescita economica di una società. “..La crescita economica di un Paese, ha detto, il suo tasso di occupazione, sono strettamente correlati al grado di scolarizzazione della sua popolazione. E che una società in continuo divenire per il progresso tecnologico e scientifico esige, ed esigerà sempre di più, livelli di cultura e di istruzione altamente qualificati, pena un declino inesorabile e una progressiva marginalizzazione nel contesto internazionale, sempre più competitivo. Ma sarebbe un errore, parlando di scuola, limitarsi soltanto ai pur fondamentali fattori legati allo sviluppo economico, tecnologico e occupazionale. La scuola, l’istruzione, l’educazione sono infatti elementi decisivi per lo sviluppo della personalità umana, attraverso l’approfondimento della conoscenza che si trova alla base di un autentico esercizio delle libertà. Sui banchi di scuola non si formano soltanto tecnici, professionisti, scienziati, imprenditori del futuro. Il percorso di studi, il contatto quotidiano con i coetanei e con i docenti, le esperienze umane e gli incontri irripetibili che avvengono nella scuola, plasmano in modo indelebile i cittadini del domani, chiamati a realizzare una società che sia armoniosa, aperta e solidale, nella quale i diritti fondamentali di ciascuno si contemperano con i doveri nei confronti della comunità. Una buona scuola farà crescere, nella maggioranza dei casi, dei buoni cittadini. Con vantaggi incommensurabili per l’intera società. Investire nella scuola significa quindi costruire un domani più solido, per tutti. E quando parlo di investimenti non mi riferisco soltanto alle risorse finanziarie, che pure sono, ovviamente, assolutamente necessarie. Servono idee, proposte, riflessioni, innovazioni. Bisogna uscire, anche mentalmente, dalle categorie dell’ovvio e dello scontato. Dalla gestione senza respiro o burocratica. Abbiamo bisogno di recuperare entusiasmo, fantasia, coraggio, creatività, capacità di iniziativa”. La scuola è libertà, integrazione, legalità, opportunità dicevamo. E Mattarella ne è fortemente convinto.“La scuola è, innanzitutto, libertà , ha ribadito il Presidente. La libertà affonda le sue radici più forti e profonde nella conoscenza. Non si è davvero liberi senza una adeguata cultura – e, aggiungo, senza il confronto tra culture – su cui fondare le proprie scelte di cittadini, di donne e di uomini. La scuola è integrazione. Abitua alla convivenza, al confronto, al rispetto. Nessuna ragazza, nessun ragazzo dentro una classe deve sentirsi escluso. In classe ci si conosce, si stemperano e si superano le disuguaglianze, si vive insieme, si diventa amici. Prima di venire qui ho incontrato in un Istituto un gruppo di studenti ucraini. Sono stati accolti qui, in questa Regione, in fuga da una disumana e disastrosa guerra di aggressione mossa dalla Federazione russa. Rinnovo loro le espressioni di benvenuto in Italia. Il sostegno della gente del Piemonte – e di tutte le altre Regioni del nostro Paese – nei confronti del popolo ucraino e di queste ragazze e di questi ragazzi è stato forte e ammirevole. Ma è proprio nelle scuole, nelle nostre scuole di ogni ordine e grado, che hanno potuto sperimentare il significato più profondo e più autentico del valore dell’amicizia e della solidarietà. Integrare non significa omologare. Integrare vuol dire fare delle differenze una reciproca ricchezza. La nostra scuola ha già la responsabilità dell’istruzione e della formazione di oltre 870 mila allievi di origine straniera. Rappresentano circa il 10% della popolazione scolastica. Quasi due terzi di queste ragazze e ragazzi sono nati in Italia. E vedono il nostro Paese come l’orizzonte della loro realizzazione umana e professionale. Dagli insegnamenti e dall’accoglienza che riceveranno a scuola dipenderà largamente la qualità della loro integrazione nel nostro tessuto sociale. Importante, e spesso decisiva, è la scuola per quelle ragazze e per quei ragazzi con disabilità. Sono persone che esigono forse maggiori attenzioni ma che – in realtà – restituiscono il bene ricevuto contribuendo in grande misura alla crescita umana e civile dei propri coetanei. Il nostro sistema scolastico ha sviluppato negli anni delle efficaci politiche di sostegno. Ma sulle soluzioni che riguardano la disabilità non ci si può adagiare. Servono continue messe a punto e aggiornamenti; e soprattutto concreti e coerenti comportamenti quotidiani. La scuola è legalità. Non è un caso che la piaga dell’abbandono scolastico – che colpisce in particolare alcune regioni – spinga giovani e giovanissimi nell’orbita della criminalità o nelle reti delle bande giovanili. Fenomeni – questi ultimi – che non vanno per nulla sottovalutati”. Mattarella, nel corso della cerimonia, ha poi voluto presentare la scuola come strumento di opportunità per la nuova generazione. “..Nel nostro Paese la mobilità sociale sta pericolosamente rallentando. La possibilità di trovare un’occupazione adeguata è sempre più dipendente dalla condizione economica o dal grado di cultura della famiglia di origine. La nostra Costituzione, ha dichiarato, impone di rimuovere gli ostacoli per garantire a tutti una effettiva uguaglianza. La scuola è per tutti e di tutti. Premiare il merito, valorizzare le eccellenze costituisce criterio di grande importanza, ma questo deve accompagnarsi a percorsi formativi davvero accessibili e le condizioni di sostanziale parità devono essere costantemente ricercate e verificate in presenza di mutamenti sociali così veloci. Si tratta dell’autentico diritto allo studio, che va garantito con politiche attive e lungimiranti nel corso del tempo”. “Tutti a Scuola“ è la cerimonia d’inizio anno scolastico giunta alla XXII edizione. E’ un momento di grande importanza e significato; ha messo al centro le esperienze delle scuole ed è stato dedicato ai temi dell’inclusione e dell’integrazione.
La cerimonia si è tenuta presso l’Istituto di Istruzione Superiore “Curie-Vittorini” a Grugliasco, in provincia di Torino. E’ stata una vera grande festa per la ripartenza. L’hanno condotta Roberta Rei e Flavio Insinna. L’evento ha registrato la presenza delle bambine e dei bambini dell’Istituto “Ferrajolo-Siani” di Acerra (NA), con la loro sfilata di moda e il progetto fatto di abiti ricavati dalle mascherine anti-Covid, un modo per simboleggiare la ripartenza dopo l’emergenza. Presente sul palco anche la scuola “C. Aurispa” di Noto (SR), con la coreografia “Il mondo che vorrei”, dedicata alla sostenibilità ambientale. Le ragazze e i ragazzi dell’Istituto comprensivo “Rapallo-Zoagli” di Rapallo (GE) hanno presentato una bicicletta libreria “pop up”, pensata per diffondere la lettura, con la possibilità di prendere gratuitamente libri, donarli e ascoltare audiolibri realizzati dagli stessi studenti. “Battiti di donna” è invece il lavoro presentato dagli studenti dell’Istituto “Ciampoli-Spaventa” di Atessa (CH), un progetto sul contrasto alla violenza contro le donne che ripercorre la storia della figura femminile, dai tempi di Dante ad oggi. “I nostri cento passi” è il brano dedicato a Peppino Impastato degli studenti dell’Istituto Comprensivo “Garibaldi” di Realmonte (AG). Da Alicudi (ME) Teresa Maria Perre, insegnante in pensione, e Mirella Fanti, dirigente scolastica, hanno raccontato la storia della scuola più piccola d’Europa. Da Piacenza è arrivato il mouse speciale realizzato da un docente per il suo alunno con disabilità. E’ stata poi registrata la testimonianza di Riky, Riccardo Massimini, uno studente con disabilità la cui storia è stata raccontata anche dall’insegnante Davide Toffoli che lo ha aiutato nella carriera scolastica. Si sono raccontate le studentesse e gli studenti di Torino, piloti per due settimane in volo con l’Aeronautica Militare. In scaletta anche il lancio del cartoon firmato Rai Ragazzi tratto dalla storia del racconto afghano nel libro “Nel mare ci sono i coccodrilli”, con la presenza, sul palco, del protagonista. Sono state proposte le storie di alcune studentesse e alcuni studenti ucraini accolti nelle scuole piemontesi. All’evento, realizzato grazie alla collaborazione tra Ministero dell’Istruzione e RAI, hanno preso parte in qualità di ospiti artisti del mondo della musica, dello spettacolo, della cultura e dello sport. Dai gemelli mezzofondisti Ala e Osama Zoghlami, al nuotatore plurimedagliato Alessandro Miressi, fino alla capitana della Nazionale di calcio femminile Sara Gama. Tra gli artisti, la pianista Frida Bollani Magoni e Matteo Bocelli, e l’attrice Luisa Ranieri. E’ stata inoltre presente un’orchestra composta dai migliori allievi dei Conservatori d’Italia diretta dal Maestro Leonardo De Amicis.
Emilio La Greca Romano