Scuola, un mucchio di soldoni per la dispersione e scarso entusiasmo dei proff di ruolo per il Piano Estate
Torna la paura Omicron, crescono i casi d’infezione, ma la scuola resta in moto. Saranno destinati complessivamente 1,5 miliardi per il Piano contro la dispersione scolastica. Il Piano estate un flop? Prevede la realizzazione di 57.000 progetti da realizzare in 3.119 istituti. Tutto si compie con un budget di 179 milioni. Intanto su 3119 istituti, a 1.881 scuole che si sono attivate per la realizzazione del progetto non verrà destinato un bel niente, dovranno fare ricorso alle risorse interne o rinunciare alle attività estive.
Mentre torna, a inizio estate, l’allarme pandemia, il PNRR destina alla scuola, precisamente a 3.198 istituti scolastici, i primi 500 milioni per interventi sulla fascia 12-18 anni. Saranno destinati complessivamente 1,5 miliardi per il Piano contro la dispersione scolastica. La scuola è in moto anche d’estate e si attiva contro la dispersione, le povertà educative e per superare i divari territoriali. In un primo momento è stata rivolta attenzione all’edilizia scolastica e agli Avvisi per gli Enti locali. Ora però, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per l’Istruzione, rivolgendo sempre l’attenzione alle scuole, mira a migliorare i risultati negli apprendimenti di studentesse e studenti. I fondi saranno destinati direttamente agli istituti. Il criterio di assegnazione tiene particolarmente conto dei precisi indicatori relativi alla dispersione e al contesto socio-economico. E mentre si vuole profilare concretamente una scuola migliore e gli italiani ormai, in gran numero, si riversano in spiaggia, senza fobie pandemiche, torna la preoccupazione per la ricrescita dei contagi Covid19 anche dei pazienti ricoverati in ospedale. «A differenza della scorsa estate, precisa Massimo Andreoni, direttore di Malattie infettive del Policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana di malattie infettive e tropicali), ora si osserva una minore attenzione da parte delle persone. Non dimentichiamo che il virus ormai è molto più trasmissibile e lo stato di immunità che abbiamo ci protegge bene dalla malattia, ma meno dall’infezione». E, dunque, mentre il caldo non frena la diffusione del virus e pare si rischia anche all’aperto con Omicron più trasmissibile di prima e anche l’aria condizionata può favorire le infezioni, con riferimento ai soldoni provenienti dall’Europa a favore della scuola, fa sentire la sua voce il Ministro Bianchi: “In questi giorni ho firmato la prima tranche di risorse del Piano contro la dispersione scolastica e per il superamento dei divari territoriali che andrà avanti fino al 2026 ha spiegato il Ministro. Abbiamo 1,5 miliardi a disposizione. I primi 500 milioni serviranno a finanziare progetti in 3.198 scuole con studentesse e studenti nella fascia 12-18 anni. Sono risorse che assegniamo direttamente alle istituzioni scolastiche, sulla base di precisi indicatori relativi alla dispersione e al contesto socio-economico. Si tratta di un finanziamento molto importante, un progetto nazionale che mette al centro i più fragili. Questa linea di finanziamento si aggiunge alla riforma degli istituti tecnici e professionali e alla riforma dell’orientamento, alle quali stiamo lavorando, misure altrettanto importanti sul fronte del contrasto alla dispersione e all’abbandono scolastico. Prenderemo per mano le ragazze e i ragazzi che hanno difficoltà nella prosecuzione del loro percorso di studi e per questo rischiano di lasciare precocemente o, purtroppo, lo fanno. Saremo al fianco delle scuole lungo tutto il percorso”. Il decreto è in via di registrazione. E’ già disponibile l’elenco delle scuole destinatarie delle risorse. Oltre il 50% dei fondi vengono destinati al Sud. A questo step seguiranno altre due tranche di finanziamento. Serviranno a favorire l’acquisizione di un diploma ai giovani, anche tra i 18-24 anni, che hanno abbandonato precocemente gli studi e per l’attivazione di progetti per il potenziamento delle competenze di base per superare i divari territoriali e anche alcuni progetti nazionali nelle aree più periferiche delle città e del Paese”. Lo scorso anno si parlò dell’importanza di un nuovo inizio dopo la pandemia. Si progettò un ponte, capace di unire la fine di un disastro e l’inizio di una vita nuova, fatta tutta di normale bellezza. ll superamento dell’emergenza, si disse, può avvenire efficacemente se si riafferma il valore della scuola, una scuola aperta, coesa ed inclusiva, quale luogo di formazione della persona e del cittadino, radicato nel proprio territorio e sostenuto dalla partecipazione attiva di tutta la comunità. Una scuola capace di essere motore di integrazione civile, di uguaglianza e di sviluppo. Una scuola che restituisce spazi e tempi di relazione, luoghi per incontrarsi di nuovo e riannodare quelle relazioni purtroppo bruscamente interrotte, così importanti per lo sviluppo emotivo, affettivo, identitario, sociale di ognuno. Il passaggio, purtroppo, nel corso di quest’anno scolastico, non è stato immediato, decisivo e risolutivo. Ritorna Omicron anche in estate. Intanto la scuola coraggiosa ha mostrato la sua resistenza e continua a farlo. La scuola è viva anche oggi, nell’avviata stagione estiva, malgrado tutto, nonostante si siano defilati i docenti di ruolo nel piano estate che, a quanto pare, non è stato proprio accolto con entusiasmo de tutti. Il Piano estate prevede la realizzazione di 57.000 progetti da realizzare in 3.119 istituti. Tutto si compie con un budget di 179 milioni. Intanto su 3119 istituti, a 1.881 scuole che si sono attivate per la realizzazione del progetto non verrà destinato un bel niente, dovranno fare ricorso alle risorse interne o rinunciare alle attività estive. E secondo Antonello Giannelli, Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi,“Le risorse per il Piano estate arrivano dai pon, ma spesso le segreterie non sono esperte e le rendicontazioni sono troppo onerose”. Così, invece, Ivana Barbacci, della Cisl Scuola: “Molte scuole lamentano il fatto di avere le risorse assegnate sulla carta, ma non averle in cassa. Inoltre non basta dire che le aule sono aperte d’estate: serve una progettualità che non può essere chiesta alle scuole nel giro di poco tempo. Al ministero ancora non hanno compreso che non possono far cadere questi progetti sulle teste dei presidi e dei docenti come fossero adempimenti”. Torna, ahimè, a nostro favore la metaforica frase: “Non è tutto oro quel che luccica”, o “Non tutto quel che luccica è oro”. Serve il detto proverbiale a mettere in guardia, anche in questo caso, da cose che appaiono a vista commendevoli e molto valide, ma poi si rivelano meno convenienti, piacevoli o lodevoli. Attualmente intanto ammonisce Pregliasco “i contagi sono sottostimati, in Italia 100mila al giorno”. A luglio annuncia registreremo il picco contagi da Omicron 5, poi una nuova variante covid in autunno-inverno. Questo il quadro rilevato. “Temo che prima o poi Omicron 5 ce la faremo proprio tutti, è un disastro. Sfugge a chi è guarito e sfugge un pò in termini di infezione anche ai vaccinati”. Avanti a questo scenario necessitiamo tutti di una buona dose di speranza e di fiducia, non certo di un liberi tutti giustificato per far cassa.
Emilio La Greca Romano