Scuola, approvato in Commissione Istruzione e Cultura del Senato il disegno di legge sugli ITS
“A dieci anni dalla sua nascita, il sistema degli Istituti Tecnici Superiori continua a dimostrare la sua piena efficacia in termini di occupazione (..) È il momento di uscire definitivamente dalla fase sperimentale e creare una rete nazionale in grado di valorizzare le specificità territoriali. Una rete che renda questa scelta più attrattiva per i giovani e per le loro famiglie. Gli ITS devono essere percepiti sempre di più come parte integrante del sistema nazionale di istruzione terziaria, con una loro autonomia e una loro più forte caratterizzazione nell’ambito dei cicli di studio. Il loro rilancio, al centro anche del nostro Pnrr, è un punto qualificante della strategia del Paese per uscire da stagnazione e bassa crescita e innalzare i livelli di studio”.
Il Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, ha recentemente espresso la sua soddisfazione per l’approvazione del disegno di legge sugli ITS. “Sono molto soddisfatto, ha dichiarato, per l’approvazione a larghissima maggioranza in Commissione Istruzione e Cultura del Senato del disegno di legge sugli ITS. Si tratta della prima riforma del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che prende sempre più forma e sta per diventare legge. L’investimento che stiamo facendo su questo segmento formativo è strategico per lo sviluppo dell’intero Paese. Il via libera di oggi dimostra l’attenzione comune e la responsabilità condivisa nei confronti del settore. Con 1,5 miliardi di euro a disposizione potenzieremo i percorsi, rafforzando la rete, strutturando sempre di più il rapporto con le Regioni e i loro territori, con l’obiettivo di rendere questa offerta più conosciuta e richiesta tra i giovani”.
Gli Istituti tecnici superiori (I.T.S.) costituiscono il segmento di formazione terziaria non universitaria. Sono stati pensati per fornire un’adeguata risposta alla domanda delle imprese. Col fine di attribuire valore ai processi di innovazione gli Istituti tecnici superiori intendono fornire nuove ed elevate competenze tecniche e tecnologiche. Si mostrano strategicamente innovativi sulla scena formativa nazionale. Si affermano ” strategia nuova fondata sulla connessione delle politiche d’istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali, con l’obiettivo di sostenere gli interventi destinati ai settori produttivi con particolare riferimento ai fabbisogni di innovazione e di trasferimento tecnologico delle piccole e medie imprese”. Si costituiscono di sei distinte aree tecnologiche: Efficienza energetica, Mobilità sostenibile, Nuove tecnologie della vita, Nuove tecnologie per il Made in Italy (Sistema agroalimentare, Sistema casa, Sistema meccanica, Sistema moda, Servizi alle imprese), Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali –Turismo, Tecnologie della informazione e della comunicazione. Chi può iscriversi ai corsi? Dopo una selezione potranno essere ammessi giovani e adulti in possesso di diploma di istruzione secondaria superiore e coloro che in possesso di un diploma quadriennale di istruzione e formazione professionale abbiano frequentato un corso annuale IFTS. E’ preferito chi conosce l’informatica e la lingua inglese. E’ possibile, comunque, la frequenza di moduli propedeutici utili per acquisire una specifica preparazione. In misura del 30% della durata dei corsi è svolto in azienda stabilendo subito un legame molto forte con il mondo produttivo attraverso stage anche all’estero. I docenti, invece, in misura del 50% appartengono al mondo del lavoro. La durata dei corsi normalmente è di quattro semestri. Possono arrivare a sei semestri. A conclusione dei corsi seguono le verifiche conclusive avanti a membri rappresentanti della scuola, dell’università, della formazione professionale ed esperti del mondo del lavoro. “L’esperienza lavorativa in azienda, precisa una nota ministeriale, può essere svolta in regime di apprendistato, garantendo una maggiore integrazione tra formazione e lavoro, per ridurre il disallineamento tra domanda e offerta di figure e competenze professionali”. Il titolo che si consegue, dopo aver frequentato il corso e superato le prove di verifica conclusive, è il Diploma di Tecnico Superiore con la certificazione delle competenze corrispondenti al V livello del Quadro europeo delle qualifiche – EQF. Il titolo è corredato dall’EUROPASS diploma supplement. L’80% dei diplomati trova lavoro entro un anno. Il Ministro Bianchi, lo scorso anno, intorno agli ITS ebbe a dire: “A dieci anni dalla sua nascita, il sistema degli Istituti Tecnici Superiori continua a dimostrare la sua piena efficacia in termini di occupazione. I dati ci dicono, però, che possiamo fare di più ed è l’obiettivo della riforma alla quale stiamo lavorando e che presenteremo a breve. È il momento di uscire definitivamente dalla fase sperimentale e creare una rete nazionale in grado di valorizzare le specificità territoriali. Una rete che renda questa scelta più attrattiva per i giovani e per le loro famiglie. Gli ITS devono essere percepiti sempre di più come parte integrante del sistema nazionale di istruzione terziaria, con una loro autonomia e una loro più forte caratterizzazione nell’ambito dei cicli di studio. Il loro rilancio, al centro anche del nostro Pnrr, è un punto qualificante della strategia del Paese per uscire da stagnazione e bassa crescita e innalzare i livelli di studio”. Così, invece, il Presidente di INDIRE, Giovanni Biondi: “Gli ITS propongono un’offerta strettamente integrata con il mondo economico e produttivo, valorizzando tanto il capitale umano quanto il sistema produttivo nazionale e dei territori. Come evidenzia anche il monitoraggio, gli ITS confermano, nonostante la pandemia, la forza sul piano dell’occupabilità, della formazione e dal punto di vista sociale. Ciò è possibile grazie a un modello dinamico caratterizzato da una flessibilità organizzativa e didattica, da una rete di governance costruita insieme alle imprese, dalla capacità di intercettare l’innovazione, in particolare sul fronte dell’uso delle tecnologie abilitanti proprie al piano Industria 4.0, dalla coerente ricerca sulle metodologie di apprendimento e di acquisizione di competenze per i nuovi lavori”. Le performance occupazionali dei diplomati ITS a un anno dal diploma, come dettato dal Ministero dell’Istruzione: l’80% dei diplomati ITS, dicevamo, ha trovato lavoro a un anno dal diploma, il 92% degli occupati in un’area coerente con il percorso di studi. Il dato risulta particolarmente significativo perché riferito al 2020, anno di esplosione della crisi pandemica. Del 20% dei non occupati o in altra condizione: l’11,1% non ha trovato lavoro, il 4,1% si è iscritto ad un percorso universitario, il 2,7% è in tirocinio extracurricolare e il 2,4% è risultato irreperibile. I dati relativi al tasso di occupati a 12 mesi, per area tecnologica, evidenziano in generale un trend in crescita per Mobilità sostenibile (83%) e Tecnologie dell’informazione e della comunicazione (82%). In generale per gli ambiti delle Nuove tecnologie per il Made in Italy si registra una lieve diminuzione rispetto all’anno precedente, nonostante i valori rimangano alti, è il caso dell’ambito del Sistema meccanica (88%) e del Sistema moda (82%) dove si ottengono i migliori risultati. “I percorsi in settori tecnologici d’avanguardia erogati dagli ITS hanno una durata biennale o triennale e fanno riferimento alle seguenti filiere: Mobilità sostenibile, Efficienza energetica, Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali – turismo, Tecnologie dell’informazione e della comunicazione, Nuove tecnologie della vita, Nuove tecnologie per il Made in Italy: sistema agro-alimentare, sistema meccanica, sistema moda, servizi alle imprese, sistema casa. Ciascun diploma corrisponde a figure nazionali, a piani di studio definiti con le imprese e a competenze sviluppate nei luoghi di lavoro. Si collocano al V livello EQF (European Qualification Framework). Sono progettati sulla base di piani triennali predisposti dalle programmazioni regionali e assumono come riferimento le competenze delle specifiche figure nazionali riferite alle aree tecnologiche (Decreto 7 Febbraio 2013), la ricognizione dei fabbisogni formativi dei diversi territori rispetto alle specifiche filiere produttive e considerano le esigenze di innovazione scientifica, tecnologica e organizzativa delle imprese”. Gli esiti ottenuti lo scorso anno si rappresentarono veramente incoraggianti. Il Paese avvertiva il bisogno di avviare la sua ripartenza, una rinascita centrata nella mutazione del nostro sistema produttivo con il contributo delle tecnologie 4.0. Gli studenti ITS hanno sviluppato progetti e prototipi rilevanti, a prova delle potenzialità innovative tecnologiche didattiche. Lo scorso anno a ITS 4.0 Day 2021, furono presentati oltre 40 progetti sviluppati da ITS e imprese per la ripartenza post-Covid. Furono premiati sei prototipi per fabbriche più intelligenti, per il futuro di moda e design, per la sostenibilità e la gestione del Covid, per lo smart working, il turismo digitale e per l’agroalimentare del futuro.
Emilio La Greca Romano