Covid-19, nota tecnica con nuove indicazioni per la gestione dei casi di positività a scuola
Nuove “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico”. La nota è stata elaborata con il contributo dell’Istituto Superiore di Sanità, del Ministero della Salute, delle Regioni e del Ministero dell’Istruzione. Le misure introdotte dal documento, attraverso la collaborazione tra le scuole e le autorità sanitarie locali, favoriscono l’erogazione del servizio scolastico in presenza, supportano il dirigente scolastico nelle iniziative da assumere in presenza di casi positivi COVID–19 e permettono di rendere il più possibile omogenee, a livello nazionale, le misure di prevenzione da attuare a cura dei dipartimenti di prevenzione. Le nuove disposizioni montano i presidi su tutte furie: “Non siamo medici. Ognuno deve fare il proprio lavoro: noi facciamo i presidi e non possiamo assumerci le responsabilità delle Asl solo perché queste sono in difficoltà a causa della mancanza d’organico”.
Recentemente è stata inviata una nuova nota tecnica con indicazioni per la gestione dei casi di positività a scuola. Una disposizione importante con tutte le “Indicazioni per l’individuazione e la gestione dei contatti di casi di infezione da SARS-CoV-2 in ambito scolastico”. E’ frutto di un corale contributo. Hanno collaborato alla stesura di questo documento l’ Istituto Superiore di Sanità (Fortunato “Paolo” D’Ancona, Jessica Iera, Claudia Isonne, Adriano Grossi, Anna Teresa Palamara, Silvio Brusaferro), il Ministero della Salute (Giovanni Rezza, Francesco Maraglino, Anna Caraglia, Alessia D’Alisera, Andrea Siddu, Monica Sane Schepisi), il Ministero dell’Istruzione, (Jacopo Greco), le Regioni (Francesca Russo e Michele Tonon, Regione Veneto), Petropulacos Kyriakoula (Regione Emilia-Romagna). Le nuove misure introdotte dal documento, attraverso la collaborazione tra le scuole e le autorità sanitarie locali, sostengono l’erogazione del servizio scolastico in presenza, aiutano i presidi nelle iniziative da assumere in presenza di casi positivi COVID–19 e consentono l’applicazione omogenea delle misure preventive. La nuova politica scolastica del Governo centrale, se pure in un momento difficile, mira a favorire la didattica in presenza. A tale scopo è stato necessario attuare una revisione del sistema di gestione dei contatti dei casi confermati di infezione da SARS-CoV-2. Alla luce dell’aumento della copertura vaccinale e della riduzione della circolazione di SARS-CoV-2, malgrado il più recente allarme di questi giorni, (specialmente nella nostra regione), se pure la valutazione dello stato di contatto COVID-19 sia di competenza del Dipartimento di Prevenzione (DdP), nel caso in cui le autorità sanitarie siano impossibilitate ad intervenire con sollecitudine, il dirigente scolastico, in presenza di un caso confermato è, in via eccezionale ed urgente, autorizzato a sospendere temporaneamente le attività didattiche in presenza e a trasmette le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal Dipartimento di prevenzione per l’avvio delle misure previste dal protocollo. Queste in sostanza le indicazioni operative applicabili nelle comunità scolastiche per la gestione dei contatti di casi COVID-19, con le relative misure di sorveglianza con testing e quarantena: “In seguito alla segnalazione di un caso positivo in ambito scolastico, il referente scolastico COVID-19 o il dirigente scolastico, secondo la procedura concordata con il Dipartimento di prevenzione, individua i possibili “contatti scolastici” del caso positivo e trasmette loro (o ai loro genitori/tutori, nel caso di minori) le disposizioni standardizzate, predisposte preventivamente dal DdP, fornendo così le indicazioni che ciascun contatto dovrà seguire responsabilmente in base alla propria situazione, fatta salva diversa indicazione da parte del DdP. Qualora il DdP non sia già intervenuto, il referente scolastico COVID-19/dirigente scolastico segnala al DdP la presenza del caso positivo a scuola, i contatti scolastici individuati e comunica agli interessati le istruzioni standardizzate che sono state loro fornite.
I contatti individuati, se previsto dalla casistica, dovranno effettuare un test antigenico o molecolare, inclusi anche i test molecolari su campione salivare come da circolare del Ministero della Salute, gratuito e valido ai fini diagnostici nella tempistica prevista nella tabella stessa. La modalità di prescrizione di tali test seguirà l’organizzazione regionale.
Il DdP in base alla presenza di più casi nella stessa classe/sezione/gruppo comunicherà al referente scolastico COVID-19/dirigente scolastico i provvedimenti aggiuntivi da intraprendere e la relativa tempistica di rientro a scuola.
I soggetti (bambini, studenti, personale scolastico) che ricevono indicazione da parte del DdP/ referente scolastico COVID-19/dirigente scolastico ad effettuare sorveglianza con testing non possono entrare in ambiente scolastico in attesa dell’effettuazione del test.
Per i soggetti sottoposti a sorveglianza con testing, il rientro a scuola dopo l’effettuazione del test a T0 potrà avvenire solo se si è in possesso di attestazione rilasciata dai Servizi di Igiene e Sanità Pubblica in merito all’effettuazione del tampone e all’avvenuto rilascio del relativo risultato ovvero in seguito ad una comunicazione da parte del DdP. Rimane ovviamente vietato rientrare in classe in presenza di positività al tampone. I DdP comunicano tempestivamente al referente scolastico COVID-19/dirigente scolastico eventuali casi di positività. Relativamente al test a T5, è facoltà del DdP disporre provvedimenti di sanità pubblica (ad es. quarantena) qualora non venga effettuato il test.
Si sottolinea che in qualunque momento, gli operatori di sanità pubblica possono valutare, in collaborazione con il referente scolastico COVID-19/dirigente scolastico, eventuali ulteriori contatti oltre al gruppo/classe, in base all’attività svolta, alle caratteristiche e alla durata della stessa, considerando i vari elementi utili all’indagine epidemiologica. L’operatore di sanità pubblica, inoltre, sulla base di valutazioni individuali del rischio, può ritenere che alcune persone abbiano avuto un’esposizione ad alto rischio, e quindi necessitano di quarantena, a prescindere dalla durata e dal setting in cui è avvenuto il contatto (es. mancato/scorretto utilizzo delle mascherine prescritte). Come criterio orientativo, non esaustivo e non vincolante di stratificazione del rischio, si suggerisce di considerare esposto l’insegnante/operatore della scuola primaria e secondaria che, nelle 48 ore precedenti, abbia svolto in presenza 4 ore o più, anche cumulative, all’interno della classe in cui è stato individuato il caso COVID-19, tenendo conto del rispetto delle misure di prevenzione e sicurezza che l’insegnante deve rispettare.
È opportuno che in ogni ASL siano identificati dei referenti per ogni scuola, i quali possano intervenire tempestivamente supportando il referente scolastico COVID-19/dirigente scolastico e prioritizzando i test del T0. È altresì raccomandato che i DdP predispongano preventivamente le indicazioni standardizzate per la gestione dei contatti scolastici e la sorveglianza con testing e che le mettano a disposizione dei referenti scolastici COVID-19 e del Dirigenti Scolastici.
Ai soggetti in sorveglianza con testing deve essere richiesto, in modo responsabile, di limitare le frequentazioni sociali e le altre attività di comunità (ad esempio attività sportive in gruppo, frequentazione di feste, assembramenti, visite a soggetti fragili) e di mantenere in maniera rigorosa il distanziamento fisico e l’uso della mascherina incontrando altre persone oltre ai familiari.
In caso di comparsa di sintomatologia compatibile con COVID-19 il soggetto (o i genitori in caso di soggetto minorenne) è tenuto ad informare immediatamente il medico curante che darà indicazioni per il proseguimento del percorso diagnostico.
I soggetti che non si attengono al programma di sorveglianza con testing devono effettuare la quarantena così come previsto dalla circolare ministeriale in vigore sui tempi di quarantena.
Nei casi in cui non fosse possibile ottenere una descrizione esaustiva della situazione epidemiologica del gruppo, ad esempio per la mancata effettuazione (es. rifiuto) dei test di inizio sorveglianza di una parte dei contatti, il Dipartimento di Prevenzione, oltre a porre in quarantena i contatti senza test di screening, può valutare le strategie più opportune per la tutela della salute pubblica, inclusa la possibilità di disporre la quarantena per tutti i contatti individuati (a prescindere dal loro esito al test di screening).
Nei soggetti sottoposti a quarantena, compatibilmente sia con la situazione epidemiologica in corso sia con le capacità di testing disponibili in ogni contesto, il test a T0 è fortemente raccomandato per descrivere la situazione epidemiologica dell’entità della circolazione nel gruppo e per rilevare precocemente eventuali ulteriori casi positivi, diminuendo il rischio di contagi in ambito familiare”.
Insomma, ove si presenta un caso positivo in ambito scolastico, le azioni di sanità pubblica ricadono nell’ambito delle competenze dei Dipartimenti di Prevenzione (DdP). Questi risultano incaricati della disposizione delle misure sanitarie da intraprendere, compresi l’isolamento dei casi, la quarantena dei contatti e le tempistiche per il rientro a scuola degli alunni/studenti/operatori scolastici. La scuola attiva la seguente procedura già definita e standardizzata nell’immediatezza della conoscenza del caso positivo. Il dirigente scolastico, o un suo delegato: informa il DdP della presenza del caso positivo a scuola; individua i «contatti scolastici», come di seguito riportato; sospende temporaneamente le attività didattiche in presenza per i «contatti scolastici»; trasmette ai «contatti scolastici» le indicazioni standardizzate preventivamente predisposte dal DdP; segnala al DdP i «contatti scolastici» individuati. Il dirigente scolastico individua come “contatti scolastici”: i bambini appartenenti alla stessa sezione/gruppo del caso positivo per i servizi educativi per l’infanzia e le scuole dell’infanzia, i compagni di classe del caso positivo (per la scuola primaria e secondaria), il personale scolastico (educatori/operatori/insegnanti) che ha svolto attività in presenza per almeno 4 ore nello stesso ambiente del caso positivo.
Non è intanto favorevole la corale risposta dei dirigenti investiti di una nuova responsabilità operativa, ovvero l’individuazione dei possibili “contatti scolastici” del caso positivo. Levata di scudi dei dirigenti poiché chiamati a tracciare i contatti e a prescrivere le misure necessarie. “Non siamo medici. Ognuno deve fare il proprio lavoro: noi facciamo i presidi e non possiamo assumerci le responsabilità delle Asl solo perché queste sono in difficoltà a causa della mancanza d’organico”.
Emilio La Greca Romano